All’Hotel Abi d’Oru di Porto Rotondo vanno in scena le cene olfattive alla scoperta  dell’essenza della Sardegna.

L’Hotel Abi d’Oru a Porto Rotondo, ha riaperto le sue porte per la stagione 2024 lo scorso 16 maggio e promette ai suoi ospiti la scoperta della vera essenza della Sardegna con un progetto nuovo e originale legato al senso dell’olfatto.

Abi d’Oru – in sardo “Ape d’Oro” – è questo il nome di un hotel destinato a diventare il the place to be dell’estate, dedicato a tutti quelli che desiderano un soggiorno senza mai smettere di vedere il mare.

L’Hotel Abi d’Oru a Porto Rotondo, ha riaperto le sue porte per la stagione 2024 lo scorso 16 maggio e promette ai suoi ospiti la scoperta della vera essenza della Sardegna con un progetto nuovo e originale legato al senso dell’olfatto. Il genius loci e l’essenza di questa regione meravigliosa saranno raccontati non solo attraverso la bellezza e i sapori, ma anche attraverso i profumi.

«Vorrei che l’ospite, una volta varcata la soglia dell’Abi d’Oru, sentisse il profumo di una casa sarda, non di un qualsiasi hotel e riuscisse immediatamente a riconoscere l’essenza della Sardegna». Questo l’obietivo, questa l’idea che ha generato il progetto che ci racconta Diana Zuncheddu,proprietà e amministratore delegato Hotel Abi d’Oru e anima dello storico Hotel 5 Stelle.

Il profumo dell’Hotel Abi d’Oru

Grazie alla collaborazione con il creatore di fragranze Luca Maffei, tra i più talentuosi e pluripremiati “nasi” in Italia, e Mariangela Rossi, autrice di vari libri nel settore, esperta di cultura e di tecniche olfattive, è stato ideato il profumo che sta per essere lanciato e che segna l’identità olfattiva dell’Hotel Abi d’Oru: un incontro ancestrale di radici lontane e di sapienti alchimie che raccontano della Sardegna, di piante aromatiche spontanee, piante officinali che fanno parte di un atavico patrimonio collettivo, ma anche di sole, di sabbia bianca, di brezza marina e di spezie coltivate nelle terre più sussurrate. Questo profumo riesce a raccogliere l’intensità delle sfumature dell’isola, con un accordo di elicriso, ginepro, zafferano, in un cocktail soave in cui le note calde della pianta dai fiori giallo oro – dal greco helios, “sole”, che richiamano il miele, unite a quelle balsamiche del ginepro, sprofondano in qualcosa di più speziato, come lo zafferano sardo, la cui coltivazione ha origini molto antiche.

Il progetto Olfattivo per l’Hotel Abi d’Oru

Ma come nasce il progetto di identità olfattiva per l’Hotel Abi d’Oru? Lo abbiamo chiesto direttamente a Diana Zuncheddu che ci spiega: Nasce perché viaggiando sono stata in alcuni iconici hotel internazionali dove, in destinazioni diverse, ne ho riconosciuto il profumo, come parte dell’ospitalità. E nonostante io sia allergica al profumo, ho realizzato che la fragranza viaggia, nel tempo e nello spazio, creando un ricordo emotivo! Anche l’Hotel Abi D’Oru doveva quindi avere il suo profumo. Niente che non fosse già stato scoperto, scritto e messo in pratica dai più grandi alberghi del mondo, ma il suo, dell’isola in cui si trova, della Sardegna”

Un profumo che si identifichi nel profumo di una casa sarda, portando con sé suggestioni e ed emozioni precise su cui fare leva. E ogni volta che stimoliamo i sensi si innesca quel circuito emotivo legato ai ricordi e alla memoria, come sottolinea la titolare per farci capire e immedesimare sempre più in queste suggestioni oflattive che corrispondono a vere e proprie fotografie.

Una casa sarda – quella che ho conosciuto io, quella di mia nonna – profuma di pane e saba (un dolce tipico che si fa con la sapa), appena sfornato. Di biancheria, di cura, di dettaglio. Quando ho iniziato a informarmi su come si crea un profumo mi sono arrivate diverse proposte ed ho capito immediatamente che non volevo niente di standard. L’Abi D’Oru è un luogo, prima di tutto, immerso in una natura meravigliosa. Si doveva partire da lì, dalla sua personale posizione e “carattere” per far parlare l’Abi d’Oru in prima persona”.

E continua: “Le leve vogliono essere l’unicità del luogo, degli alberi e dei profumi dei fiori che si trovano qui, del mare, di un luogo che respira e fa respirare gli altri attraverso la sua natura. Un posto che non sarebbe replicabile in nessun altro luogo. Abbiamo iniziato con Mariangela Rossi, esperta di profumi, a passeggiare nei giardini. Vedere che piante c’erano, sentirne e riconoscerne il profumo. Abbiamo parlato di colori. L’Abi d’Oru è giallo, c’è il sole, c’è miele, che produciamo e da cui nasce il suo nome (in sardo Ape d’Oro), ma è anche azzurro, puoi vedere il mare da ogni finestra. Luca Maffei, il naso che abbiamo scelto, è riuscito a ricreate tutto ciò attraverso le essenze degli elementi che abbiamo riconosciuto e dopo diverse prove siamo arrivati al Profumo – abbastanza azzurro ma ancora più giallo, che è quello dell’Abi d’Oru”.

Identità olfattiva anche a tavola

Una fragranza che viene declinata in diversi modi e che addirittura arriva a tavola con un programma innovativo di cene olfattive. Il progetto ha pensato di coinvolgere infatti gli ospiti in modo totale durante il loro soggiorno, con un calendario di tre appuntamenti8 giugno, 8 luglio e 8 settembre – per un’immersione sensoriale a tavola: gli appuntamenti si svolgono al Ristorante Marinella dell’Hotel Abi d’Oru e sono un vero invito alla tavola dei sensi. Ma cos’è una cena olfattiva e cosa succede in questi momenti?

La cena olfattiva prevede che si annusino in purezza le essenze – ci spiega meglio Diana Zuncheddu, prima di chiedere al gusto di riconoscerle nei piatti creati, dove quell’essenza è diventata una portata della cena. Lo chef Nicola Cafagno è stato bravissimo a creare piatti buoni, interessanti e rispettare la richiesta: non era una sfida facile. Andrea Tortora, il Pastry Chef, ha inventato un dolce finale, a mio parere “da urlo”, che racchiude la magia di una esperienza olfattiva a tavola. La cena è una danza di profumi e sapori – una alternanza tra essenza e piatto, per ogni portata, come in una scomposizione del profumo. Il tentativo è far interagire sensi diversi – olfatto, gusto e vista – anche del mare” E aggiunge Mariangela Rossi, tra le ideatrici degli eventi olfattivi: «Il senso dell’olfatto è una componente fondamentale del cucinare, a cui spesso non si presta abbastanza attenzione. Il 100% di ciò che si percepisce arriva attraverso il palato, ma il 95% viene registrato dal sistema olfattivo. Ecco perché i due sensi sono così intimamente legati».

Cene olfattive come funzionano

“La nostra preziosissima Mariangela Rossi, che mi ha aiutato a arrivare al profumo, farà una piccola introduzione durante la quale si potranno annusare le essenze – che compongono il profumo, poi lo Chef presenterà il piatto che è stato realizzato con lo stesso ingrediente, che infine si ritrova e riconosce nel piatto.

Non ci saranno fiori in tavola e sarà richiesto agli ospiti di non indossare il proprio profumo, si cercherà di lasciare che i nasi si concentrino sulle singole essenze, mentre il palato sul gusto. Davanti al mare anche la vista sarà contenta, e a quel punto il cuore sarà conquistato per sempre. Siamo certi sarà una nuova esperienza, un nuovo modo per vivere l’essenza della Sardegna – e non meno sarà molto divertente”.

Ogni elemento della fragranza Abi d’Oru diventa così protagonista nei piatti dello Chef Nicola Cafagno e nel suo speciale menu, che non viene svelato prima agli ospiti, bensì, ad effetto sorpresa durante la cena ogni essenza naturale viene studiata nella sua purezza, scomposta e poi “provata” nei piatti. Aromi e materie prime sono state scelte e unite per creare un vero appagamento sensoriale, sia per il gusto che per l’olfatto. Un’occasione, quindi, per combinare in modo insolito i due sensi più in rivalutazione del momento.

Anche il Bar Manager Marcello Cabiddu, nel frattempo, ha ideato due Cocktail Olfattivi dedicati alle essenze della Sardegna e in omaggio alla nuova fragranza Abi d’Oru: sono Sardinian Dubonnet, che racchiude Gin Rena 41, Vermouth balsamico al Cannonau, gocce di Bitter alla Pompia, servito con una Bolla Aromatica e nato dall’ispirazione alla Regina Elisabetta, che era una grande appassionata del Dubonnet Cocktail, bevanda alcolica a base di vino liquoroso, erbe e spezie, aggiunta a Gin distillato di ginepro ottenuto direttamente dalle bacche coltivate nei giardini di Buckingham Palace. E anche Profumo di Maestrale – Analcolico a base di Agrumi, Miele di Corbezzolo, Zafferano e Soda di Elicriso, perfetto da sorseggiare in ogni momento d’estate al mare.

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