“I capolavori a denominazione di origine”, un progetto sinergico per la valorizzazione di DOP e IGP

Può un prodotto dell’agroalimentare italiano diventare un capolavoro? La risposta è sì, implicita nella sua domanda, perché nasce già capolavoro e perché viene fatto nei territori più belli del paese. Prodotti che sono plasmati dalla terra e dal sole, dalle mani di artigiani che somigliano ad artisti, prodotti che affondano le radici in tradizioni e una lunga storia, che riflettono anche disciplinari e una qualità garantita.

Parliamo delle oltre 830 denominazioni italiane del settore agroalimentare e vitivinicolo DOP IGP, 830 prodotti che rendono grande e “buono” il nostro paese, che ci portano a essere quel made in Italy così invidiato ed imitato.

I capolavori a denominazione di origine

Questi prodotti rappresentano la nostra identità, la nostra eredità culturale, di cui va sottolineato molti italiani non sono a conoscenza. C’è, infatti, una mancanza di informazione diffusa, un’ignoranza a volte anche nelle proprie regioni di quelli che sono i prodotti IGP o DOP che fanno grandi i nostri luoghi di appartenenza. Se questi prodotti ci rappresentano bisogna di conseguenza raccontarli per formare ed educare i consumatori, per portarli a una scelta consapevole e anche culturale di ciò che mettono in tavola. Proprio da questo quadro prende vita “I capolavori a denominazione di origine”, la prima iniziativa nata dall’accordo tra Eataly, Federdoc, Fondazione Qualivita, oriGIn Italia e Treccani, che propone ai consumatori un modello di informazione completo su tutte le denominazioni italiane.

Il progetto è stato presentato in digitale lo scorso 27 ottobre con la partecipazione di Nicola Farinetti – Amministratore delegato Eataly, Massimo Bray – Direttore Generale Treccani, Riccardo Ricci Curbastro – Presidente Federdoc, Cesare Mazzetti – Presidente Qualivita, Cesare Baldrighi – Presidente Origin Italia, Paolo De Castro – Presidente del Comitato scientifico di Qualivita, Manlio Di Stefano – Sotto Segretario Ministero degli Esteri.

Palcoscenico di questa iniziativa corale, che mette insieme istituzioni, imprese e associazioni sono gli store di Eataly. Sarà proprio tra gli scaffali e i banchi di degustazione che si potrà cogliere l’opportunità di approfondire la conoscenza di questi capolavori italiani a denominazione di origine attraverso numerosi materiali di comunicazione originali.

Le parole di Nicola Farinetti

Il racconto del Made in Italy di qualità è il presupposto su cui si basa il modello di Eataly – dichiara Nicola Farinetti. Abbiamo creato punti vendita in grado di ospitare percorsi di approfondimento e di didattica con l’obiettivo di dare ai nostri clienti occasioni per diventare più consapevoli attraverso ogni esperienza vissuta insieme a noi. Accogliamo questo progetto con grande soddisfazione avendo la possibilità di collaborare con i maggiori rappresentanti dei prodotti italiani DOP e IGP”.

Un percorso tra una serie di prodotti selezionati, che si alterneranno nei mesi, costruito e fruibile grazie a grandi pannelli illustrati, mentre gli aspetti più attuali sulle produzioni sono affidati a un “manuale” contenente l’elenco aggiornato delle denominazioni italiane, a una brochure dedicata all’approfondimento sulle produzioni di qualità europee e sul significato dei marchi DOP IGP e a etichette dotate di QR-code presenti sugli scaffali che accolgono i prodotti DOP IGP.

Attraverso l’utilizzo dei QR-code sulle etichette dei prodotti, si potranno, infatti, aprire dei veri e propri viaggi di scoperta del “DNA culturale” delle Indicazioni Geografiche italiane, delle produzioni e dei territori; con l’accesso a “schede prodotto” multimediali, pubblicate sulla piattaforma qualigeo.eu, complete delle principali informazioni sulle denominazioni come metodo di lavorazione, storia, normative, caratteristiche nutrizionali e organolettiche. Un viaggio divulgativo e di approfondimento che va dalle caratteristiche dei prodotti, agli elementi di tracciabilità e sicurezza alimentare, fino a toccare alcuni di quegli elementi storici e culturali a cui prodotti agroalimentari e vitivinicoli si sono legati nel tempo: monumenti, opere letterarie, personaggi storici, caratteristiche dell’ambiente e del territorio.

Il patrimonio culturale di Treccani

Ogni attore coinvolto mette sul piatto il suo know-how per formulare un discorso più complesso e strutturato: c’è il grande patrimonio culturale di Treccani, il sistema di conoscenza sulle Indicazioni Geografiche della Fondazione Qualivita, la capacità di Eataly di creare un dialogo con i consumatori su scala globale e la rappresentanza istituzionale del mondo dei Consorzi di Tutela Federdoc e Origin Italia. L’obiettivo de “I capolavori a denominazione di origine” è quello di promuovere il Made in Italy agroalimentare a livello globale, ma soprattutto formare un consumatore sempre più consapevole, partendo dall’Italia per coinvolgere progressivamente gli altri store di Eataly all’estero.

La scelta è quella di promuovere l’Italia a partire dalla cultura enogastronomica attraverso un progetto nuovo e come sottolinea Riccardo Ricci Curbastro – Presidente Federdoc: “un progetto ambizioso, frutto di una collaborazione sinergica quanto mai necessaria nel comparto eno-agroalimentare nazionale, che intende valorizzare e mettere a sistema gli elementi fondanti di un patrimonio culturale unico al mondo”.

Le parole di Teresa Bellanova

Un patrimonio che questa nuova alleanza ha l’obiettivo di organizzare in un ecosistema crossmediale, facendo emergere le molteplici esperienze del mondo rurale italiano, al fine di renderle un patrimonio culturale accessibile al nostro Paese e al resto del pianeta. C’è sempre più bisogno di cultura del cibo e proprio partendo da ciò che affascina di più si riesce a promuovere il nostro paese e il suo immenso patrimonio di gusto, di bellezza, di arte e natura. L’agroalimentare rappresenta la prima filiera dell’economia italiana, con 538 miliardi di euro di fatturato, pari al 25% del Pil nazionale, e il secondo comparto per volumi di export, con 44,6 miliardi di euro.  E come la ministra Teresa Bellanova afferma: “Il made in Italy parla al mondo così: cibo di eccellenza, territori di grande bellezza, cultura enogastronomica, distribuzione di qualità. Un biglietto da visita che ci rende forti anche in questo momento difficile, spingendoci ancora di più a sostenere e valorizzare questo patrimonio così unico, frutto del lavoro e dell’impegno di tantissime donne e uomini a cui va il nostro grazie”.