Rum in Tavola: la cucina di Davide Puleio e i Rum di Rinaldi 1957

Eravamo presenti all’interessante serata organizzata da Pulejo dove la cucina si sposava al Rum. Eccoci alla scoperta dell’innovativo percorso a base di 6 piatti e 6 distillati in grado di stupire e intrigare i palati nella capitale.

Pasteggiare con il rum non è mai stato così facile, il viaggio gustativo proposto dallo chef Davide Puleio è Rinaldi 1957 ne è stata la prova lampante. Attraverso l’attenta degustazione accompagnata dalla guida di Walter Murcialego Gosso, Trade e Ambassasor dell’azienda bolognese Rinaldi 1957, famosa per la distribuzione di distillati di prestigio da tutto il mondo, sono stati proposti piatti difficili da dimenticare.

Caraibi, Filippine, Colombia e Guyana sono solo alcune delle tappe in cui ogni sorso è riuscito a trasportare i commensali, in totale in equilibrio con il menù studiato dall’Executive Chef Puleio, noto di recente per il premio “novità dell’anno” della Guida Gambero Rosso

Il ristorante Pulejo è riuscito a regalare attraverso questo creativo food pairing  un’esperienza intrigante, ricca di curiosità, dalle mille sfaccettature all’insegna del  racconto, partendo dalle piantagioni della canna da zucchero fino ad arrivare alla lavorazione della melassa e  alla nascita del rum vero e proprio.

La Degustazione

La serata si è aperta con 3 sfiziosi entrée: bao agli spinaci, aringa affumicata e buccia di limone, tramezzino cipolla di tropea e basilico,  churros salati di lardo affumicato e cumino accompagnati da un calice di Champagne  Extra Brut Jacquart per poi passare al celebre  “Peperone come manzo”, una tartare vegetale che attraverso una lunga e  meticolosa lavorazione acquisisce la stessa  consistenza  e  le medesime note gustative del manzo.  In accompagnamento un Montebello Vieux 8 anni Millesimé 2007, rum dalle sfumature d’oro e rame, prodotto in Guadalupa,  invecchiato in botti rovere di Bourbon per 8 anni,  dotato a naso di note agrumate, sentori di cioccolato e caffè,  dal sapore avvolgente, persistente, ed equilibrato al tempo stesso.

A seguire, il raviolo al pomodoro arrosto, battuta di manzo, crema di latte al midollo e basilico in abbinamento al Ron Centenario Gran Legado Reserve 12 Anos, dove le note intense di caramello e vaniglia si sposano perfettamente con la  dolcezza della salsa e sapidità del ripieno.

Si passa poi alle isole Cubane, con Ron Santiago De Cuba 11 Anni, proposto in accompagnamento del celebre risotto mi-ro, originale omaggio alle città di Roma e di Milano, dove lo chef Puleio ha vissuto e lavorato per diversi anni.  Parliamo di un Rum celebre per gli amanti del settore, considerato la più alta espressione della tradizione Cubana, “La Culla del Ron Ligero Cubano” dal 1862, invecchiato 11 anni in barile di rovere bianco dal gusto secco, retrogusto intenso, con a naso sentori di vaniglia, mandorla e frutta tropicale. Un gusto secco, intenso ed equilibrato per poi passare ad un altro Must dello Chef: la manzetta beneventana, prugne e lardo, dove le note di tabacco, cuoio e uva passa del Pusser’s 15 Anni, trovano il perfetto equilibrio.In questo caso parliamo di un altro celebre distillato, realizzato in “small batch”, chiamato dal Forbes Magazine “Single Malt of Rum”. Un Rum pluripremiato, realizzato in quantità limitata, che chiude la portata con note di zucchero Demerara, spezie, frutta e caramello, e gusto rotondo.

Il viaggio si conclude con il tradizionale tiramisu’ e dalla celebre Coloma 8 Anos, che con le sue note di caffè cacao e vaniglia risulta il perfetto per il dessert in questione.  Anche in questo caso si tratta di un rum che riposa 8 anni in botte di rovere, contenenti in precedenza Bourbon, per poi terminare  l’affinamento in botti impiegate per stoccare il famoso liquore al caffè della stessa casa produttrice. Non poteva assolutamente mancare l’esuberante Don Papa Baroko, invecchiato alle pendici del Monte Kanlaon nelle Filippine, dal gusto pieno e originale, ricco al palato di note di frutta tropicale e miele, invecchiato in botti di quercia da Bourbon, con a naso sentore di agrumi e vaniglia accompagnato dalla Petit Fourdella casa.

Un vero e proprio Viaggio tra magia e storia, dove troviamo come protagonisti non solo i sapori bensì i profumi e gli aromi.

Il ristorante Pulejo

Il ristorante Pulejo si trova nel cuore del quartiere Prati e nonostante sia aperto da pochi mesi risulta già particolarmente conosciuto.  Un ambiente raccolto e curato che ospita 11 tavoli e 30 coperti in una cornice dal design moderno che nella propria semplicità, racchiude l’attenzione per i dettagli e l’arte contemporanea. Il piano inferiore ospita la cantina, composta da un interessante scelta di etichette italiane e straniere. L’Executive Chef Davide Puleio, già noto nel panorama gastronomico italiano, sceglie per questo format nuove idee e abbinamenti che riconducibili al tema della memoria  “sia per l’evocazione sensoriale che vogliono trasmettere i piatti, sia per l’intento di “riportare a casa” i commensali in un ambiente caldo e familiare, non a caso Pulejo è proprio il nome della mia famiglia”.

La sala si compone di 11 tavoli e 30 coperti e la sua responsabilità è affidata a Simone Cavaterra che vanta, tra le sue esperienze, 6 anni all’Hassler e un passaggio al Dinner by Heston blumenthal. Davide Puleio è sempre alla ricerca di nuove idee e abbinamenti ma resta viva la memoria del suo passato è stato aperto da pochi mesi. «Il tema della memoria è centrale”, dice lo chef che definisce la sua cucina emotiva, con un intenso lavoro sulle materie prime, una sensibilità materica, un approccio di profondità, ricerca del prodotto grazie anche alla costruzione di una piccola rete di fornitori per una selezione delle migliori primizie sempre più capillare.

Borgo Santuletta, il borgo trasformato in agriturismo più famoso dell’Oltrepò pavese.