Cirò Wine Festival, una grande festa per il Cirò.

Dopo due anni di assenza è andato nuovamente in scena il 9 e il 10 agosto il Cirò Wine Festival, con una edizione rinnovata e di grande successo. Produttori e winelovers protagonisti di insieme di una serie di eventi che hanno arricchito un calendario lungo dieci giorni tra incontri tecnici e amatoriali per celebrare il Gaglioppo! Noi di Radio Food eravamo presenti e vi raccontiamo questa grande festa in nome del Cirò.

Cirò rappresenta da sempre la storia del vino in Calabria, ma non solo se si considerano le origini antiche di quella Enotria che diede il via alla viticoltura in tutta la penisola. In questo borgo di marinai e di vignaioli, tra mare e colline, i viticoltori e gli agricoltori hanno alimentato nel tempo una identità produttiva che oggi rappresenta la Calabria del vino in tutto il mondo. Qui è nata la prima Doc della regione (1969) che oggi vanta più di mezzo secolo di vita e che tra alti e bassi ritorna in auge grazie ad un rinnovamento intrinseco e ad un nuovo entusiasmo produttivo. Sempre qui il Consorzio di tutela e valorizzazione dei vini Cirò Doc e Melissa Doc ha riunito i produttori storici, le giovani cantine, i viticoltori artigianali costruendo una importante rete di cooperazione che negli anni si è consolidata e oggi rappresenta una fetta importante della produzione vitivinicola calabrese.

La nuova era del Cirò

Un fervore testimoniato più volte durante le giornate del Cirò Wine Festival dagli stessi organizzatori. Raffaele Librandi, presidente del Consorzio (intervistato da noi prima del Festival) e incontrato nelle nostre giornate cirotane ci dice: “Quando abbiamo iniziato il Cirò Wine Festival nel 2016 non sapevamo cosa aspettarci come risposta di pubblico ed aziende. Oggi l’evento è cresciuto, ha saputo coinvolgere il territorio, e l’attenzione della stampa nazionale e regionale, dei turisti, del pubblico in generale ci dà la conferma che siamo sulla strada giusta e continueremo con la valorizzazione e la tutela del nostro patrimonio paesaggistico e dei vini”.

Tra gli artefici di questo evento e di un nuovo movimento promotore del Cirò c’è Paolo Ippolito, uno dei titolari della storica azienda Ippolito 1845 e direttore artistico del Cirò Wine Festival. E come lui stesso afferma: “Noi produttori del Consorzio ci siamo prefissati come obiettivo primario la promozione e valorizzazione del Cirò. Lo stiamo facendo lavorando in sinergia e devo ammettere che questa generazione si contraddistingue proprio per una energia positiva, senza nulla togliere a chi ci ha preceduto portando avanti la tradizione del nostro vino. Questa è una generazione  caratterizzata da una grande collaborazione fra le aziende, quella coesione che spero sia necessaria per far sì che la Calabria enologica arrivi all’attenzione nazionale e internazonale”.

Paolo Ippolito introduce la masterclass condotta da Pasquale Porcelli e Luca Grippo

Cirò Wine Festival, cronaca di una grande festa

Sono stati 10 giorni intensi quelli dedicati al Cirò e alla sua promozione. Dal 1 agosto turisti, appassionati, giornalisti del vino, wine lovers hanno avuto modo di conoscere le aree di produzione, le tecniche, le caratteristiche dei vitigni e dei vini, incontrando le cantine aderenti al Consorzio, facendo dei tour tra cantine e vigneti con esperienze dirette di degustazione con i produttori e partecipando a cene a tema nei ristoranti della città che hanno sposato questo evento. Oltre una settimana di “eventi off” che hanno anticipato e preparato il pubblico alla grande festa di questa edizione 2022 del Cirò Wine Festival, che sarà ricordata come un’edizione nuova, allargata, più sinergica e più social con la presenza di influencer e wineblogger, tra cui ospite d’onore e ambasciatrice dell’evento Chiara Giannotti.

Gli ambasciatori del Cirò

Nei due giorni trascorsi a Cirò (9 e 10 agosto) abbiamo vissuto una realtà vivace in cui winelover, stampa e produttori hanno condiviso assaggi e impressioni. 25 le cantine con tutti i loro vini ad essere protagoniste assolute di due intense giornate di incontri tecnici e amatoriali. Siamo partiti con le degustazioni dei bianchi autoctoni di territorio e dei Cirò rosati e rossi, lungo un percorso immersivo variegato, fatto di sfumature.

Due mastercalss sold out, condotte da Luca Grippo, sommelier, wine journalist e giudice del Concours Mondial de Bruxelles, e Pasquale Porcelli, coordinatore della guida Prosit, dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino, attraverso cui abbiamo scoperto, un Cirò capace di rappresentare la sua terra di appartenenza, un vino che sa dare identità a questo territorio, interpretandolo tra tradizione e contemporaneità. Sempre riconoscibile nelle sue declinazioni e stili, il Cirò si rivela come un vino antico e nuovo allo stesso tempo fatto di consapevolezza agricola, sostenibilità, entusiasmo. E come è stato più volte sottolineato da molti, pare si sia aperta una nuova era del vino Cirò, tutta da vivere. «In Calabria si sta facendo una enologia davvero unica e straordinaria – ha dichiarato Luca Grippo – Il Cirò sta rappresentando la Calabria in pompa magna. C’è stata una evoluzione culturale e produttivo e c’è tutta una nouvelle vague che si sta dimostrando, a livello internazionale, sapientemente capace di produrre dei vini che siano davvero rappresentativi di un territorio con una storia incredibile».

Nella prima giornata di degustazione tecnica abbiamo conosciuto incontrato i produttori storici come Ippolito, Librandi, Senatore, quelli che hanno visto nascere il Cirò in bottiglia, la Doc ed una economia intorno a questo vino. E insieme a loro abbiamo conosciuto gli artefici di quella che è stata definita alcuni anni fa la Cirò Revolution – come Calabretta, Tenuta del Conte, dell’Aquila, A’Vita – che hanno voluto e saputo riportare il Cirò verso la tradizione, ad una versione in purezza del Gaglioppo con l’obiettivo di raccontare questo territorio nella sua essenza che si affaccia sul mare e viene abbracciato dalle montagne della Sila. E tra le 25 cantine non sono mancate le novità, giovani vignaioli che si sono legati alla loro terrà e che in questi anni di pandemia hanno ricercato, investito, costruito per presentarsi con dei prodotti di grande qualità in questo festival, come Vigneti Vumbaca, Cerminara, Campana.

Nella seconda giornata il momento clou arriva la sera ai Mercati Saraceni di Cirò Marina dove le 25 cantine del Cirò Wine Festival con i banchi d’assaggio incontrano le persone. Grande e al di là delle aspettative, come ci raccontano gli organizzatori stessi, la partecipazione di pubblico fino a notte fonda.

Winelovers, turisti, giornalisti e santi bevitori ci sono tutti, calici in mano a brindare a questa nuova e ritrovata edizione del Cirò Wine Festival, che è quello che tutti cercano intorno al vino – al di là dei tecnicismi e delle degustazioni – la festa. Perché il vino è gioia, vita, condivisione e amicizia e questi sono gli elementi di questo evento, che si conferma importante per la promozione di un vino riconosciuto come un vero e proprio marchio territoriale, che è la sua identità, cultura e allo stesso tempo economia.

La risposta del pubblico ha premiato il lavoro svolto e ci proietta con entusiasmo nel prossimo futuro» ci dice ancora Paolo Ippolito, responsabile della commissione comunicazione del consorzio.

L’assessore regionale all’agricoltura Calabria Gianluca Gallo

Una Calabria straordinaria secondo l’Assessore all’agricoltura

A salutare l’evento finale del Cirò Wine Festival 2022 c’era anche l’assessore all’agricoltura della regione Calabria, Gianluca Gallo. «Questa è la Calabria straordinaria che vogliamo portare avanti nei prossimi anni. Tutto sta ripartendo e dobbiamo ripartire con le manifestazioni che per noi sono sempre state di grande lancio per le produzioni identitarie che meglio ci rappresentano. Il vino è una di questa e qui a Cirò siamo nella terra del vino. Storici produttori e giovani realtà in questi ultimi anni hanno visto aumentare notevolmente la qualità delle loro produzioni: è una sfida importante che la nostra regione ha voluto raccogliere anche attraverso il Concours Mondial de Bruxelles nel quale le nostre cantine sono state particolarmente premiate (31 medaglie) segno evidente di un movimento vitivinicolo – ha aggiunto Gallo – che ha avuto una spinta verso la qualità. È questa la sfida che vogliamo raccogliere e lo vogliamo fare con le migliori aziende».