Tempo di vacanze. Tempo di turismo post Covid.

Il 19 febbraio durante il Festival del Giornalismo Alimentare è stata presentata l’Edizione 2020 del “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano” a cura di Roberta Garibaldi, docente universitaria, esperta di turismo enogastronomico, sotto l’egida della World Food Travel Association di cui è membro e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.

Un rapporto lungo 735 pagine, fatto di dati e di analisi in cui appare evidente il trend di crescita continua negli ultimi anni a livello europeo del turismo, in particolare di quello enogastronomico e del sistema Italia. Un’analisi completa che mette sotto la lente d’ingrandimento le offerte di territorio, le domande e i profili dei turisti italiani e internazionali.

Il valore dell’enogastronomia

Il focus, che per l’Italia è il valore aggiunto e fattore di crescita, è proprio l’enogastronomia. Settore che negli ultimi anni ha completato e implementato l’offerta del nostro paese, divenendo parte integrante di un meccanismo complesso fatto di arte, natura, cultura e servizi. Un elemento che va ad aggiungere esperienza all’esperienza, che arricchisce con gusto e in modo multisensoriale ed emozionale il viaggio, chiudendo perfettamente il cerchio dei bisogni soddisfatti del turista.

Numeri, dati, profili importantissimi su cui associazioni, imprenditori, categorie di settore sarebbero partiti per affrontare questo nuovo anno di lavoro e di proposte. Ma tutto questo risale ad un’epoca che sembra quasi lontana. Eravamo, infatti, nei giorni prima dell’emergenza nazionale Covid. Oggi il panorama che si prospetta per la prossima stagione di vacanze, seppur forte di capacità e potenzialità, è completamente stravolto. Ciò che si poteva ipotizzare all’inizio dell’anno, cambia volto, approccio e impone di pensare a un sistema nuovo, o meglio dire innovativo, che sappia confermare, seppur localmente, i dati di interesse verso l’enogastronomia.

I nuovi turisti

Il primo elemento fondante a cambiare faccia è il turista stesso. Prima il 50% di questi si potevano definire onnivori, ovvero interessati a combinare più esperienze, anche contemporaneamente, nello stesso viaggio. Sono i turisti che cercano la cultura, la scoperta del territorio, vivono la città e gli eventi, i musei, le fiere, le sagre, gli stessi mercati e i concerti. Turisti eclettici che vogliono godere di stimoli nuovi e nuove conoscenze. E la maggior parte di questi sono i giovanissimi, i Millennials che guidano il trend e quelli che la Garibaldi definisce i “super foodie”, i nati della Generazione Z, che viaggiano spesso e che mostrano un alto interesse verso il cibo.

Itinerari ed esigenze post covid

Il turista post lockdown che profilo ha? Sicuramente non cambiano gli interessi e le passioni, non diminuisce la voglia di viaggiare, fare esperienza e conoscere cose nuove. Ciò che cambia è l’approccio, in primo luogo psicologico a seguire economico. Quanto sarà propenso a viaggiare il nostro turista? Innanzitutto va specificato sarà un turista italianissimo, visto che i confini nazionali rimangono ancora chiusi, che dovrà “accontentarsi” di una scelta locale. E fortunatamente da questo punto di vista la scelta è ampia e rischia di diventare anche difficile. La propensione al viaggio deriva da elementi abbastanza noti, di cui si è più volte parlato: la paura del contagio, le regole e le norme di sicurezza da rispettare che potrebbero essere deterrenti in alcune situazioni conviviali e di esperienze rilassanti, la questione economica che non va assolutamente sottovalutata, che riduce di un’ampia fetta, quasi del 50%, il numero dei turisti e delle famiglie che si potranno permettere dei soggiorni più lunghi, come l’anno precedente.

Il rapporto sul turismo enogastronomico

Torniamo al Rapporto sul Turismo Enogastronomico e vediamo l’Italia che posizione occupa. Secondo Roberta Garibaldi: “l’Italia è leader a livello europeo nell’offerte per l’enogastronomia. Il nostro paese è ai vertici per ben sette degli indicatori considerati, che sono produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole, aziende olearie, ristorazione, musei del gusto, birrifici e città Unesco legate all’enogastronomia. In rapporto ad altri paesi europei come Spagna e Francia sempre sul podio, l’Italia sbaraglia tutti grazie ad un trend di crescita continua delle aziende, piccole e grandi, di vino e olio. Un gran dinamismo interno, nonostante la crisi, che ci premia”.

La visita in cantina

Tra le esperienze più gradite e ricercate dai turisti ci sono i food truck, che mettono al primo posto la tradizione e la scoperta dei cibi locali e tipici, i bar e ristoranti storici, le dimore storiche, le cantine e le visite in aziende di produzione alimentare fino ad arrivare ai corsi di cucina. Il pacchetto è vario e, come sottolinea nella sua analisi e proposta l’autrice, può essere diversificato e innovato, sempre partendo da quelle che sono le domande, fino ad arrivare a innescare bisogni nuovi indotti da nuove tipologie di esperienze. L’esempio più grande sono le cantine, ci spiega infatti: “le cantine interessano sempre, ma l’offerta deve evolvere verso un posizionamento più distintivo.  E forse questo è proprio il momento di fare nuove proposte, considerando che il turismo 2020 sarà locale e sempre più votato alle attività fisiche e gastronomiche ma all’aperto”.

Sport e cucina

Sport e cucina, esperienza wellness e sensoriale si disegnano sulla stessa scenografia. Secondo Roberta Garibaldi: “i luoghi più cercati e che andranno per la maggiore saranno gli agriturismi, le ampie dimore in montagna e campagna dove sarà possibile dedicarsi ai propri passatempi preferiti o ad attività organizzate per piccoli gruppi o famiglie, dove sarà possibile mantenere le distanze sociali, dove fare sport all’aperto ed essere a contatto con la natura e mangiare cose nuove”.

Il turista della prossima stagione esce da mesi di quarantena forzata, fatta di casa, solitudine o scarsa socialità se non gestita in maniera virtuale, di tanta cucina casalinga. Uscito da casa la prima necessità è stare all’aria aperta in luoghi senza “confini” fisici, fare movimento, vivere esperienze e condividerle. Tutto questo rispettando le norme di sicurezza imposte, ma con il desiderio di sentirsi libero.

L’approccio slow

Nuovi desideri e bisogni che a detta della nostra esperta “impongono una nuova ricerca da condurre durante questo 2020 sui turisti per comprendere come cambia il loro rapporto con il viaggio. Ipotizzo un approccio sicuramente più slow, improntato alla sostenibilità e alle tradizioni, anche sulla base delle esperienze condotte a casa e ad uno stile di vita che si riappropria di altri ritmi e di una relazione con le cose, il mondo e le persone più vera ed essenziale”.

Se i mercati, le fiere, le sagre erano i posti più ricercati per conoscere meglio i territori e la loro cultura ora questo tipo di domanda subirà un calo netto e non sarà presente nemmeno l’offerta di prima.  Stessa cosa dicasi per gli eventi enogastronomici che solitamente avevano un indotto di dieci milioni e che vedono uno stop su tutta la linea. Difficoltà logistiche e non solo anche per le città d’arte, i centri balneari che dovranno adeguarsi alle condizioni dettate dall’ultimo decreto. Sarà più fortunato chi ha la possibilità di offrire esperienze nelle zone rurali, dove si garantisce il distanziamento necessario di un metro.

Il turismo green

Tra le ipotesi più papabili e le soluzioni da proporre? “Agriturismi e cantine possono giocare il loro asso nella manica, unire la natura al prodotto di eccellenza, lo spazio verde alla degustazione. Penso a degustazioni in vigna, anziché nel chiuso della cantina, cene con tavoli separati tra i filari, pic nic alternativi, trekking nei vigneti. Proposte ora necessarie, che come il delivery per i ristoranti possono essere offerte a lungo termine da inserire nel pacchetto per i turisti non solo di oggi, ma anche di domani. Inoltre la situazione che ci si pone davanti porta anche ad un ingrediente nuovo, che è quello della digitalizzazione e di una gestione più organizzata dell’offerta. Il nuovo sta anche in questo. Ed ora è obbligatorio”. Conclude così il suo quadro Robert Garibaldi pronta già all’analisi e definizioni delle nuove personas del marketing del turismo.

In questo panorama post Covid riprogettare è fondamentale. È necessario ripensare alle offerte, sapersi riposizionare sul mercato senza far perdere lustro e interesse all’enogastronomia, che sarà sempre motore economico del turismo. Anche se in una chiave ancora più nuova e magari sempre più vincente.