La “Generazione Z” sempre più attenta alla sostenibilità

Sempre più informati e sensibili verso problematiche come quelle legate ai cambiamenti climatici, i ragazzi della cosiddetta Generazione Z, nati tra il 1995 e il 2010 si rivelano attenti nel non sprecare cibo e risorse e orientati verso scelte e abitudini sempre più eco-friendly. 

È quanto emerge da uno studio di In a Bottle, condotto su circa 1.100 ragazzi tra i 18 ed i 26 anni con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community per tracciare le attitudini dei giovani italiani in merito alla sostenibilità, indagando se e in che forma questo tema rappresenti per loro una priorità.

In cosa crede la Generazione Z

Gli adolescenti italiani si dimostrano sempre più sensibili ai temi che riguardano la sostenibilità, intesa maggiormente come rispetto e difesa ambientale (41%), ma anche presa in considerazione dal punto di vista sociale (23%) e alimentare (33%). Rendere la società in cui viviamo più “sostenibile” è considerato un obiettivo importante dalla maggioranza della Generazione Z (69%). “Rispetto” (45%), “futuro” (41%) e “vita” (35%) sono i concetti chiave a cui viene associata la sostenibilità. E alla domanda “Cosa fare per sviluppare una maggiore coscienza sempre più green e sostenibile?”, le nuove generazioni rispondono che occorre maggiore informazione nelle scuole (53%) e un maggiore focus su questi temi da parte dei media (46%), sia quelli tradizionali che i nuovi, capaci di parlare alle nuove generazioni con un linguaggio più immediato.

Quanto è importante la sostenibilità per i giovani?

Secondo la maggioranza (69%) la sostenibilità rappresenta una priorità a livello globale, mentre per altri (24%) non è ritenuta così fondamentale rispetto ad altre problematiche sociali o, addirittura, è ritenuta solo una moda del momento (5%). Inoltre, alla luce anche di ciò che ha un impatto a livello mondiale (scioglimento dei ghiacciai, inquinamento…), la maggioranza dei giovani ritiene che le problematiche di tipo ambientale (41%) richiedano un’attenzione globale maggiore.

Altra area di estrema importanza è la sostenibilità in campo alimentare (32%) e la conseguente lotta agli sprechi da parte dei consumatori; segue poi la sostenibilità sociale (17%) nell’ambito della quale, la principale preoccupazione per i giovani consiste nella squilibrata distribuzione di risorse e servizi su scala globale, con molte zone del mondo in cui non è garantito neanche l’accesso a beni di primaria necessità. In secondo piano, invece per la Generazione Z è la sostenibilità economica (9%).

Come si concretizza la sostenibilità nella vita di tutti i giorni?

Le pratiche più comuni riguardano: la mobilità (58%); il riciclo (51%) seguendo la filosofia delle tre “R” (Riduci, Riusa, Ricicla) che consente di diminuire gli sprechi energetici; l’utilizzo intelligente delle risorse in casa (47%) e la filiera agroalimentare (39%), optando sempre più per cibi made in Italy e piatti tipici delle tradizioni locali.

In quest’ottica, sempre più giovani affermano di voler sostenere il mondo della ristorazione, ritornando a frequentare trattorie e locali storici messi a dura prova negli ultimi mesi ma considerati  tra i patrimoni da tutelare del nostro Paese, capaci di educare a corretti stili alimentari e di promuovere le eccellenze territoriali.

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Serve maggiore attenzione e sensibilizzazione

Il 71% degli intervistati dice che vi è ancora poca attenzione sui temi della sostenibilità. Per la Generazione Z dipende dal poco spazio che trovano nel dibattito pubblico (45%) in particolare all’interno dei palinsesti tv e sui giornali ma anche alla mancanza di politiche sostenibili (28%) volte a favorire ed incentivare pratiche che siano strettamente legate alla salvaguardia degli ecosistemi ambientali e delle risorse naturali.

Per aumentare la sensibilità su questi argomenti le nuove generazioni sostengono che occorre educare e abituare fin da piccoli alle buone pratiche cominciando già nelle scuole (53%), trampolino ideale per maturare una “coscienza sostenibile” come loro naturale patrimonio culturale.

Per il 46% una maggiore sensibilità deve passare da campagne di sensibilizzazione e di comunicazione che possano amplificare il messaggio sull’importanza della sostenibilità dal punto di vista ambientale, alimentare, sociale ed economico. Infine, anche le istituzioni devono fare la loro parte proponendo più interventi e politiche (31%) per far aumentare le pratiche sostenibili e sviluppare una coscienza sempre più green e rispettosa della natura.