Il Bocconcino e la cucina “ritrovata“ a due passi dal Colosseo.

E’ possibile mangiare piatti autentici  della cucina laziale “introvabile” anche a due passi dal Colosseo senza incorrere in menù turistici? Ebbene sì, Il Bocconcino propone un menù audace ricco di ricette recuperate dagli antichi testi di Ada Boni, Pellegrino Artusi e Livio Jannattoni che narrano tradizione e ricordi. 

Nel cuore del rione Celio a Roma, a due passi dal Colosseo,  sorge l’unica osteria che propone ancora oggi ricette originali e dimenticate della cucina romana e laziale, Il Bocconcino.

Tordo matto, fettuccine con ragù di rigaglie di pollo, anatra alla Cesanese, animelle al Marsala e gli ‘ngozzomoddi” sono solo alcuni degli audaci piatti autentici che interpretano la territorialità e tradizione romana che possiamo quasi considerare introvabili ai nostri giorni ma che in passato erano abituali nelle cucine delle nostre nonne.

Il Bocconcino, l’idea

Il Bocconcino nasce dalla mente di un farmacista “romano de Roma” con la passione per la cucina ereditata dal nonno, che dopo la pandemia si rinnova nello stile proponendo i piatti introvabili seguendo il concetto del “KM buono” in una location dall’atmosfera calda e arredi moderni in legno che vi accompagna dalla colazione alla cena.

“Siamo gli unici che hanno sempre avuto il coraggio di dire che il ‘km 0’ è una presa in giro, soprattutto in una grande area urbana come Roma. Il nostro personale e unico concetto di cucina si ispira a quello che abbiamo chiamato il ‘km buono’. Noi privilegiamo sempre il prodotto migliore rispetto a quello più vicino che non necessariamente è un’eccellenza. Quando il ‘km zero’ e il ‘km buono’ coincidono, allora abbiamo il ‘km perfetto’, cioè un piatto dove storia, cultura, eccellenza della materia prima e freschezza coincidono”, racconta Giancarlo Pragliola, ideatore e patron de Il Bocconcino.

Il menu de Il Bocconcino

Le antiche osterie romane non avevano il menù, semplicemente perché i clienti sapevano cosa veniva servito a seconda del giorno della settimana. Stessi piatti negli stessi giorni canonici. Il Bocconcino ha ripreso questa formula  presentando il “menù calendario”, suddiviso in due parti, una stagionale classica e una dedicata all’offerta settimanale.

Ed ecco che il martedì e il venerdì troviamo il baccalà con i ceci e il pesce azzurro; il giovedì gli gnocchi, il tipico piatto sostanzioso del passato per affrontare al meglio il  venerdì ‘di magro’, il sabato la trippa come da tradizione testaccina, la domenica arrosti e lasagne per celebrare alla grande il giorno di riposo; per poi ricominciare la settimana il lunedì, giorno di avanzi, con ricette come il bollito alla picchiapò o le polpette.

L’altra parte del menù comprende  i grandi classici – come carbonara, amatriciana e cacio e pepe qui interpretate con le materie prime eccellenti del territorio, accompagnati da vini in prevalenza laziali, come il Cesanese DOC di Damiano Ciolli.

Le ricette della cucina del Lazio vengono riproposte attraverso un minuzioso studio dei  testi antichi di grandi autori come Ada Boni, Livio Jannattoni o Pellegrino Artusi, mantenendo la loro veste ‘primordiale’. Basti pensare alle polpette di carne bianca e sedano preparate con l’aggiunta della cannella.

La componente giudaico-romanesca, attraverso i carciofi alla giudia, i fiori di zucca farciti e fritti, e filetti di baccalà, caratterizza fortemente la proposta del Bocconcino, in quanto elemento portante della cucina tradizionale romana. La comunità ebraica di Roma, risalente al II secolo a.C.,  racchiude un’anima ‘conservatrice’, diventando così la  memoria storica dei sapori della città eterna e fonte di ispirazione. 

Perché la Cucina prima di tutto è Cultura. Racconta di noi, del nostro passato.

Info Utili:

IL BOCCONCINO: Viale Ostilia 23 – 00184 Roma – lun – dom 8.30/23.00 – chiuso il mercoledì

T. +39.0677079175 – ilbocconcino.com

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