In Trentino Alto Adige, esattamente in Valle Aurina, si produce da generazioni il formaggio grigio, simbolo dell’alimentazione di questi luoghi e oggi tutelato da Slow Food. Un formaggio dal carattere deciso che viene apprezzato da molti palati ma non da tutti.
Il formaggio grigio oppure Graukase, come è chiamato in Alto Adige e nelle valli confinanti con l’Austria, è un formaggio a pasta semidura che ha una storia antica legata alla tradizione montanara, dove le materie prime scarseggiavano e alcune volte venivano riusate in lavorazioni differenti.
La produzione del formaggio grigio
La produzione del formaggio grigio, che avviene da giugno a settembre, un tempo era affidata alle donne per un motivo ben preciso. Il latte utilizzato veniva riscaldato lentamente e dal momento che la cucina nella tradizione di questi posti era il luogo delle donne, erano loro a badare alla produzione mentre gli uomini si occupavano del lavoro in malga. Veniva utilizzato il latte avanzato dalla lavorazione del burro e poteva essere preparato una volta al giorno. Le particolarità che colpiscono del Graukase sono tante, ma quella più interessante è che non viene utilizzato nessun tipo di caglio animale. La fermentazione avviene spontaneamente, rientrando nella categoria dei Saurkase, ovvero quei formaggi acidi senza caglio diffusi nella zona del Tirolo.
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Caratteristiche del formaggio grigio
È un formaggio pungente dal profumo forte, durante la stagionatura che avviene per due o tre settimane produce delle muffe che gli danno sia il colore, che il sapore amarognolo ed acido. Stupisce quindi il suo sapore penetrante, la forma irregolare e senza crosta. La pasta si presenta marmorizzata, con nocciolo interno bianco-gesso che a seconda del grado di maturazione, può diventare giallo e untuoso, mentre al gusto si percepiscono subito note decise date dalle componenti acidule e fermentative. Questo formaggio è invidiato da tutto il mondo perché povero di grassi, basti pensare che il suo residuo è al di sotto del 2%.
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Dove si produce
Da diversi anni questo formaggio è presidio Slow Food, che ha scelto di difendere tutte quelle piccole organizzazioni di allevatori, artigiani e contadine che portano avanti nel tempo questa antica tradizione montanara. La zona di maggior produzione è la Valle Aurina, un posto incantato dove la natura vive prosperosa e l’uomo è parte integrante di un territorio che rispetta. Le maggiori produzioni le troviamo a Selva dei molini e Rio Bianco. La degustazione migliore di questa specialità e con olio, cipolla, aceto ed erba cipollina, ma le idee in cucina per utilizzare il formaggio grigio sono tante: dai Canederli, alle fettuccine oppure nel risotto.
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La ricetta di Armando Gattuso
Risotto al formaggio grigio, mele e speck croccante
La ricetta che propongo è un risotto con mele, formaggio grigio, speck croccante e cipolla rossa, per non allontanarmi dalle tradizioni che legano questi luoghi con materie prime autoctone. In alternativa al risotto si può utilizzare l’orzo, che in queste valli è da sempre un cereale usato dalla cultura rurale e contadina.
Ricetta per 4 persone
1000 ml di brodo di carne
200g di riso carnaroli
Mezza cipolla gialla tagliata a brunoise
Mezzo bicchiere di vino bianco
2 mele golden
80g di formaggio grigio
80g di speck
Erba cipollina
Mezza cipolla rossa
1 cucchiaino da te’ di aceto di mele balsamico
80g di burro
30g di burro per mantecatura
Parmigiano per mantecatura
Procedimento
Tagliare la cipolla gialla a brunoise e lasciarla appassire nel burro. Aggiungere la polpa delle mele.
Tagliare la restante parte delle mele a quadretti lasciando la buccia e caramellare il tutto in una padella con una noce di burro.
Aggiungere il riso e sfumare con il vino bianco, salare a piacimento ed iniziare la cottura con brodo.
Cuocere le listarelle di speck in un padellino antiaderente e mettere da parte.
Tagliare l’erba cipollina e la cipolla rossa molto finemente.
Portare a cottura aggiungere il formaggio grigio e mantecare con burro e parmigiano
Appena raggiunta la cremosità desiderata inserire l’aceto di mele balsamico
Impiattare aggiungendo lo speck, le mele caramellate, erba cipollina e la cipolla rossa tagliata finemente.
Vino in abbinamento
Per questo piatto suggeriamo un Traminer Aromatico Dolomiti. Giallo, sfumato oro brillante, dal profumo floreale, aromatico in bocca e fruttato (mela, banana, pesca, albicocca). In sottofondo note di cannella e chiodi di garofano. Al gusto è piacevolmente grasso, untuoso; fragranza e sapidità lo contraddistinguono e lo rendono molto equilibrato.