Viaggio tra i Ristoranti del Buon Ricordo: Taverna del Cacciatore a Castiglione dei Pepoli.

Nuova tappa del viaggio tra i Ristoranti del Buon Ricordo con Roberto Mirandola e Carlo Volponi. In questa puntata andiamo a conoscere la Taverna del Cacciatore a Castiglione dei Pepoli in provincia di Bologna.

Ebbene sì, lo ammettiamo: gastronomicamente parlando, abbiamo un debole per Lucia Antonelli – la Regina del Tortellino – e per la sua Taverna del Cacciatore. Lucia piace come persona, con il volto sempre sorridente e il suo accento bolognese che mi fa impazzire, ma ci piace anche come cuoca per i suoi inarrivabili tortellini e per la sua cucina di sostanza e di qualità. Infine amiamo il suo locale perché rappresenta l’essenza della semplicità e della convivialità.

Decidiamo di andare a trovarla e alla fine di una cena come al solito sublime – sformatino di patate e prugnoli, tortellini in crosta di Parmigiano e olio EVO, tagliatelline agli ovoli, formaggio fritto con tartufo e crema bruciata al rosmarino – si siede al mio tavolo e parliamo un po’ di tutto.

Lucia Antonelli

Carlo Volponi – Come è andata la festa per il cinquantesimo?

Lucia Antonelli – È stata un successo! Tutto si è svolto in un clima spensierato e di allegria. Abbiamo avuto 250 ospiti e tantissimi amici che mi hanno aiutato a rendere indimenticabile la serata. In più, hanno partecipato all’evento tutti i miei fornitori, ma anche semplici conoscenti che hanno messo a disposizione i loro prodotti: carni, salumi, formaggi, frutta, verdura, vino e birra a volontà. C’era perfino un pizzaiolo di strada arrivato da Reggio Emilia! Alla fine siamo perfino riusciti a raccogliere  un bel gruzzolo per contribuire alla costruzione di un casa di riposo qui a Castiglione dei Pepoli. 

CV – Ma la tua storia qui alla Taverna come inizia?

LA – Mio suocero aveva comprato un appezzamento per costruire un circolo per il tiro a volo. All’epoca venivano molte persone, soprattutto cacciatori provenienti dalla vicina Toscana. L’idea di creare un posto di ristoro fu una conseguenza e nel 1969 nacque il ristorante con una proposta di piatti della tradizione montanara e primi di pasta fresca. Io, una volta diplomata in scienze motorie, avevo intrapreso l’insegnamento con qualche supplenza. Pur amando lo sport, quello scolastico non era un ambiente a me congeniale e pertanto nel 1991 quando i miei suoceri decisero di andare in pensione,  io e mio marito abbiamo deciso di proseguire la l’attività. All’epoca avevo 27 anni e, sebbene fosse stata una scelta forse incosciente,  la passione per la cucina unità a una certa pratica, mi spinto a proseguire. Alla fine si è rivelata una decisione vincente.

CV – E il Buon Ricordo? Come ci sei arrivata? 

LA – Avevo un’insegnante delle scuole superiori, alla quale sono ancora molto legata, collezionista di piatti del Buon Ricordo. È stata lei a convincermi a presentare la domanda di ammissione ma, quella volta, la mia richiesta non venne accolta. Successivamente, in occasione di uno dei tanti eventi ai quali regolarmente partecipo, ho conosciuto Giovanna Guidetti (titolare dell’Osteria La Fefa di Finale Emilia, locale già membro del Buon Ricordo, NdA) e siamo diventate amiche. È stata lei ad appoggiare la mia nuova candidatura e finalmente, a inizio 2016, sono entrata nell’Unione. 

CV – Cosa pensi del nuovo corso nell’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo?

LA – Siamo un bel gruppo, ben affiatato. Ho l’impressione che adesso ci sia un nuovo entusiasmo e maggiore voglia di fare rispetto al passato. Devo dire però che nella mia vita professionale ho numerosi interessi e l’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo rappresenta solo uno di questi. Indubbiamente è un impegno importante e, mio malgrado, non sempre riesco a portare avanti come vorrei la missione che mi è stata affidata come membro dell’URBR. 

CV – E del Menu del Buon Ricordo? Qual è la tua opinione?

LA – È un discorso un po’ complicato. Se dal lato economico per noi ristoratori è conveniente, i piatti distribuiti sono decisamente meno rispetto al passato quando bastava ordinare solo la specialità e conseguentemente l’impatto a livello pubblicitario è minore. Penso sia un concetto da rivedere: i locali associati sono tra loro diversi con le specialità eterogenee a seconda degli ingredienti, dei metodi di cottura e di preparazione. La specialità può essere un antipasto, un primo o un secondo piatto. Oltretutto non è sempre facile costruire un menu accattivante. Sarebbe forse più opportuno mettere al centro il Piatto del Buon Ricordo, inteso come la specialità, e costruirci attorno una proposta personalizzata. Se ne dovrà parlare.  

CV – E per il futuro? Cos’hai in serbo? 

LA – Ho recentemente ristrutturato una vecchia cantina con un bel camino all’interno del quale inserirò un girarrosto e, al centro della stanza, posizionerò un grande tavolo, mentre alle pareti appenderò tutti i miei piatti del Buon Ricordo. Questo nuovo spazio sarà destinato ai clienti che desidereranno organizzare cene private con un numero limitato di coperti. Magari sarà il posto giusto per organizzare uno dei prossimi pranzi degli Auguri di Natale di voi collezionisti.

Il menu del Buon Ricordo, composto da quattro portate, è ispirato alla più schietta cucina montanara di frontiera declinata nel rispetto della trazione più autentica:

antipasto: Ciacci di castagne con pecorino, noci e aceto balsamico;

primo piatto: Tortellini con olio EVO toscano in cialda di Parmigiano;

secondo piatto: Coniglio in porchetta con patatine al rosmarino;

dessert: Budino tiepido di castagne con salsa ai marroni.

Informazioni

TAVERNA DEL CACCIATORE

VIA CAVANICCIE 6 – 40035 CASTIGLIONE DEI PEPOLI (BO)

contatti: tavernadelcacciatore.com  –  info@tavernadelcacciatore.com

chiusura: domenica sera e lunedì.

specialità e piatto omaggiato: Tortellini con olio EVO toscano in cialda di Parmigiano

costo per il menu del Buon Ricordo: €50,00 vini esclusi, acqua e caffè compresi

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