Rustico leccese : patrimonio della tradizione gastronomica salentina

Quello che vi presentiamo oggi è un’icona della tradizione culinaria salentina: il rustico leccese. Non solo uno spuntino o un antipasto, ma è l’emblema della cultura pugliese che unisce le persone, che lo amano per il suo sapore e profumo inconfondibile e che lo condividono durante le feste di paese. Scopriamone storia ed ingredienti.

Il Rustico Leccese può essere considerato uno dei capolavori della cucina pugliese o, meglio, salentina.
Quando parliamo di cucina accostata alla parola Salento, ciò che andremo a descrivere sarà sicuramente qualcosa di squisito e poco leggero. Il rustico è infatti una delizia per il palato, sebbene non molto raccomandabile in termini di calorie, anche se la gente del luogo lo mangia (o lo mangerebbe) pure a colazione.
Parliamo di un prodotto da forno eccezionale, originario di Lecce e re dello street food di questi luoghi, che cattura l’attenzione e la gola di tutti i turisti e non solo. I suoi ingredienti sono pochi, semplici e saporiti. Andiamo a capire di cosa si tratta nello specifico.

Gli ingredienti del rustico leccese

La riconoscibilità e bontà del rustico leccese deriva dalla semplicità e dalla combinazione di ingredienti di qualità che, mescolati al meglio, generano una combinazione vincente. La base è costituita da pasta sfoglia, in particolare due dischi sovrapposti, per un diametro di circa dodici centimetri, che racchiudono un ripieno fatto di mozzarella, besciamella e pomodoro. La tradizione vuole che, lo stesso, venga consumato molto caldo, per apprezzare al meglio il gusto e affinché la mozzarella sia filante. Ultimo passo consiste nello spennellare la pasta sfoglia in superficie con del tuorlo d’uovo per conferirle la solita doratura in forno.

La storia del rustico leccese

In realtà non si hanno informazioni molto precise relativamente alla sua nascita. Ciò che possiamo dire con certezza è che il rustico risalga ad un periodo non antecedente al XVII secolo, data dell’invenzione della sfoglia, né prima dell’invenzione della besciamella quindi seconda metà del 1700. Inoltre, sebbene la pasta sfoglia venisse utilizzata per cibi poveri, il rustico sembra essere stato inventato da un nobile di Lecce. Alcune teorie assimilano il rustico ai vola au vent francesi, che si differenzia ovviamente per il ripieno salato fatto di pomodoro e besciamella.

Quando si mangia il rustico?

Non esiste una risposta esatta a questa domanda. Si potrebbe pensare che il ripieno di besciamella e pomodoro, lo renda perfetto per un aperitivo coi fiocchi. Ma c’è chi sarebbe disposto a mangiarlo anche a colazione, accompagnato da una bella tazza di caffè.

Per i più attenti alla linea, il rustico potrebbe anche essere consumato come sostituto di un pranzo veloce o come spuntino di mezzogiorno. Stesso discorso vale per la sera, sostituendolo alla cena, magari accompagnato da una porzione di verdura di stagione.

L’unico consiglio per consumare a dovere un buon rustico leccese è quello di soffiare prontamente sul ripieno dopo il primo morso al contorno di sfoglia. Il rustico viene servito molto caldo, per apprezzarlo a pieno, ma il rischio è quello di ustionarsi le papille gustative!

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