Festa della donna a tavola: la torta mimosa

Tra qualche giorno è la Festa della Donna e uno dei simboli di questa ricorrenza è la mimosa, che è stata trasformata in un vero proprio dolce che ha fatto la storia della pasticceria. Vi raccontiamo la torta mimosa.

Nell’immaginario italiano il Giorno della Donna è direttamente collegato ad una pianta, la mimosa apparsa per la prima volta l’8 marzo 1946 per iniziativa di tre grandi madri  del femminismo italiano, Teresa Noce, Teresa Mattei e Rita Montagrana. Furono loro ad iniziare a distribuire l’8 marzo il mensile Noi donne (dell’Unione Donne Italiane UDI) unito ad una mimosa, l’unico fiore che nasce e che cresce a marzo, nonostante il clima ancora rigido.

La mimosa

Il luogo d’origine della pianta è la Tasmania, in Australia, ed è stata introdotta in Europa a partire dagli inizi del 1800. Il nome italiano, molto probabilmente, nasce dalla radice spagnola mimar, cioè accarezzaretermine che si collega alla sensibilità del mondo femminile. La mimosa in realtà è un’acacia (dal greco a-cacha, cioè senza negatività – candore); e si tratta nello specifico di un’acacia non bianca (acacia dealbata), ma gialla. Il vero significato del nome è perciò un affascinante ossimoro molto affine alla personalità femminile: candore non bianco.

La torta mimosa

Al di là del fiore la tradizione italiana non poteva non dedicare a questa importante festività, anche un dolce tutto suo, stiamo parlando della torta mimosa.

Spesso l’origine di dolci come la torta mimosa è avvolta da un fitto mistero, fatto di piccoli aggiustamenti tradizionali magari vecchi di secoli, il caso della torta mimosa è diverso: è nata a Rieti negli anni Cinquanta, per mano del cuoco Adelmo Renzi, originario di San Filippo di Contigliano, titolare di un ristorante nel centro della cittadina. Per un certo periodo la torta mimosa proseguì la sua esistenza da segreto iniziatico, fino al maggio del 1962, quando Adelmo Renzi portò la torta a Sanremo, per un concorso di pasticceria. L’idea era quella di omaggiare la città dei fiori, ovviamente vinse.

Non conosciamo la ricetta originaria, ma possiamo immaginare che alcuni ingredienti siano rimasti uguali nel tempo: il disco di pan di Spagna come base e i pezzetti di impasto che ricoprono la superficie, la farcia con crema pasticcera o chantilly, l’utilizzo di frutta fresca o sciroppata per arricchire il ripieno. Spesso il pan di Spagna tradizionale – a base di farina, zucchero e uova – viene bagnato con un liquore per dolci come il Marsala e il Grand Marnier o, per un risultato più delicato, con il succo d’ananas.

Se vi state chiedendo come sia possibile che di un dolce inventato da un cuoco degli anni Cinquanta e addirittura premiato nel 1962 esistano tante varianti la risposta è semplice: Adelmo Renzi non ha mai rivelato la sua ricetta e di conseguenza i tentativi di imitazione sono molteplici.

Come si fa la torta mimosa

Per preparare la torta mimosa classica come prima cosa occorre preparare due pan di spagna della dimensione di 20 cm di diametro. Potete prepararli e cuocere insieme o uno per volta se il vostro forno non è abbastanza capiente, a 160° per 50 minuti.

Per la farcitura prepariamo la crema pasticcera (a base di latte, uova, zucchero, amido di mais e buccia di limone), appena la crema sarà pronta e si sarà raffreddata incorporate con un cucchiaio di legno o una spatola di silicone, con movimenti dal basso verso l’alto, la panna montata precedentemente con lo zucchero a velo. Nel frattempo preparate anche la bagna per la torta.

Non appena tutto sarà ben freddo potrete comporre il dolce.

Eliminate la crosta esterna dei pan di spagna, sia dai bordi che da entrambe le parti, superiore e anteriore. Prendete uno dei due Pan di Spagna e utilizzando un coltello lungo e seghettato, a dentatura larga, fate in modo di ricavare da ogni pan di spagna 3 dischi.

Posizionate su un piatto il primo strato di Pan di Spagna e utilizzando un cucchiaio spargete su tutta la superficie del disco la bagna preparata precedentemente e lasciata intiepidire, poi spalmate circa 1/4 della crema e livellatela con una spatola. Inserite il secondo disco e poi il terzo, ripetendo la procedura.

Prendete anche il secondo Pan di Spagna e tagliatelo a fette in senso verticale, poi da ciascuna ricavate dei cubetti piuttosto piccoli e riponeteli in una ciotolina.

Utilizzate la crema rimasta per ricoprire i bordi della torta, aiutandovi con la spatola e infine aiutandovi con un cucchiaio spargete su tutta la superficie i cubetti di pan di Spagna, ricoprendo con cura anche i bordi: i cubetti si attaccheranno facilmente alla crema. Una volta ricoperta accuratamente tutta la superficie, riponete la torta in frigorifero per un paio d’ore. Al momento di servire, cospargete con lo zucchero a velo la vostra torta mimosa e buon 8 Marzo a tutte le donne.

Qui gli ingredienti e dose

Per i 2 pan di spagna: zucchero 250 g – fecola di patate 120 g – 8 uova intere – 1 pizzico di sale – 1 baccello di vaniglia .

Per la crema pasticcera: latte intero 500 ml – zucchero 125 g – maizena 60 g – 6 tuorli – buccia di limone

Per la crema chantilly: panna fresca 250 ml – zucchero a velo 50 g

Per la bagna al liquore: acqua 100 g – succo d’ananas 200 g – zucchero 150 g – Grand Marnier 80 g

La Festa della Donna, come si celebra nel mondo

La Festa della Donna si celebra in tutto il mondo, ma con differenze nelle sue manifestazioni. Se, infatti, in Italia si regala alle donne la mimosa e i cioccolatini, oppure la si festeggia con le amiche, in Russia e nei paesi dell’Est Europa, le donne godono di un giorno “libero” da impegni familiari, lavori di casa e accudimento dei figli, mentre gli uomini di famiglia si occupano al posto loro delle faccende domestiche. Inoltre, la festa si tiene anche negli uffici, dove anche tra colleghi e colleghe ci si scambiano fiori e cioccolatini.

Negli Stati Uniti, invece, la donna si festeggia per tutto il mese di marzo, che è il Women’s History Month, con eventi, incontri, conferenze e manifestazioni dedicate alle donne, alla loro storia e alle battaglie per la parità di diritti. Nel 1980, poi, il Presidente Jimmy Carter ha istituito la National Women’s History Week, nella settimana dell’8 marzo. In questi sette giorni i singoli governatori degli Stati americani e i consigli comunali organizzano eventi per sostenere i diritti delle donne. Il Presidente degli Stati Uniti, poi, ogni anno pronuncia la President Proclamation, una dichiarazione per riconoscere i risultati ottenuti da donne americane nella lotta contro le discriminazioni e sostenere la parità di genere.

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Andiamo poi in Romania, dove la Festa della Donna assume gli aspetti della festa della mamma e della festa di primavera. Le ragazze più giovani ricevono in regalo un anellino di filo rosso e bianco, chiamato martisor, che indossano sulla giacca ed è di buon augurio. Si usa anche festeggiare uscendo con le amiche

In Ecuador, invece, le donne della capitale, Quito, si radunano nel Parque de las Mujeres (Il Parco delle Donne), a loro dedicato, e qui organizzano spettacoli, feste ed iniziative culturali dedicate al mondo femminile.

In Perù, le donne si radunano e preparano tutte insieme la pollada, un piatto tradizionale a base di pollo marinato e fritto, che viene poi venduto in mercatini e stand gastronomici e il cui ricavato viene devoluto a programmi e iniziative a favore delle donne. Gli uomini sono esclusi dal “rito” della pollada naturalmente!

In Cina per celebrare la Festa della Donna le strade vengono decorate con striscioni rossi con frasi di augurio per le donne. Nelle scuole e nelle università, invece, le ragazze possono scrivere i loro desideri su una bacheca, insieme al numero di telefono, nella speranza che qualcuno si impegni a realizzarli.

Nelle Filippine la festa è un modo per organizzare manifestazioni in difesa dei diritti delle donne. Durante questi eventi vengono lanciate in cielo delle lanterne luminose.