Montelio: il futuro in mano ai giovani dell’Oltrepò Pavese.

Una storia iniziata nel 1803 grazie ad Angelo Domenico Mazza, colui che ha posto le basi per quella che oggi è diventata un’azienda vinicola di riferimento per il territorio dell’Oltrepò Pavese. Oggi Arianna insieme al fratello e ai cugini guidano l’azienda Montelio.

Era esattamente il 7 maggio del 1803 quando Angelo Domenico Mazza acquisto dalla Francia una porzione di terra anticamente appartenuta al monastero femminile di Santa Maria e Sant’Aureliano. La struttura odierna richiama quella del convento, con il chiostro, la cantina e l’antica ghiacciaia oggi convertita in infernot per conservare le annate storiche.

Montelio, una famiglia dove i giovani hanno voce in capitolo

È con Arianna Tinelli che abbiamo parlato per farci raccontare le storia e i progetti futuri di Montelio. Lei, insieme al fratello Roberto e ai cugini Edoardo e Irene, è parte integrante dell’azienda gestita e guidata dalle sorelle Caterina e Giovanna Brazzola. Quattro giovani specializzati in fasi diverse della filiera completa, dalla coltivazione delle uve passando per la vinificazione, fino alla commercializzazione del prodotto finito. Tutti insieme si battono per la sostenibilità aziendale, un tema molto attuale e un percorso che hanno intrapreso da ormai diverso tempo, pur continuando a studiare per continuare a migliorarsi. Arianna cita a tal proposito il ciclo di seminari BIODIVIGNA organizzato dal Distretto Vino Oltrepò Pavese con l’Università degli Studi di Milano sul tema del vigneto sostenibile.

I giovani hanno un ruolo molto importante anche livello della comunicazione, settore nel quale, grazie ai social media, è possibile espandere la propria cerchia di conoscenze e allargare il proprio mercato. Non solo, questo mezzo di comunicazione è molto importante per mostrare al pubblico il vero lavoro che sta dietro ad una singola bottiglia di vino, riportandone la lavorazione passo dopo passo.

Il mondo del vino visto dai giovani di Montelio

Essere fieri delle proprie radici. Questo è quello che Arianna consiglia ai giovani del territorio che vogliono entrare a far parte di questo mondo. In passato non era insolito trovarsi tutti insieme a settembre a vendemmiare a casa dei nonni o dai vicini di casa. Oggi, purtroppo, questa tradizione sta venendo a mancare.

Viviamo nella cultura del tutto-subito e del successo, due concetti che non sono propri del vino che, al contrario, richiede tempi lunghi e grande sacrificio. In più, sottolinea, è un mondo dove non ci si annoia mai. Le innovazioni sono sempre dietro l’angolo e le sperimentazioni sono sempre ben accette.

Ovviamente, come in tutti i settori, occorre non prendere sottogamba il mestiere. La passione da sola non sempre serve a far arrivare. Si deve studiare, bisogna essere curiosi, partecipare ad eventi e visitare altre realtà locali per comprenderne il funzionamento e confrontarsi.

Tradizione e futuro, il punto d’incontro a Montelio

La tradizione gioca un ruolo fondamentale per l’azienda Montelio. Ricordi, avvenimenti, innovazioni e personaggi straordinari che non vanno dimenticati, ma celebrati. Un’azienda che ha vissuto gli ultimi 220 anni di storia italiana, intrecciando la sua storia con essa, e che ora si trova in un mondo che è cambiato tantissimo. Per farlo Arianna predilige le visite in cantina, un modo per entrare in contatto diretto con questa realtà e per stimolare la curiosità dei partecipanti con curiosi aneddoti che hanno fatto la storia non solo dell’azienda, ma anche, e soprattutto, della famiglia.

Le ultime tre generazioni di gestione al femminile: dalla bisnonna Anna Maria alla nonna Mirosa, per arrivare poi ad oggi con Caterina e Giovanna. L’ultimo rebranding per 5 etichette dei vini Montelio racconta proprio queste storie di famiglia ed il loro legame con il territorio.

Il futuro prevede la ristrutturazione della casetta “Montelio”, una struttura esagonale con vista a 360° sui nostri vigneti e con una vista emozionante sull’Oltrepò Pavese. Un luogo dove poter degustare i vini dell’azienda circondati solamente dalla natura, dimenticandosi del rumore della vita quotidiana.

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