L’importanza della sostenibilità ecologica non è mai stata più incalzante… ma quale tipo di economia occorre adottare?

Per raggiungere la sostenibilità ecologica è necessario progettare la vita con un approccio sistemico.

Abbiamo visto come l’imperativo sia quello di promuovere una maggiore sostenibilità ecologica e per far ciò risulta essenziale istituzionalizzare un’economia che impari dalla natura, cooperando e rispettandola.

Serve oltre alla competenza tecnologica soprattutto un altro approccio culturale. Non possiamo, infatti, fermarci all’approccio che considera solo cosa possiamo estrarre dalla natura ma dobbiamo iniziare a ragionare su cosa possiamo imparare da essa. La natura nei suoi processi di auto-organizzazione non conosce il concetto di scarto. Questo è un esempio su cui riflettere per rendere la nostra economia capace di promuovere la sostenibilità ecologica.

La natura ci insegna a valorizzare gli “scarti”.

Se la natura non produce scarti vuol dire che anche noi siamo potenzialmente in grado di organizzare la nostra economia nella stessa maniera, eliminando gli scarti dai nostri processi sociali e produttivi. Ogni scarto equivale sempre ad un’ingiustizia sociale o ambientale perché segnala la nostra incapacità a rimanere nei limiti delle capacità di autorigenerazione del pianeta.

Riconvertire l’economia significa garantire l’ecologia delle organizzazioni in cui gli scarti di ogni organizzazione diventano risorse per altre. Un sistema industriale è riconvertito in termini di sostenibilità ecologica solo quando l’intero flusso di produzioni e scarti viene considerato e trattato come risorsa da riciclare per l’intero sistema. Normalmente buttiamo via una quantità di ricchezza enorme aumentando disuguaglianze e povertà.

Dobbiamo investire invece sui cluster aziendali ecologici che promuovono il principio di zero emissioni e zero consumo di nuovo materiale, riutilizzando tutto. Ciò è quello che occorre per iniziare la transizione ecologica delle attività produttive e della filiera energetica. La produttività deve essere agganciata alla sostenibilità della risorsa che viene utilizzata.

La ciclicità è una delle principali caratteristiche dell’ecologia.

La transizione deve darci la possibilità di costruire una nuova organizzazione sociale non più fondata sull’accumulazione, l’accentramento e la concentrazione e per far ciò diventa fondamentale adottare un sistema di riterritorializzazione delle produzioni. Esso infatti comporta numerosi vantaggi: dal risparmio dei costi di trasporto all’utilizzo di tecnologie di piccola scala, dalla partecipazione della comunità a quella delle istituzioni locali.

Dobbiamo dunque pensare e mettere in atto un’economia circolare che persegua la sostenibilità ecologica. Abbiamo già visto come i principi dell’economia circolare evidenziano la trasformazione dei rifiuti in risorse eliminando il concetto stesso di “rifiuto” e riconoscendo che tutto ha un valore, e sappiamo anche che adottare tali principi significa in qualche modo subordinare l’economia ai principali bisogni dell’essere umano.

Non è difficile comprendere come il modo di produrre e consumare adottato fino ad oggi sia effettivamente lontano da quella sostenibilità ambientale ed economica che è parte integrante di tante strategie internazionali, inclusi gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite. In un modello di economia circolare, al contrario, i prodotti e i materiali restano nel circolo il più a lungo possibile e in linea generale si parla di due tipologie di materiali: quelli biologici che possono essere reintegrati nella biosfera e quelli tecnologici che invece possono essere rivalorizzati e assumere nuova vita dopo il primo ciclo di utilizzo. Il tutto nell’ottica di ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive e di generare nuove strategie di sviluppo sostenibile.

La gestione delle materie prime

Una gestione più attenta delle materie prime e dei processi di produzione, unita alla lotta allo spreco alimentare fa bene all’ambiente, riducendo anche alcuni dei fattori alla base dei cambiamenti climatici come per esempio le emissioni di gas serra. E un ambiente più sano significa in genere anche una vita più sana e sicura per le persone, che potrebbero anche risparmiare utilizzando fonti energetiche più sostenibili. Cambiare il sistema economico significa infine creare nuove opportunità di lavoro per sostenere e portare avanti i nuovi processi di produzione e consumo.

Dunque per rispondere alla domanda iniziale su quale tipo di economia dover adottare per rendere attuabile un sistema di vita sostenibile la risposta non può che essere: l’economia circolare.