Vado a vivere (e mangiare) in campagna, lo studio delle aree rurali lombarde di Dimore e Borghi

Tre territori messi a confronto sul piano territoriale, culturale e gastronomico. Ma cosa accomuna la Lomellina all’Oltrepò Pavese e alle Terre del Po? Ce lo spiega il progetto Dimore e Borghi.

Le aree rurali del sud della Lombardia sono meta ambita per i milanesi che ricercano un ritaglio di pace e tranquillità dalla frenesia della città. Ad attirarli in queste zone di campagna sono le bellezze paesaggistiche, le testimonianze storiche e culturali, ma anche la gastronomia e l’offerta vinicola. Grazie all’unione delle forze dei GAL (Gruppi di Azione Locale) Risorsa Lomellina, Oltrepò Pavese e Terre del Po è nato il progetto Dimore e Borghi, volto alla promozione turistica di questi territori.

Dimore e Borghi in Lomellina per conoscere la cultura del riso

La Lomellina è una terra da sempre associata mondo del riso. La Mesopotamia lombarda, così viene spesso chiamata, deve all’acqua la sua propensione naturale allo sviluppo delle risaie. Queste aree paludose sono state plasmate da riforme agronomiche volute dagli Sforza per diventare ciò che oggi vediamo. È proprio a questa nobile famiglia che si deve l’introduzione della coltivazione del riso, ma anche la sua diffusione in altre importanti corti italiane, come quella Estense, grazie a doni che Galeazzo Maria Sforza era solito fare per estenderne la coltivazione sino al delta del Po.

Non solo il Carnaroli Classico, attenzione alla dicitura che deve essere completa per garantire un prodotto autentico e di qualità, ma anche le cosiddette “varietà storiche” vanno a comporre un quadro ben più che ampio della produzione locale. È così che a tavola arriva un riso varietà Lomello, oggi prodotto dall’azienda agricola Santa Maria, accompagnato dai tradizionali prodotti d’oca della Lomellina tutelati dall’omonimo Consorzio ad allietare un pasto in quelle che sono le terre del romanico e della vita contadina.

Alla scoperta dell’Oltrepò Pavese con vino e formaggio

Impossibile non associare l’Oltrepò Pavese al mondo vinicolo. Una conformazione geografica che richiama la forma di un grappolo d’uva e che racchiude al suo interno una tradizione lunga secoli. Conosciuta come meta di gite domenicali, questa terra sta diventando una soluzione abitativa sempre più apprezzata per via delle sue bellezze naturalistiche e gastronomiche, come dicono i dati di Dimore e Borghi. La varietà data dalla presenza della Via del Sale, rotta commerciale che collegava la Pianura Padana al mare, è il punto di forza di questa cultura culinaria.

Nasce così il gioco di alternanza di sapori dove un baccalà alle cipolle viene servito subito dopo un piatto di ravioli allo stufato. Da non trascurare è la tradizione casearia locale portata avanti dalle realtà storiche e dai giovani che hanno deciso di investire tutto nel territorio di origine. Gli ormai immancabili taglieri, in Oltrepò Pavese si vestono con formaggi ovini, caprini e vaccini, con il Salame di Varzi DOP e con una fetta di micca, il pane del territorio. Il vino non si limita ad accompagnare e un calice di Buttafuoco Storico diventa uno dei validi motivi per cui trasferirsi in Oltrepò.

Dimore e Borghi e la navigazione nelle Terre del Po

Ai confini della Lombardia si trova il territorio dell’Oltrepò Mantovano e Oglio Po. Inspiegabilmente poco conosciute, le Terre del Po sono la confluenza di una tradizione gastronomica contadina legata ai commerci lungo quelle vie che oggi è possibile navigare solamente a scopo esplorativo, ma che una volta erano le principali rotte di commercio. Il luccio si declina in una crema perfetta da spalmare su fette di polenta tostate, così come la sbrisolona si presta a concludere un pasto dove tortelli di zucca e spalla di maiale cotta hanno fatto da padroni.

Scegliere di visitare le Terre del Po, secondo il progetto Dimore e Borghi, significa entrare nel vivo nella storia dell’indipendenza di un luogo che per troppo tempo era stato sotto il controllo di Milano. Una rivalsa che è passata anche dalla cucina e dal sapiente utilizzo delle materie prime locali che hanno dato vita, tra le altre eccellenze, alla mostarda, indispensabile per la realizzazione dei già citati tortelli. Quello che è emerso da questo progetto, alla resa dei conti, è la volontà di queste terre di mettersi in gioco per diventare protagoniste di un nuovo modo di vivere, dove in campagna si va a vivere, ma sicuramente anche a mangiare.

Scopri il progetto sul sito: progettodimoreborghi.it

Benvenuti in Lomellina: un’occasione per scoprire la gastronomia del territorio