TROPICANA FRUIT & VEGGIE CLUB: LA PASTINACA

La pastinaca è una pianta erbacea diffusa allo stato selvatico nei luoghi umidi e lungo le rive dei fossi, di cui si consuma la radice, simile alla carota e per questo motivo in Italia, nonostante sia poco conosciuta, è chiamata anche carota bianca. Dal punto di vista botanico può essere considerata parente della carota tradizionale e della rapa. Nei paesi anglosassoni, dove è largamente utilizzata ancor prima dell’introduzione della patata avvenuta nel XVIII secolo, è conosciuta con il nome di parsnip.

Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, caratterizzata da un fusto erbaceo simile a quello del prezzemolo e da una radice commestibile a fittone lunga mediamente 10-15 cm di colore bianco o crema che ricorda, appunto, la carota. Costituita per circa l’80% da acqua, 5% da zuccheri, 5% da fibre e 1% da proteine, è fonte eccellente di vitamina C, magnesio e potassio. In più il valore nutrizionale della pastinaca è assimilabile a quello delle patata, sebbene sia più ricca di fibre e contenga solo la metà delle calorie.

Ha consistenza carnosa e sapore leggermente acidulo a crudo vagamente somigliante al sedano che diventa dolciastro una volta cucinata al forno, saltata in padella, cotta al vapore, fritta, cotta nell’olio e successivamente glassata con miele o sciroppo d’acero.

Qui da noi, in Italia, la pastinaca è scarsamente se non per nulla utilizzata in cucina. Al contrario, è impiegata come alimento destinato ai suini, soprattutto per i maiali allevati per la produzione del Prosciutto di Parma DOP.  Nel Centro Europa si usa con le stesse modalità della patata servita come verdura di contorno per arrosti, particolarmente pollo. In alcuni paesi del nord europei è addirittura impiegata come base per la preparazione di bevande alcoliche fermentate simili alla birra. Alla  radice, inoltre, è riconosciuto un notevole effetto digestivo, ma anche proprietà diuretiche e remineralizzanti, tanto che il suo consumo è consigliato alle persone anziane o convalescenti.

Si narra che l’imperatore romano Tiberio – particolarmente goloso –  importò la pastinaca dalla Valle del Reno (nell’attuale Germania) per coltivarla nella sua villa di Capri. Nel Medioevo veniva poi data ai bambini come calmante per via del sapore dolciastro, mentre i colonizzatori la portarono nel Nuovo Mondo dove gli abitanti nei nuovi insediamenti iniziarono a coltivarla come ortaggio oltre a produrre distillati e farine per la preparazione di pane e dolci.

Infine, attenzione a non confondersi con la pastinaca comune o gigante, conosciuta anche come trigone: è infatti una specie ittica simile alla razza chiodata.