La Transizione Alimentare secondo Carrefour Italia.

Alla tavola rotonda virtuale promossa da Carrefour con la presenza degli stakeholder istituzionali, nazionali e internazionali si è discusso delle strategie e dei prossimi passi per favorire la transizione alimentare per tutti.

La transizione alimentare è un tema cruciale per il nostro futuro nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e nell’emergenza dei cambiamenti climatici in atto. Serve una svolta che deve riguardare tutti e non lasciare indietro nessuno e, soprattutto, deve costituire un impegno comune di tutti i protagonisti della grande filiera del cibo.

La premessa alla base dell’incontro parte dalla consapevolezza dell’importanza del “coinvolgimento di tutta la catena del valore alimentare, dalle istituzioni alle aziende, dalle associazioni alle organizzazioni internazionali fino al mondo della ristorazione e ai consumatori” per potenziare e rendere efficace la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente.

L’iniziativa si inserisce nel programma All4Climate (Italy 2021) promosso dal Ministero della Transizione Ecologica e da Connect4climate della World Bank, con la partecipazione della Regione Lombardia e del Comune di Milano, in vista dei lavori preparatori della COP26 e per promuovere il 2021 come l’anno della transizione climatica.

Gli obiettivi di Carrefour

Triplicare le vendite dei freschi, raggiungere 5 miliardi di vendite di prodotti bio e ridurre gli imballaggi. Sono gli obiettivi evidenziati da Christophe Rabatel, Ceo di Carrefour Italia, “La transizione alimentare rappresenta una scelta inevitabile per contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, per tutelare il nostro pianeta e per favorire un consumo più responsabile. La gdo – ha commentato Rabatel – ha un ruolo centrale per la promozione di questo cambiamento radicale e per questo, noi di Carrefour, vogliamo essere un punto di riferimento per l’intera filiera, promuovendo momenti di confronto e di scambio virtuoso.”

Per quanto riguarda il rapporto con i fornitori, il ceo di Carrefour Italia ha sottolineato l’importanza di avere contratti più semplici (di solo due pagine) con i produttori locali e, se possibile, anche legati a un unico negozio in modo da garantire termini di pagamenti di sette giorni. In termini di assortimenti Carrefour ribadisce il suo impegno evidenziando i risultati ottenuti attraverso l’adozione di packaging sostenibili come nel caso del lancio delle bevande a base di frutta da un litro in confezione di brick in carta. “Questa soluzione – ha proseguito Christophe Rabatel – ci ha permesso un risparmio del 75% di CO2. È la dimostrazione che la sostenibilità si concretizza con le buone pratiche”.

In questo processo, s’inserisce la prima edizione italiana delle Settimane della Transizione Alimentare. Le due settimane, in programma dal 17 al 30 giugno 2021, prevedono il coinvolgimento di prodotti e di fornitori per lo più italiani, scelti per le loro caratteristiche sostenibili che, attraverso la firma di un Patto di impegno e co-responsabilità, condividono l’obiettivo di lavorare in sinergia con Carrefour. Saranno 14 giorni interamente dedicati alla sensibilizzazione dei consumatori e dei produttori su come i nostri stili di vita possano mitigare gli effetti del cambiamento climatico attraverso la produzione e il consumo responsabile e consapevole del cibo.

L’importanza di adottare nuove pratiche di produzione, lavorazione, distribuzione e consumo responsabili

La valorizzazione dei prodotti italiani è fondamentale per proteggere tradizione e biodiversità ma anche riaffermare l’evidente stretta relazione tra ‘cuochi’ e ‘produttori’ poiché sono parte della stessa filiera” – ha detto Cristina Bowerman, Chef una stella Michelin di Glass Hostaria e presidente di Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto.

“Ho sempre parlato più di filiera certa che corta. E’ necessario sostenere i piccoli produttori, far nascere una classe di agricoltori moderni sostenuti dalla tecnologia e soprattutto dal sostegno del governo. Ma servono anche infrastrutture – ha continuato la chef – tra Lecce e Roma c’è la stessa differenza che tra Roma e Milano, eppure un produttore pugliese non riesce spesso a far giungere nel tempo necessario il suo prodotto. Noi di Ambasciatori del gusto abbiamo messo a punto il progetto “Adotta un produttore”, per far conoscere la sua attività e il suo prodotto proponendolo nei nostri ristoranti”.

Secondo Zitouni Ould-Dada, deputy director office of climate change, biodiversity and environment Fao, “La domanda di cibo e risorse naturali è destinata ad aumentare per soddisfare le esigenze della popolazione mondiale in veloce crescita. Per raggiungere questo scopo in modo efficiente e sostenibile, dobbiamo trasformare il sistema agroalimentare rendendolo più resiliente al clima e sostenibile, concretizzando gli Accordi di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu. Questa trasformazione richiede collaborazione e innovazione tra tutti gli attori, incluso il settore privato, nello sviluppo di nuove soluzioni dirompenti e sostenibili, come ad esempio l’adozione di soluzioni digitali in agricoltura”.

Per Angelo Riccaboni, coordinatore del Gruppo di lavoro sul Goal 2 (Zero Fame) di AsviS, non si può nella transizione prescindere dal tema dell’inclusività. “Per dare un supporto concreto nella transizione agroalimentare verso la sostenibilità dobbiamo sostenere le piccole e medie imprese, di cui è in larga parte costituito il settore agrifood italiano, e far comprendere che tale passaggio porterà vantaggi sociali ed economici”.

Filiera corta, lotta allo spreco, trasparenza sulla sicurezza alimentare – ha detto Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi della Regione Lombardia – sono i tre pilastri delle politiche messe in campo in questi anni. La transizione alimentare passa anche da questi presupposti. Non è solo una questione etica, ma anche una richiesta del mercato. I consumatori sono sempre più attenti alla sostenibilità ambientale dei cicli produttivi, alla territorialità e alla sicurezza alimentare che i nostri prodotti sanno garantire. Dobbiamo però riaccordare i luoghi di produzione e quelli del consumo, la campagna e la città, mettere in evidenza le piccole realtà che fanno fatica a entrare nella grande distribuzione e sensibilizzare sul tema della stagionalità”.