In Italia lo spreco alimentare costa oltre 9 miliardi di euro.

L’osservatorio Internazionale di Waste Watcher\Spreco Zero attraverso i dati del World Foodwaste Report ha indagato, analizzando la quota di spreco alimentare, i comportamenti dei cittadini di 9 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Sudafrica, Brasile e Giappone. L’indagine permette di comporre una mappa degli stili alimentari sulla Terra, intervistando complessivamente 9mila cittadini, per un campione statistico di 1000 cittadini a Paese. 

Spreco alimentare, la situazione in Italia

Gli italiani sprecano settimanalmente 674,2 grammi di cibo a confronto dei 595,3 pro capite risalenti all’ultima rilevazione diffusa nel febbraio 2022 di Waste Watcher International. Possiamo, quindi, notare come in così poco tempo gli italiani siano diventati più spreconi. Lo spreco alimentare domestico, quantificato in 674,2 grammi pro capite, costa annualmente agli italiani 9,2 miliardi, stima basata sui parametri dell’agosto 2022.

Ci si sta allontanando, secondo Andrea Segrè agroeconomista e fondatore della campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero, dagli Obiettivi dell’Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile previsti per il 2030. «Ma con tutta evidenza, più ci avviciniamo al traguardo, più si allontanano gli obiettivi #famezero e #sprecozero. Negli anni della recrudescenza della povertà alimentare in Italia e nel mondolo spreco alimentare vale oltre 9,2 miliardi solo per il cibo gettato nelle case italiane: una stima chesale a 15 miliardi se includiamo il costo dell’energia utilizzata per la produzione del cibo. Eppuresempre in Italia, oltre 2,6 milioni di persone faticano a nutrirsi regolarmente a causa dell’aumento dei prezzi e dei rincari delle bollette e 5,6 milioni di individui (il 9,4% della popolazione) versano in condizione di povertà, secondo i dati Istat 2021. Siamo ai massimi storici, e con tutta evidenza l’Italia e il mondo devono darsi l’obiettivo di una global food policy come strategia sociale, economica e di sviluppo sostenibile» conclude Andrea Segrè in veste di direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher.

Andrea Segrè

Spreco alimentare, i risultati nei 9 Paesi del mondo

Dal Rapporto, presentato il 13 ottobre nella sede della Commissione Europea a Roma, è emerso che 6 italiani su 10 non hanno fiducia nel quadro sociale, economico attuale e futuro del proprio Paese a differenza degli statunitensi che presentano un indice di fiducia pari a 50,9% e in Europa della Germania con un indice di fiducia dei consumatori al 47,2%. Il Brasile, in quest’ottica, risulta essere il popolo più fiducioso in quanto il 58%, pari a 6 cittadini su 10, ritiene che la situazione economica del loro Paese migliorerà.

In relazione al Food Waste globale Sudafrica e Giappone si rivelano i Paesi più virtuosi perchè nelle loro case si spreca circa la metà di cibo con 324 e 362 grammi a settimana. In Europa, la Francia si allinea tra i Paesi più virtuosi con uno spreco settimanale di 634 grammi. Gli Stati Uniti, invece, risulta essere il Paese che spreca di più con 1338 grammi di cibo gettato a settimana.

Per quanto riguarda lo spreco alimentare domestico, i giapponesi si posizionano al primo posto in quanto in casa oltre 7 cittadini su 10 sprecano cibo meno di una volta a settimana. A questo indice si avvicinano anche gli italiani e i francesi, con il 68% dei cittadini che dichiarano di sprecare meno di una volta a settimana.

Qual è l’alimento più sprecato del pianeta?

La frutta risulta essere l’alimento più sprecato del pianeta. In Italia vengono gettati circa 30,3 grammi di frutta alla settimana, a seguire troviamo l’insalata con una media di 26,4 grammi e il pane fresco con 22,8 grammi pro capite. Stati Uniti, Germania e Regno Unito si attestano i Paesi che sprecano di più ogni settimana. 

In chiave di prevenzione ciò che accomuna i 9 Paesi è, sicuramente, la preferenza di prodotti di piccolo formato ed inoltre, fondamentale è il sostegno di campagne di educazione alimentare e sensibilizzazione dei cittadini sugli effetti negativi dello spreco per l’economia e l’ambiente.

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