Il fonio, l’antico e nuovo cereale che fa bene.

Ci sono alimenti antichi, che viaggiano tra passato e futuro, riscoperti quasi per caso e riportati sulle nostre tavole. Uno di questi è il Fonio, un cereale che esiste da migliaia di anni, coltivato in Africa, che da novembre del 2018 l’Unione Europea ha riconosciuto e approvato come Novel Food (tutti i cibi non ampiamente diffusi in Europa prima del 1997 sono così definiti per legge).

Fa parte della famiglia botanica del miglio, nella sua forma e anche nel suo utilizzo in cucina (può essere usato sia in grani che sotto forma di farina), assomiglia alla quinoa e al cous cous, ha un sapore delicato e dolciastro e possiede numerose proprietà nutritive: 8 aminoacidi essenziali, proteine, fibre, sali minerali (ferro, zinco, fosforo, magnesio), vitamina B ed inoltre ha basso indice glicemico. A queste sue caratteristiche positive va aggiunto che è un alimento completamente gluten-free ed a basso contenuto di nichel. È il classico alimento “che fa bene”, di quelli perfetti, amico dei celiaci e degli intolleranti, il cibo di cui qualsiasi nutrizionista e seguace della sana alimentazione si innamorerebbe.

Il Fonio ha una storia interessante da conoscere. L’ha raccontata a Radio Food Gabriele Fortunato, ceo-founder di Fonio Obà, start up che ha deciso di commercializzare il Fonio in Italia e che da anni studia questo cereale, le sue qualità, la lavorazione e la possibilità di importazione, possibile solo dopo il riconoscimento del Fonio da parte dell’UE.

“Il Fonio affonda le sue radici in tempi lontanissimi, esiste da sempre e per molto tempo a causa della difficoltà di lavorazione e decorticazione è stato messo da parte e dimenticato. Il suo chicco minuscolo deve essere sbucciato e non esisteva un macchinario adatto a farlo, il lavoro veniva svolto manualmente con pestello e mortaio. Solo una ventina di anni fa Sanoussi Diakite, ingegnere meccanico Senegalese, inventa una macchina per rimuovere la crusca, incrementando in questo modo la produttività da 5 kg/ora a ben 50 kg/ora e con un minor utilizzo di acqua. E questa sua invenzione gli valse nel 1996 il Rolex Innovation Award”.

Tutto questo accade in Africa occidentale e in particolare tra Senegal, Burkina Faso, Ghana, Mali. Il Fonio è coltivato solo in questi territori, in quanto cereale che cresce in simbiosi con il clima e il terreno, rappresentando così una vera risorsa alimentare vitale e anche economica in zone a rischio desertificazione.  Siamo, infatti, nella Savana subsahariana, caratterizzata da terreni aridi, sabbiosi o rocciosi e la sua resilienza la si nota dalla poca richiesta di acqua in fase di coltivazione e da una crescita rapida (ci vogliono solo 7 settimane) che lo fanno essere sempre pronto al consumo.

Da questa sua carta d’identità si intuisce come sia un alimento geneticamente legato al suo ecosistema, un alimento che cresce da solo, senza nessun aiuto artificiale dell’uomo e che rappresenta il “biologico” per antonomasia. Questa sua facilità di produzione naturale lo porta a essere eletto come nuova fonte economica e di ricchezza. Spiega Gabriele Fortunato: “Si produce solo in Africa, non penso che coltivato altrove riesca ad avere le stesse caratteristiche di vanto. E’ una produzione totalmente artigianale, sono tanti piccoli agricoltori che si occupano sia della terra che della pulizia e preparazione del cereale, organizzati in cooperative che pensano poi a gestire le vendite e l’export. Per loro è una grande opportunità, così facendo riescono a investire in macchinari e sviluppare le loro aziende locali e crescere. Sono coscienti di ciò e per questo motivo nutrono grande orgoglio nei confronti del Fonio”.

Il ruolo di Ob, nata intorno al progetto Fonio-EU, è quello di far conoscere questo alimento e importarlo e portarlo sulle tavole degli italiani. Ma in cucina come si usa? Dalla semplice e più facile versione cous cous, ai ripieni o nella versione polpetta o vegan-burger, fino alle pizze o ai dolci (frolle, crumble, ciambelloni, ecc.) – l’utilizzo del fonio si declina in tavola con creatività. E ne hanno dato riprova anche diversi chef e food blogger, che apprezzano e stanno cercando di fare divulgazione e cultura intorno a questo cereale così tanto benefico quanto misterioso.

Per chi volesse saperne di più: https://www.obafoodgroup.com/it/