Retrobottega, a Roma liberismo di pensiero e gastrorivoluzione psichedelica

Tra le suggestive vie che disegnano la storia della città eterna, ci sono dei ragazzi che non smettono di essere la sorpresa riservata di un locale che ha fatto della filosofia “food is the drug” il suo grido. Siamo alla soglia di Retrobottega, a Roma, è un Sabato sera di Marzo e le vie del centro sono tranquille di un respiro che sa di weekend, per la prenotazione si hanno a disposizione due turni, quello delle 19.30 o quello delle 21.30; optare per il secondo turno fa stare più sereni chi non ha problemi di orari. Personalmente era un po’ che volevo tornare da Retrobottega, ricordo bene la mia ultima esperienza fatta di piatti attenti, caratterizzanti e dai sapori decisi. Ho sempre pensato che Retrobottega sia un’esperienza da vivere guardando oltre qualsiasi tipo di aspettativa tradizionale. Qui, almeno io, esco dai soliti standard ed è una cosa che mi conquista e non mi abbandona.

retrobottega roma

Retrobottega Roma, niente è un caso

Spingendo con forza la grande porta in ferro ti trovi accolto da un grande bancone di legno massiccio, popolato da clienti allegri e intenti a sorseggiare un calice di vino, nell’aria una stuzzicante fragranza di panificati lievitati in casa. Il personale è amichevole, giovane e attento. Un pizzico di romanità dei proprietari Alessandro Miocchi e Giuseppe Lo Iudice, crea un’atmosfera calda e accogliente. La clientela spazia tra l’amico romano al bancone, che parla con toni acuti e la coppia internazionale che si dirige diretta alla sala; tutto sembra casuale, ma in realtà tutto segue una logica attenta. Nell’attesa ci vene offerto un calice di vino, ci appoggiamo al bancone mentre scambiamo due chiacchiere.

L’ambiente è moderno, dai toni piacevolmente scuri e appaganti nelle luci soffuse a creare un’atmosfera intima e suggestiva. Sulle pareti, delle maglie da basket conferiscono un tocco di originalità un po’ funky che rompe gli schemi del loro essere completamente nere, prive di finestre è accessibili solo da una grande porta che si affaccia sulla via parallela all’ingresso principale. Due ampie sale ospitano enormi tavoli sociali e nella parte finale c’è un bancone/pass, dove gli chef de partie compongono con attenzione i piatti in uscita, offrendo un sipario aperto su creatività e passione. Sono giovani, veloci, sorridenti e precisi.

Per definizione il menu di Retrobottega è una creatura che ti permette di giocare con i suoi elementi. Due percorsi degustazione “sabotage”, da 3 o 5 portate, che vanno per l’appunto a sabotare le tue scelte legandoti alla fiducia dello chef. La carta offre piatti intriganti, tra scambi di culture e di sapori. Contenuta, ma spocchiosa un po’ come l’anima goliardica e orgogliosa dei proprietari.

Per la mia cena, ho deciso di ordinare alla carta e scorrendo anche quella dei vini, scopro particolare attenzione al mondo dei naturali, con una buona selezione di champagne e una ricercata scelta di etichette legate per la maggiore a Italia e Francia.

katsusando retrobottega roma

Inizio il nostro percorso con un Katsusando di cavolo rosso, l’inglese con maionese all’ibisco. Un tripudio di sapori vegetali, dove la dolcezza del cavolo rosso si legava perfettamente all’acidità della maionese di ibisco, creando un gusto piacevole ed inaspettato.

A seguire, i Gyoza di cavolfiore con fondo vegetale e cipolla fritta. Un piatto delicato, dove la morbidezza della pasta si contrappone alla croccantezza della cipolla fritta, in un divertente gioco di consistenze.

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L’Uovo marinato con zucca castagna, bagna cauda e alloro è un piatto che ti lascia con “ l’amaro” in bocca. Se da un lato la cottura dell’uovo risulta perfetta e la zucca castagna le dona una nota dolce, dall’altro l’intensità della bagna cauda e dell’alloro distolgono l’attenzione dall’elemento protagonista. Nel menu è ricorrente la componente aromatica ricercata nelle erbe e nelle spezie, una caratteristica che risulta gradevole e ben bilanciata in altri piatti, ma che in questo caso risulta essere leggermente eccessiva nei toni di amaro.

Il vero protagonista è stato il Risotto comté e genziana. Cottura perfetta, con una buona mordenza sul chicco che allo stesso tempo si scioglie al palato. Il comtè è avvolgente, dona una spiccata sapidità che esalta la freschezza della genziana.

La Torta di verza con lenticchie soffiate e salsa Chartreuse è un interessante gioco di contrasti tra la consistenza croccante della lenticchia soffiata, il caramellato zuccherino delle foglie di verza e la salsa Chartreuse acida e pungente.

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Infine, di fronte alle 4 proposte di dessert mi sono fatta sabotare, per questa volta. Arriva la Torta Basca con frutta di stagione e poi una Pera Melba. La torta ha una consistenza cremosa data dal formaggio e un gusto non troppo dolce che viene esaltato dall’acidità del kiwi. La Pera Melba, invece, è stata una vera e propria esplosione di golosità e freschezza, servita con una schiuma di meringa dalle note balsamiche. Notevole.

Retrobottega è Retrobottega, un’esperienza che devi vivere senza aspettative. Un luogo dove la cucina si libera dagli schemi di concetto e si lega sempre di più alla libertà di essere consapevolmente radicata a delle origini da riscrivere ogni volta. Puoi e devi assecondarla, gustarla e interpretarla. Andare e tornare da retrobottega è un misto di piacevole accoglienza, leggerezza nella compagnia e informalità nel fruire costantemente di gusti nuovi. Come se ci fosse ogni volta un Retrobottega nuovo, ma con il sorriso di sempre.

E poi, questa nuova veste psichedelica, è proprio la loro.

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