Obesità: un problema di salute da riconoscere e non sottovalutare.

Secondo le stime, l’obesità è uno dei problemi fisici con cui ci troviamo a combattere oggigiorno. Per fare ciò c’è bisogno di politiche e strategie adeguate, un cambiamento dello stile di vita e l’attenzione verso chi ne soffre. Ecco le parole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e i numeri di questa “pandemia da sovrappeso”.

L’obesità è una malattia caratterizzata da depositi di grasso in eccesso che compromettono la salute, aumentando le probabilità di sviluppare altre malattie come il diabete di tipo 2, cancro dell’intestino, dell’esofago, del pancreas e nel caso delle donne quello del seno; malattie cardiache, e un generale calo della qualità di vita. Si stima che ogni anno 5 milioni di morti siano dovuti alle conseguenze dell’obesità.

Le cause dell’obesità

Le cause dell’obesità possono essere di diversa natura. Francesco Branca, direttore del Dipartimento di Nutrizione e Sicurezza Alimentare dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha affermato che possono aumentare il rischio di obesità fattori soggettivi come la genetica, uno stile di vita stressante o sedentario, oppure il consumo frequente di alimenti ad alto contenuto energetico, disponibili 24 ore su 24 e a buon mercato.

Ha, però, una sua influenza anche ciò che ci circonda: il luogo in cui si vive, gli ambienti che si frequentano, i sistemi alimentari a cui facciamo riferimento e le opportunità di portare avanti uno stile di vita attivo e dinamico.

I numeri

In Italia oltre 25 milioni di persone sono obese. Secondo il Rapporto Barometro dell’Obesità dell’Italia, redatto dalla Fondazione Ibdo in collaborazione con Istat, Coresearch e Bhave con il contributo assoluto di Novo Nordisk, il 36,1% degli adulti è in sovrappeso e l’11,5% è obeso. Tra i bambini e ragazzi dai 3 ai 17 anni il 26,3% è in condizione di obesità o sovrappeso, stati fisici che si differenziano per l’Indice di Massa Corporea, ovvero la percentuale di massa grassa del corpo in relazione all’altezza dell’individuo.

Le previsioni per il futuro non sono positive: il World Obesity Atlas report del 2023 prevede che in Italia l’obesità passerà dall’11,5% al 31% negli adulti entro il 2035, con un incremento annuo del 2% ed un incremento del 2,1% annuo nei bambini.

Policy e strategie contro l’obesità

La natura soggettiva e allo stesso tempo sociale e ambientale di questo problema sta spingendo numerosi paesi ad adottare policy e strategie per arginarlo. L’Inghilterra, ad esempio, sta esplorando le potenzialità di azioni quali indicare le calorie nei menù in alcuni contesti, con una legislazione che attualmente si rivolge alle grandi attività di ristorazione extra domestica. C’è chi punta su tasse e aggravi di spesa per prodotti malsani alleati dell’obesità oppure chi punta sui giovani, come l’Italia, mediante un progetto guidato dal Coni che si svolgerà in due scuole del Milanese. Gli studenti del secondo anno della scuola media verranno dotati di un contapassi. L’obiettivo è quello di farne almeno 8mila al giorno, così da aumentare il movimento fisico dei ragazzi.

Secondo Branca, tuttavia, le misure più importanti sono quelle che prevedono un adeguamento degli spazi urbani alle necessità del corpo: una pianificazione urbana che incentivi il movimento fisico, come spazi attrezzati per lo sport, piste ciclabili ed altre adatte a lunghe passeggiate.

Non manca la promozione di azioni commerciali a sostegno di pratiche salutari, come politiche fiscali e di prezzo per promuovere diete sane; politiche di etichettatura nutrizionale, campagne di educazione e sensibilizzazione a un’alimentazione sana e all’esercizio fisico, iniziative per regolamentare la vendita di prodotti ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale in prossimità delle scuole. Insieme all’incentivo che l’OMS dà all’allattamento materno, sprona ad un approccio educativo che coinvolga il cittadino dalla nascita.

Rivolgersi ad un professionista

Nonostante sia stimato che più della metà degli adulti obesi non riconosca di avere problemi di peso, il passo più importante è quello di rivolgersi ad un professionista che possa effettuare una diagnosi ed indicare la cura adeguata, che va dalla dieta all’attività fisica e integrata, se necessario, da un trattamento farmacologico.

L’obesità: tra mente e corpo

Oltre alle difficoltà fisiche che si vivono se si è in una condizione di obesità, spesso agiscono su chi ne soffre anche i pregiudizi da parte della società e il senso di responsabilità, che possono essere così severi al punto da causare l’emarginazione sociale.

Il fattore psicologico può essere, infatti, causa e conseguenza di questa malattia.

L’obesità aumenterebbe il rischio di sviluppare, ad esempio, una depressione e, a sua volta, la depressione aumenterebbe il rischio di sviluppo dell’obesità.

Un altro dei legami bidirezionali nel rapporto tra mente e corpo è quello con i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA). I DNA, a differenza dell’obesità, sono delle patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, riportate nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), uno strumento di diagnosi descrittiva dei disturbi mentali redatto dall’American Psychiatric Association.

Così come avviene in relazione alla depressione, non tutte le persone affette da obesità hanno disturbi alimentari e non tutte le persone con disturbi alimentari sono in condizione di obesità.

In ogni caso, è fondamentale che la società si impegni a non stigmatizzare chi di queste malattie soffre, così come, secondo Branca, “la politica comunitaria e nazionale dovrebbe aiutare tutti ad avere accesso a stili di vita sani” che, suggerisce il direttore, comprende frutta e verdura integrali, grassi sani e pochi zuccheri; abbondante consumo di acqua, un tempo limitato davanti allo schermo e una quantità di ore di sonno adeguata.

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