Integrazione dell’economia circolare nel settore dell’agro-food. Gli aiuti del Governo alle imprese.

Economia circolare

I problemi di sostenibilità dovuti all’esaurimento delle risorse, alla crescita demografica ed al cambiamento climatico hanno indotto le istituzioni e le imprese a intervenire a diversi livelli.

Il contributo che l’economia circolare può garantire alla rigenerazione del capitale naturale attraverso modelli operativi alternativi improntati alla progettazione tecnica dei materiali per massimizzarne l’utilizzo, è stato oggetto di particolare attenzione e studio in ambito istituzionale.

Non solo, anche le imprese hanno focalizzato la loro indagine sull’aiuto che il modello di economia circolare può fornire. Un contributo importante per tale studio è stato fornito dalle numerose start-up nate nell’ultimo periodo.

Esse hanno generato molte proposte innovative, soprattutto nell’ambito dell’agro-food, dove le start-up operano ponendo attenzione al rispetto degli SDGs (Sustainable Development Goals) e prefiggendosi come obbiettivo il miglioramento delle previsioni di consumo e la limitazione delle eccedenze alimentari.

Gli aiuti economici per le start-up

Un concreto aiuto alle giovani start-up ma anche alle imprese da anni in attività nel settore, per una maggiore integrazione del modello di economia circolare nel processo produttivo, può derivare dagli aiuti economici stanziati dal Governo.

Da novembre è possibile, infatti, presentare domanda per accedere alle agevolazioni per progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell’ambito dell’economia circolare.

Le misure stabilite dal Governo

Sono 210 milioni gli incentivi per progetti di ricerca e sviluppo delle imprese per la riconversione delle attività produttive, per sostenere l’innovazione nell’ambito dell’economia circolare.

Con la pubblicazione del decreto del 5 agosto il Ministero dello Sviluppo economico definisce i termini e le modalità di presentazione delle domande di agevolazioni, in favore di progetti di ricerca e sviluppo, per la riconversione produttiva nell’ambito dell’economia circolare. Il provvedimento fa seguito al DM dell’11 giugno 2020 con cui il MISE stabiliva i criteri per l’accesso alle agevolazioni previste dalla legge n. 58-2019 di conversione del decreto Crescita.

Il decreto MISE

Il decreto MISE stabilisce che le agevolazioni sono concesse sotto forma di finanziamento agevolato, entro il 50% dei costi ammissibili, in presenza di un finanziamento bancario concesso a tasso di mercato a copertura di almeno il 20% delle spese ammissibili.

Al finanziamento si aggiunge un’ulteriore agevolazione sotto forma di contributo diretto alla spesa:

  • fino al 20% delle spese ammissibili per le imprese di micro e piccola dimensione,
  • fino al 15% per le imprese di media dimensione,
  • fino al 10% per le imprese di grande dimensione.

Le risorse disponibili, gestite nell’ambito del Fondo per la crescita sostenibile, ammontano a 155 milioni di euro, di cui 155 milioni per la concessione dei finanziamenti agevolati a valere sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese gli investimenti in ricerca (FRI) e 62 milioni per i contributi diretti alla spesa a valere sulle disponibilità per il 2020 del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

E’ possibile inoltre attivare ulteriori co-finanziamenti da parte delle Regioni e Province autonome come stabilito in sede di Conferenza unificata.

I progetti di ricerca e sviluppo

I progetti ammissibili alle agevolazioni devono prevedere attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, strettamente connesse tra di loro in relazione all’obiettivo previsto dal progetto, finalizzate alla riconversione produttiva delle attività economiche attraverso la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali relative a:

  1. innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti, compreso il riuso dei materiali in un’ottica di economia circolare o a «rifiuto zero» e di compatibilità ambientale (innovazioni eco-compatibili);
  2. progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale, attraverso, ad esempio, la definizione di un approccio sistemico alla riduzione, riciclo e riuso degli scarti alimentari, allo sviluppo di sistemi di ciclo integrato delle acque e al riciclo delle materie prime;
  3. sistemi, strumenti e metodologie per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua;
  4. strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo;
  5. sperimentazione di nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l’utilizzo di materiali recuperati;
  6. sistemi di selezione del materiale multileggero, al fine di aumentare le quote di recupero e di riciclo di materiali piccoli e leggeri.

In particolare, vengono supportati i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale delle imprese, anche in partenariato tra loro o con organismi di ricerca, di importo non inferiore a 500mila euro e non superiore a 2 milioni di euro, nei diversi settori dell’economia circolare individuati dal bando.