Dolci di Carnevale: non solo chiacchiere.

Il Carnevale, la festa più pazza dell’anno si sta per avvicinare, ma di cosa si tratta in realtà e dove e quando nasce il Carnevale, ve lo siete mai chiesti? E quali sono i dolci del Carnevale da preparare per festeggiare queste giornate?  

Del Carnevale sappiamo che si tratta di una delle feste più amate dal grande pubblico, un evento caratterizzato da maschere, coriandoli, stelle filanti e dalla gioia di grandi e piccini, soprattutto per la moltitudine di dolci che abbonderanno sulle nostre tavole. Ma sono poche le persone che conoscono le origini di questa amata festa popolare.

Un po’ di storia del Carnevale

Non esiste un’origine certa della nascita del Carnevale, in compenso gli aneddoti e le curiosità abbondano. Sicuramente le sue origini sono da ricercare nell’antichità, tra Grecia e Roma con i Saturnali e le Dionisie, due feste di tradizione, dove l’ordine sociale veniva rovesciato e schiavi e liberi cittadini si riversavano nelle città per far festa con musica, costumi variopinti e balli sfrenati. Il Carnevale nel tempo viene “assorbito” dalla tradizione cristiana, mutando il suo nome in Festa dei Pazzi, durante la quale veniva invece eletto un finto Papa che girava a cavallo per le strade della città, mentre uomini e donne e ricchi e poveri si scambiavano d’anno. Nonostante questa festa non fosse ben vista dalla Chiesa, la tradizione non si è mai interrotta.

Il Carnevale moderno così come lo conosciamo noi, inizia a delinearsi durante il Rinascimento, ricco di feste sfarzose e con l’introduzione delle sfilate dei carri in maschera, chiamate Trionfi (sbeffeggiando i Trionfi dell’antica Roma, ossia i cortei che si tenevano al ritorno a Roma di un generale dopo una grande vittoria). Questi coloratissimi cortei furono introdotti a Firenze da Lorenzo de’ Medici, grande amante delle arti in tutte le sue forme, e venivano accompagnati da balli e canti detti carnascialeschi, di cui anche lo stesso Lorenzo fu autore. Durante il ‘600, infine, compaiono nella Commedia dell’Arte le maschere regionali italiane, ognuna che incarnava un carattere preciso dell’uomo che veniva deriso ed esorcizzato attraverso le loro buffe vicende (Arlecchino-servitore, Pantalone-padrone, Balanzone-saccente, ecc.) e il Carnevale li adotta come maschere tipiche di questa festa.

Dolci di Carnevale: chiacchiere e castagnole ma non solo.

Tra i più noti ci sono le chiacchiere, che sono prodotte in tutta Italia e in base alle regioni prendono un nome diverso: frappe, cenci, bugie. La loro origine risale addirittura all’antica Roma, dove erano chiamate “fritcilia” perché fritte nel grasso di maiale e prodotte in grande quantità in occasione dei Saturnali. Col tempo le chiacchiere sono diventate a buon diritto il dolce simbolo del Carnevale.

Le castagnole sono un altro dolce tipico di Carnevale, diffuso in tutto il Paese, anche se nato nell’Italia settentrionale e ha la De.Co. del Comune di Bordighera. Si tratta di frittelle dolci con un cuore soffice, così chiamate per la loro forma che ricorda vagamente quella di una castagna.
Anche le frittelle di mele sono tradizionali di carnevale, realizzate con fette di mele spesse e succose rivestite da una pastella croccante.

Nel Mantovano si preparano i riccioli (in dialetto, risulèn) ossia biscotti preparati con la farina di mais macinata molto sottile (fioretto), a cui si aggiunge burro, zucchero, strutto, tuorli d’uova e scorza di limone grattugiata. In molte zone della Lombardia si è soliti festeggiare con i làciàditt, piccole frittelline di mele tipiche del Carnevale ambrosiano. E a proposito di frittelle, non si possono tralasciare le fritole veneziane, arricchite con uvetta e pinoli.

Dall’Alto Adige arrivano i krapfen che, anche se oggi sono sdoganati a tutto l’anno, in realtà sono proprio un tipico dolce di carnevale (non a caso in Alto Adige vengono chiamati Faschingskrapfen, ossia “krapfen del Carnevale”).

In Piemonte è viva la tradizione dei farciò, frittelle del carnevale alessandrino che si differenziano dalle castagnole perché sono gonfie e vuote all’interno, e di dimensioni più importanti, che possono anche essere guarnite con crema pasticcera.

Dalla Toscana arrivano il berlingozzo, un dolce tipico a forma di ciambella, e la schiacciata alla fiorentina, torta semplice e soffice che riporta lo stemma della città a forma di giglio. Sono marchigiani gli arancini di Carnevale, una pasta sfoglia fritta con succo e buccia d’arancia, da non confondere con i celebri arancini di riso siciliani. Di Spoleto (Umbria) è tradizionale la crescionda, una torta al cioccolato e amaretti dalla consistenza simile a un budino.


Nel basso Lazio si preparano i cecamarini, simili alle castagnole, ma di dimensioni più ridotte e dall’impasto più morbido per la presenza di latte. In alcune regione del sud (Abruzzo e Molise) ma anche del centro Italia (Umbria) si prepara la cicerchiata, una piramide o una corona di palline di pasta fritte, mescolate con miele bollente che, raffreddandosi, unisce le palline tra loro dandole forma e struttura. La pignolata glassata è invece un dolce tipico del Carnevale siciliano. Si tratta di gnocchetti fritti ricoperti di glassa bianca al limone o di glassa scura al cioccolato oppure anche ricoperti dal miele.

Le zeppole sarde sono dolcetti fritti a forma di ciambella o a forma di sottili serpentini di pasta arrotolati della tradizione carnevalesca isolana. Appartiene invece alla tradizione napoletana il migliaccio, dolce un tempo preparato con la farina di miglio (da cui deriva il nome) e che oggi è invece a base di semolino. Sotto il Vesuvio si preparano anche le graffe, ciambelle fritte dall’impasto di patate.

L’elenco dei dolci di Carnevale italiani potrebbe continuare ancora, anche perché di quasi tutti i dolci menzionati ne esiste più di una variante che cambia da una regione all’altra o anche solo da una città all’altra. Insomma a Carnevale tutto è ammesso. Anche in cucina.

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