Ben ritrovati tra le corsie del supermercato lettori di Radio Food. In questo articolo andremo a parlare di: Merendine. Un mondo sconfinato e variegato che assortisce interi reparti del supermercato. Andiamo a vedere i trend di questi prodotti e come le industrie si sono ingegniate per poter accontentare la più vasta fetta di consumatori possibili.
Identikit del consumatore di merendine
A contrario di come si possa pensare non sono solo i più piccoli a consumare questo tipo di alimento. Vuoi per la praticità, vuoi perché soddisfa in pochissimo tempo quella irrefrenabile voglia di dolce con 0 sforzi, vuoi perché oramai la vastità dell’offerta a scaffale va a soddisfare un po’ tutti i palati. La nascita del prodotto “merendina” sembra risalire agli anni 50’, quando una nota azienda di dolci da ricorrenza Milanese lancia il suo panettone in versione mignon come un prodotto versatile da consumarsi in qualsiasi ora del giorno. Da lì il boom di competitor che mettono in campo le loro “forze produttive” per farsi spazio in questa nuova fetta di mercato. Ed ecco arrivare sugli scaffali merendine che simulavano dolci casalinghi come plumcakes, muffins, crostatine, fino a prodotti più elaborati farciti con le farciture più disparate, fino ad arrivare negli anni 90’con le merendine nel banco frigo con farciture fresche per offrire un’alternativa del prodotto anche in versione più “fresca”. Dati dell’Unione Italiana Food indicano come il trend di consumi cresca ancora (+0,5% di consumi 2023 rispetto al 2022) e sottolineando come questa tipologia di alimento sia un prodotto che attraversa tutte le fasce di età. Gli Under 35 sono al primo posto con circa il 70% della popolazione che dichiara di consumare questo alimento almeno 2 volte a settimana. Passando poi alla fascia 35-54 anni il consumo scende a 1-2 volte a settimana. Allo stesso tempo le nuove generazioni di genitori sono i primi a proporre come snack ai piccoli per praticità e perché <nel tempo hanno avuto un miglioramento nel profilo nutrizionale>. Per questi motivi anche le merendine entrano nei primi 5 alimenti che da ultime ricerche di mercato, vengono consumate come snack insieme a frutta, yogurt, snack salati e panini.

Valori nutrizionali
E’ vero. Gli ingredienti nelle merendine nel tempo hanno subito diverse modifiche esattamente come tutto ciò che di alimentare viene prodotto industrialmente. Si sta sicuramente più attenti alla salute e alla sostenibilità ambientale e non solo anche ad esempio quella animale. Molte merendine enfatizzano ad esempio, il fatto di utilizzare solo uova da allevamenti a terra proprio perché ritenuto un plus dal consumatore poiché dà l’idea di un prodotto che “nuoce meno all’ambiente”. Stessa cosa per i claims nutrizionali dove si va sempre più incontro ad una riduzione degli zuccheri aggiunti o di grassi aggiunti prediligendo grassi come l’olio di girasole alto-oleico o nei casi in cui non è possibile sostituirlo l’olio di palma da piantagioni sostenibili. Questo processo di “pulitura dell’etichetta” sicuramente ha un impatto positivo sulla formulazione della ricetta ma ricordiamoci sempre che è e rimangono prodotti da usare come snack occasionale, perché ok il miglioramento sul profilo nutrizionale, ma rimangono sempre fonte di grassi e zuccheri importanti in porzioni abbastanza ridotte (in media una merendina pesa sotto i 50g). E’ proprio questo numero che deve farci riflettere. Lo spuntino pomeridiano o di metà mattina dovrebbe apportare intorno al 5%-8% delle calorie totali della giornata, siamo quindi intorno alle 100Kcal.
Esempi di prodotti al supermercato:


In questi due esempi presi da prodotti a scaffale possiamo vedere come le porzioni del prodotto siano studiate per non superare di molto i fabbisogni energetici dello spuntino e delle 100Kcal per pezzo. Allo stesso modo possiamo vedere come questi prodotti da soli apportino pochissime proteine, pochissime fibre e principalmente grassi e carboidrati. Questo si traduce in un qualcosa di sicuramente goloso ma che non è bilanciato nei nutrienti e vista anche la porzione “piccola” rischia di far venire ancor più fame. Il lato positivo della merendina industriale è sicuramente la praticità del monouso. Quindi se magari integriamo la merenda con un piccolo frutto ricco in fibre andiamo un po’ a riequilibrare il tutto. Altro discorso è poi con il dolce casalingo che se è vero che è “fatto in casa” e sappiamo cosa c’è dentro molto spesso non rispettiamo i limiti di peso e possiamo consumare anche fette di ciambellone che si aggirano intorno agli 80-90g con tutti gli zuccheri e grassi che il prodotto si porta dietro.
Il consiglio è sempre quello di variare lo spuntino quindi non focalizzarsi solo sulle merendine che restano sicuramente un’opzione golosa per una pausa ma integrarle all’interno di uno schema di consumo settimanale più ampio che vede il consumo di frutta o yogurt o frutta secca in sostituzione della classica merendina.
Alla ricerca della merendina a scaffale
Andando a guardare gli ingredienti delle merendine non riscontriamo molte differenze da quelli che possono essere presenti nei ricettari delle nostre mamme. Sicuramente variano alcuni zuccheri come ad esempio lo sciroppo di glucosio-fruttosio in sostituzione parziale dello zucchero, oppure la presenza di latte in polvere o proteine del latte che comunemente non siamo abituati ad usare in cucina nelle preparazioni casalinghe. E poi ci sono gli agenti lievitanti questi “famosi” difosfato sodico e carbonato acido di sodio che nient’altro sono che le stesse molecole che troviamo nel comune lievito per dolci ad uso casalingo. A differenza della lievitazione con il lievito di birra, questa tipologia di lievito permette lievitazione istantanea poiché l’incontro in acqua di queste due molecole fa sviluppare anidride carbonica e quindi aumento di volume nell’impasto. Fatte queste “eccezioni” gli ingredienti sono tutto sommato quelli che troviamo anche nelle preparazioni casalinghe. Alcuni accorgimenti per scegliere una merendina se vogliamo più “sana” e giustificarne anche qualche centesimo in più quando facciamo la spesa sicuramente deve essere: Priva di grassi idrogenati; Minor contenuto di grassi saturi rispetto al prodotto del competitor; Minor contenuto in zuccheri rispetto al prodotto del competitor tenendo presente che sul mercato vi sono merendine che spaziano dai 6g ai 14/15g di zuccheri per porzione che è sempre circa 40g. Quindi con una merendina possiamo passare ad ingerire parlando di dosi domestiche da mezzo cucchiaino di zucchero (5/6g) a 1 cucchiaio raso da tavola (13/14g).
Come notare queste cose.
Innanzitutto dalla tabella nutrizionale guardando alla voce porzione e i suoi valori di riferimento. In secondo luogo dando uno sguardo alla lista ingredienti. Se nelle prime 2 posizioni figura lo zucchero beh quasi sicuramente quella merendina non è proprio l’ideale per avere una merenda bilanciata. Stessa cosa per i grassi, cercare merendine che prediligono grassi come il burro o l’olio di girasole alto-oleico e che siano posizionati in etichetta come 5-6 ingrediente o anche dopo.
Altre cose da notare, sarebbe meglio prediligere prodotti con porzioni che non superino le 100/130Kcal di un prodotto che però sappiamo possa appagare il nostro palato. Perché non c’è cosa peggiore che, mangiare qualcosa che non si gradisce anche durante uno spuntino.
Per quanto riguarda le merendine farcite come altri prodotti:
-Prediligere per quanto possibile quelle con farciture a più alto contenuto in frutta come spiegato più volte all’interno della nostra rubrica.
-Per le merendine al “cioccolato” preferire quelle con farciture a più alta percentuale di cacao o cioccolato.
Tra le tante proposte il consiglio è quello di seguire il proprio gusto e essere consapevoli che quello è uno sfizio che ci si sta togliendo. Quindi non serve acquistare la merendina integrale o ai 5 cereali o ricca in qualcosa se non piace al gusto e non ci appaga sensorialmente, perché di sicuro quei 30-40g di merendina apporteranno ben poche fibre e ben pochi nutrienti se non quelli prima elencati (carboidrati e grassi principalmente). Lasciamoci guidare quindi dal nostro gusto e influenzare poco dai claims soprattutto in questa categoria di prodotti, ma sempre consapevoli che si tratta di un piacere, uno sfizio che ci stiamo concedendo e che quindi non deve essere preso a modello ed inserito costantemente nella nostra dieta quotidiana.