Sempre più presenti nei carrelli i prodotti dolciari “senza zucchero” o “senza zuccheri aggiunti”. Un claim in etichetta spesso di difficile interpretazione e fuorviante. Vediamo perché.

Fanno sempre più capolino sui banconi del supermercato prodotti dolciari “senza zucchero” o “senza zuccheri aggiunti”. Forse anche in virtù degli allarmi e delle raccomandazioni dell’Oms che invitano a ridurre al 10%, meglio ancora al 5%, la quota di calorie provenienti dagli zuccheri semplici per contrastare l’obesità e quindi quelle patologie collegate come diabete e alcuni tumori.

Troviamo biscotti, prodotti dolciari vari con diciture messe in bella evidenza per attirare il consumatore – con quel “senza” – verso un prodotto che sembra avere tutta l’aria di apparire più sano rispetto al tradizionale, ma è una dicitura in realtà fuorviante per il consumatore.

Senza zuccheri aggiunti, un claim fuorviante

Troviamo questa frase su vari prodotti come: cereali per la colazione, biscotti, merendine, succhi di frutta, marmellate ecc. Facciamo attenzione perché quando leggiamo sulla confezione dei prodotti queste diciture, non significa affatto che quel determinato prodotto non sia stato dolcificato o che contenga meno calorie della versione classica (con lo zucchero).

Va fatta innanzitutto una doverosa premessa. Le frasi in etichetta, definite “claim”, sono normate dal regolamento europeo 1924/2006, che descrive nel dettaglio le condizioni che un prodotto deve rispettare per essere etichettato con un certo claim.

Questo claim “senza zuccheri aggiunti” all’apparenza semplice, è in realtà di difficile interpretazione. La norma vale quando nel prodotto sono assenti le aggiunte di zuccheri oppure di altri ingredienti dotati di proprietà dolcificanti, come il succo d’uva. Non è applicabile, invece, nel caso di aggiunta di altre sostanze che conferiscono un sapore dolce, come gli edulcoranti. Oltre a questo, alcuni alimenti contengono naturalmente zuccheri, quindi il claim “senza zuccheri aggiunti” può comparire sulle etichette di prodotti che in realtà contengono zuccheri, ma li contengono perché presenti nella materia prima.
Nonostante l’ambiguità, le vendite dei prodotti light e senza zuccheri aggiunti sono in aumento, come riportato sul rapporto 2021 dell’Osservatorio Immagino Gs1 Italy sui consumi degli italiani.

Cosa si usa al posto degli zuccheri?

Sappiamo bene che per ridurre le calorie e ottenere un prodotto light, si possono scegliere due strade: diminuire gli zuccheri oppure i grassi. Quando la riduzione riguarda gli zuccheri, per compensare la mancanza di sapore dolce vengono aggiunte agli alimenti altre sostanze: gli edulcoranti. Essi hanno un contenuto ridotto o azzerato di calorie, ma sono molto dibattuti per quanto riguarda i rischi per la nostra salute. Alcuni sono accusati di essere cancerogeni (ciclamato, saccarina), altri neurotossici (aspartame), altri ancora, i polioli, hanno la metà delle calorie degli zuccheri, ma portano anche effetti lassativi.

L’altro metodo è quello di eliminare i grassi. Il burro può essere sostituito dalla margarina (che contiene una buona percentuale di acqua e quindi, un minor quantitativo di grassi come spiegato già nell’articolo articolo (www.radio-food.it/burro-o-margarina/) oppure da altri ricavati. Essi sono di origine vegetale, miscelando amido e cellulosa, oppure di origine animale, utilizzando il siero del latte o altro. Viene fatto uso anche di additivi artificiali che non vengono metabolizzati dal nostro organismo. La maggiore presenza di acqua nella composizione dell’alimento a ridotto contenuto di grassi comporta un maggiore rischio di proliferazione di microrganismi e quindi la necessità di aggiungere più conservanti. Inoltre, le complesse trasformazioni industriali che bisogna mettere in atto per ottenere un alimento con meno grassi non sono prive di conseguenze. Possono portare alla distruzione di importanti nutrienti come le vitamine o i sali minerali e alla perdita di sapore. Per compensare il poco sapore, si tende ad aggiungere un maggiore quantitativo di sale nell’alimento.

Senza zuccheri aggiunti, inganno alimentare

La cosa ancora più sgradevole di questo inganno alimentare è che ad oggi la legge e gli enti preposti alla tutela della salute pubblica consentono l’utilizzo di questa dicitura ingannevole, che porta il consumatore a pensare che si tratti di prodotti più salutari perché non contengono il classico zucchero da tavola. La dicitura “senza zuccheri aggiunti” suggerisce al consumatore medio l’idea che il prodotto sia naturale, quindi più sano proprio perché ha una ricetta modificata e senza aggiunta di zucchero! Ma non è così.

Questa strategia di mercato si basa sul pensiero comune che i dolci ingrassino. Se però ci informassimo, ci rendiamo conto che la maggior parte delle volte a farci ingrassare non sono i dolci, bensì il sale, che trattiene liquidi e di conseguenza tutti quei cibi salati e ricchi di grassi che decidiamo di introdurre nella nostra dieta. E poi si sa che non è la presenza di grassi o zuccheri in un alimento che ci fa ingrassare, ma il consumo eccessivo. Dobbiamo, quindi, stare attenti a non affidarci totalmente a ciò che leggiamo sulle confezioni, perché potremmo andare incontro a comportamenti errati. Ad esempio acquistando un pacco di biscotti light per poi mangiarlo per intero, con la convinzione che essendo light non possa farci ingrassare.

Forse sarebbe meglio preparare in casa ricette equilibrate avendo una conoscenza più approfondita degli ingredienti che stiamo utilizzando. Impariamo a capire quali sono i principi nutritivi della singola materia prima e capiamo come possiamo scegliere per noi un menù equilibrato tra grassi, proteine e calorie.
Quando per diversi motivi non riusciamo a preparare tutto quello che ci occorre in casa, con le nostre mani, andiamo serenamente al supermercato ma con consapevolezza. Leggiamo le etichette, comprendiamole davvero e optiamo per i prodotti migliori, magari anche quelli delle varie linee senza zucchero che siano di qualità garantita, soprattutto se abbiamo delle necessità ben specifiche.