50 Sfumature Gastronomiche: Grappa e Acquavite.

In un’epoca dove la cucina declinata in tutte le sue varianti – libri, programmi TV, siti web e blog, manifestazioni gastronomiche, corsi – la frequentazione dei ristoranti rimane senza dubbio la celebrazione più manifesta e diffusa. Un così elevato interessamento per il cibo non poteva che portare ad un’improvvisa proliferazione di tanti pseudo esperti gastronomici alla continua ricerca dei prodotti d’eccellenza, della pietanza griffata o, più semplicemente, alla riscoperta di piatti della tradizione. Ma da buongustai sappiamo proprio tutto sugli ingredienti o sulle pietanze che ordiniamo o che leggiamo più frequentemente senza incappare in amletici dilemmi? Ecco allora una nuova parte delle guida, sempre a puntate, sui dubbi più comuni riferiti ad alcuni prodotti o termini legati al gergo gastronomico italiano:

GRAPPA e ACQUAVITE

L’ACQUAVITE è un distillato alcolico derivato dalla distillazione di mosti fermentati di frutta, di cereali, di radici, di tuberi o del vino. Il contenuto di alcol varia tra 38% e 70% vol. In Italia l’acquavite si ricava prevalentemente dalle vinacce, cioè dalle parti solide dell’uva usata per la vinificazione (bucce, vinaccioli, parti di polpa e di mosto non spremuto, a volte dai graspi) ed è chiamata GRAPPA. Solo in alcune regioni (Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia) si ricava anche dalle pere e dalle prugne. Tecnicamente sono acquaviti anche il rhum, la tequila e la vodka. In base al DPR 297/1997 esistono sei Indicazioni Geografiche Tipiche per le zone di origine della grappa: Piemonte, Lombardia, Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. In poche parole: la grappa è una tipologia di acquavite.

BEVANDA e BIBITA

Con BEVANDA si identifica genericamente  qualsiasi liquido che si può bere. Una bevanda può essere: alcolica, analcolica, energetica o medicinale. Il temine BIBITA, invece, fa riferimento a una bevanda dissetante liscia o frizzante, comunque analcolica.

CHIOCCIOLE e LUMACHE

In zoologia la differenza tra LUMACHE e CHIOCCIOLE è eclatante: le prime non hanno una conchiglia di aspetto elicoidale mentre le chiocciole ne sono provviste. Dal punto di vista gastronomico, per la bontà delle carni, sono senz’altro più apprezzate le chiocciole ma, comunemente e in modo improprio, vengono in ogni caso chiamate lumache.

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