Osteriva: la cucina dell’Alto Garda Trentino

Affacciata sul lago, Riva del Garda attrae molti turisti da ogni parte del mondo per la sua eleganza e la sua bellezza. Tra una gita alle cascate del Varone e una passeggiata sul lungo lago, la fame si farà sentire e a soddisfarla in tutte le sue sfumature ci penserà Osteriva.

La cucina dell’Alto Garda Trentino è l’incontro perfetto tra la tradizione mediterranea e quella montana. A Riva del Garda è possibile sedersi a tavola degustando i migliori oli extravergini di oliva che accompagnano pietanze a base di coniglio o carni locali. All’Osteriva è possibile intraprendere questo viaggio che conduce dalle pendici dei monti sino alle sponde del lago.

Osteriva: storia di tradizioni e materiali locali

Il centro storico di Riva del Garda accoglie visitatori e degustatori con le sue Dolomiti del Brenta sullo sfondo. Sarà, anche per questo, che viene definita la ‘perla del lago di Garda’. Sembra quasi di essere immersi nei fiordi norvegesi, non fosse per la presenza di limoni, ulivi e palme che ci riporta con i piedi in Italia.

Tutti elementi che sommandosi fra di loro danno come risultato quella che è la cucina locale. I sapori della cucina dell’Alto Garda Trentino sono proprio il frutto di questa unione fra prodotti di montagna e prodotti di lago. Un connubio che all’Osteriva viene portato a tavola con ogni piatto.

Sarà stata la sera piovosa e umida, ma solo l’ingresso in questo locale ha sciolto ogni tensione con il suo calore. Calore dato dal legno dei tavoli alti disposti vicino al bancone del bar, ma anche nelle travi a vista e in altri dettagli di arredo molto ben contestualizzati, che non cadevano nella ridondanza, ma contribuivano a creare un ambiente accogliente.

Le specialità della cucina di Osteriva

È la famiglia Torboli che, con il suo staff, si prende cura dell’ospite dall’inizio fino alla fine del pasto. Ricette della tradizione trentina, con qualche tocco di modernità per svecchiare il tutto. Il focus è incentrato sui prodotti locali, a km 0, acquistati da produttori di Riva del Garda e dintorni. Osteriva si avvale della collaborazione di aziende agricoli, frantoi e pescatori locali per offrire una cucina autentica.

Il pasto non poteva che iniziare con il carpaccio di carne salada e scaglie di Trentingrana. Un prodotto della macelleria Bertoldi, tipico della tradizione gastronomica trentina. Si tratta, infatti, di un salume originario della zona di Trento. Veniva realizzato con quelli che erano considerati gli scarti dei tagli di carne di manzo, cavallo o vitello, ma che oggi rappresenta un fiore all’occhiello della cucina autoctona. Oggi è la fesa del bovino adulto ad essere cosparsa da una miscela di erbe e sale ed essere fatta maturare dalle due alle tre settimane.

Il risultato è un piatto semplice, come quello che può essere un carpaccio con del formaggio stagionato, ma che qui, all’Osteriva è sublimato da ingredienti di qualità eccelsa. Una carne salada tenera da tagliarsi senza coltello, che ha trovato nel Trentingrana il perfetto compagno di viaggi. Nessun ingrediente prevaricava sull’altro e nessuno era troppo sapido da inibire le successive portate. Il tocco di classe? L’olio extravergine d’oliva del Frantoio di Riva. L’Italico di categoria superiore è stato l’ago della bilancia che ha portato alla vittoria questo antipasto.

Innovazione e tradizione all’Osteriva

Tra canederli, bigoli e polenta, la scelta è ricaduta su due primi di lago. Si corre sempre un rischio quando si ordina una carbonara. Nei casi più estremi potrebbe essere annoverata tra gli ingredienti la panna. Qui, però, all’Osteriva, nessuna carbonara è stata uccisa con tecniche e materie prime fuori dal gusto italiano. La carbonara di lago con le caserecce fatte in casa è stata una piacevole scoperta. Un gusto leggero e delicato che ben si sposava con il calice di Trento DOC di accompagnamento.

Un po’ più azzardato l’abbinamento con la birra di Natale, me ne assumo tutta la responsabilità, con i ravioli di lavarello con tinca affumicata. Nonostante l’affumicatura il piatto non stancava, anzi è stato un peccato che sia finito così presto. Forse, dopo tutto questa ricchezza di sapori, il dolce è stato un plus che poteva essere riservato ad altre occasioni, per meglio assaporarne le qualità. Fatto sta che anche lo strudel con crema pasticcera calda ha fatto il suo figurone. Da provare? Si, se si vuole conoscere la vera tradizione trentina con un tocco di giovinezza.

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