Il Margutta e la cucina green di Mariano Monaco.

“Con i prodotti della natura si può fare tutto”. È questo il messaggio che il ristorante Il Margutta vuole trasmettere ai propri ospiti, interpretando la cucina tradizionale in versione green. Ai fornelli il nuovo chef Mariano Monaco. Noi di RadioFood abbiamo provato la sua cucina!

“Con i prodotti della natura si può fare tutto”. È questo il messaggio che il ristorante Il Margutta vuole trasmettere ai propri ospiti, interpretando la cucina tradizionale in versione green. A cogliere questa filosofia culinaria è il giovane Chef Mariano Monaco, ventinovenne originario di Avellino, città nella quale ha cominciato a lavorare nel forno di famiglia e dove ha imparato l’arte della panificazione, sapientemente riportata al Margutta.

Il pane dunque è l’inizio di un lungo viaggio in un menù vegetariano a base di prodotti semplici, ma che riescono a soddisfare anche i palati abituati a mangiare carne e pesce. L’offerta proposta è molto vasta, impossibile non trovare qualcosa che faccia gola, soprattutto se tra i primi piatti vi sono grandi classici come l’amatriciana e la cacio e pepe, ovviamente rivisitati in chiave vegetariana. L’amatriciana infatti è composta da tagliatelle di grano arso e sugo affumicato al legno di quercia, per ricordare il sapore tipico del guanciale. Il risotto ai carciofi, anch’esso un piatto tradizionale al quale lo chef ha voluto dare una nota fresca data da un gel al mandarino e trombolotto.

Metti una sera a cena a Il Margutta

L’antipasto è stato il benvenuto che ha anticipato la buona riuscita della cena. Cipolla di Tropea caramellata, con zuppetta di cipolle dolci e gelato al parmigiano. Un connubio tra la dolcezza della cipolla e la sapidità del formaggio. A stemperare quest’esplosione di gusti, il piatto è stato accompagnato dal vino bianco “Roero Arneis” dell’azienda “Vietti” che è riuscito a dare acidità al palato e ammorbidire il forte contrasto della portata.

La cena è proseguita con uno dei piatti più famosi del ristorante: Il sedano rapa glassato con spuma di patate, funghi cardoncelli, tartufo nero pregiato e fondo bruno. La domanda sul piatto viene da sé: “Ma il fondo bruno non si prepara con le ossa della carne?” in questo caso il fondo è stato fatto con i funghi. Lo chef ha saputo ben calibrare tutti gli ingredienti e a far emergere un piatto gustoso e soddisfacente.

Per non farsi mancare nulla, si continua con una frittura leggera in pastella di riso di verdure, , che risulta anche più delicata e digeribile, accompagnata da patate schiacciate al wasabi.

In men che non si dica si arriva ai dolci partendo da un crumble di nocciole con spuma di caprino e spolverata di pepe di Sichuan, che come pre-dessert assomiglia più ad una vera e propria portata dolce, per poi arrivare ad un tris di dolci. Cheesecake delicato al passion fruit; soffice al cioccolato con meringa, frutti di bosco e pistacchi pralinati ed infine crema di zabaione con granella di pistacchio e gel di mandarino.

Il Margutta, un ristorante veggy nel centro di Roma

Il Margutta si identifica come un ristorante veggy e questo lo comunica nell’intera offerta enogastronomica. La scelta infatti è quella di selezionare vini e spumanti biodinamici e biologici, che si differenziano per l’avere un processo di vinificazione dove l’assenza di sostanze chimiche minimizza gli interventi dell’uomo sul processo naturale di fermentazione.

Il contesto nel quale il ristorante si trova ha un fascino ineguagliabile, nella famosa Via Margutta, cuore del centro storico di Roma, tra le viuzze e gli antichi palazzi che la caratterizzano. All’interno il ristorante mantiene lo stile del fascino senza tempo: tra poltrone di pelle rossa e quadri contemporanei. Anche l’accoglienza merita il suo plauso per essere attenta e vigile ad ogni richiesta della clientela.

L’impegno alla salvaguardia dell’ambiente e la cura che il ristorante Margutta ha da sempre sul tema sostenibilità e ambiente in maniera inclusiva, restituiscono ai propri clienti la certezza che oltre a passare una piacevole serata, si prende parte a una vera e propria rivoluzione.

Il rito inglese del tè delle cinque