Quanto costa mangiare secondo un’analisi Coldiretti.

Da un’analisi svolta dalla Coldiretti su dati Instat relativi al commercio al dettaglio di agosto emerge, rispetto allo stesso periodo del 2021, una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistati. L’inflazione delle bollette taglia il 3,2% gli acquisti alimentari degli Italiani nel 2022 e i discount registrano un 9% in più.

L’inflazione delle bollette taglia il 3,2% gli acquisti alimentari degli Italiani nel 2022 che sono costretti a spendere di più a causa degli aumenti determinati dalla crisi energetica e dalle materie prime a causa anche della guerra in Ucraina. Rispetto al 2021 i beni alimentari acquistati diminuiscono. È quanto emerge dall’indagine condotta dalla Coldiretti: il 18% dei cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti in quanto costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per rientrare nelle spese, mentre il 31% dei cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.

È evidente l’impatto dell’inflazione: nei primi otto mesi i discount alimentari segnano un balzo del +9,5% nelle vendite in valore. 

I rincari sono dovuti anche all’aumento della dipendenza alimentare dall’estero in quanto nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%), aprendo così la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare. 

Le difficoltà delle famiglie italiane

La punta dell’iceberg è rappresentata dalle difficoltà di oltre 2,6 milioni di Italiani che sono costretti a chiedere aiuto per mangiare ricorrendo a mense o pacchi dono. Di questo passo si rischia un numero crescente di famiglie bisognose a causa dell’aumento dei costi energetici e alimentari.

Gli aumenti essenziali

Secondo l’analisi Coldiretti in cima alla classifica dei rincari con un +60,5% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole, che risente della guerra in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c’è il burro (38,1%) e al terzo la margarina (+26,5%).

In agricoltura si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% del gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ad oggi più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in difficoltà tanto da portare alla cessazione dell’attività.

Preoccupato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini che afferma:“Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese. Rischiamo un crack alimentare, economico e occupazionale visto che proprio in questi mesi si concentrano le produzioni agricole tipiche del Made in Italy e della Dieta Mediterranea con le loro lavorazioni per olio, vino, ortaggi e frutta per conserve, succhi e derivati. Occorre, inoltre, anche lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni.” 

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