La frutta: è davvero necessaria una porzione a pasto?

La cucina è tradizione, dedizione, passione. In Italia e nel mondo. La storia di ogni paese non è composta solo da fatti storici, dittature, leader politici e dichiarazioni di indipendenza. È l’aspetto umano a determinare chi siamo. La poesia, l’arte, la letteratura. E la cucina? Anche, se non soprattutto. È uno degli specchi di sensibilità e coscienza umana più evidenti. Un insieme di regole, concetti e pensieri che da secoli riempiono parte della nostra cultura e di riflesso influenzano le scelte quotidiane di ognuno di noi. Spesso alcuni di questi concetti si ripetono, talvolta fino a stancarci tanto da arrivare a metterne in dubbio la reale rilevanza.

La zona mediterranea

La cultura alimentare italiana e, più in generale, della zona mediterranea, è composta da molteplici sfaccettature che la rendono unica al mondo, anche grazie alla biodiversità di un territorio che non ha eguali sul pianeta. Qualcosa di cui andare fieri probabilmente, ora e nei secoli a venire. La scienza però, o più precisamente la nutrizione, prosegue i suoi studi, arrivando ogni anno a nuove conclusioni che spesso sfatano alcuni miti secolari.

La frutta a fine pasto

Oggi la riflessione poggia le sue basi sulla famosa porzione di frutta a fine pasto che da decenni ci raccomandano di consumare. È davvero un’abitudine così essenziale per il mantenimento di uno stato di benessere fisico ottimale?

Come sempre, per poter comprendere a pieno un fenomeno, è necessario un piccolo passo indietro di natura scientifica. La frutta, come ben sappiamo, è un tipo di alimento in grado di fornire al nostro organismo una quantità importante di vitamine. Già questa piccola affermazione dovrebbe giustificarne un consumo più che quotidiano.

Le vitamine però rientrano nella categoria di micro-nutrienti, ossia quella tipologia di molecole presenti solo in quantità minime, spesso in misure molto ridotte come i milligrammi. Il componente presente invece in quantità importanti nella frutta sono gli zuccheri, quel tipo di composti che il nostro corpo utilizza prevalentemente per il dispendio energetico.

Allora vitamine + energia! Consumare frutta più volte al giorno tutti i giorni può portare solo benefici al nostro corpo.

No, calma.

Il comportamento dell’organismo

Se si consumano pasti ad alto contenuto di carboidrati, probabilmente aggiungerne degli altri alla fine non è sempre la scelta migliore. Infatti, quando il nostro corpo è saturo di molecole assimilabili a scopo energetico tende a trasferirle nel fegato, dove si forma la riserva di zuccheri conosciuta come glicogeno. Il fegato però non può accumulare glicogeno all’infinito, anche perché il corpo non ne ha bisogno. Lì nasce il “problema”. Quando il fegato è saturo produce grasso, andando quindi ad aumentare le nostre riserve adipose. Ovviamente non è la frutta la principale responsabile in casi di sovrappeso più o meno gravi.

La necessaria conoscenza

È però un componente piuttosto rilevante della nostra alimentazione e va quindi conosciuto più a fondo. Come accade spesso dunque, nel complesso di una dieta equilibrata, è il bilancio totale dei nutrienti quello che assume il ruolo di leader in termini di importanza. Se sono solito consumare carboidrati ad ogni pasto, magari la porzione di frutta la inserisco solo in uno dei due o la utilizzo come spuntino. Ci sono decine di combinazioni possibili, sta a noi, una volta aver appreso le informazioni scientifiche, fare delle conclusioni che più si adattano alle nostre personali esigenze e abitudini, per poi metterle in pratica.