I biscotti del Mondo di Laura: un’esperienza sensoriale da vivere in un crunch.

Entrando nel “Mondo di Laura” si è investiti da un profumo dolce, caldo, che ti accoglie quasi come fosse un abbraccio. Cronaca di un incontro croccante, profumato e dal sapore inconfondibile. Abbiamo conosciuto Laura Raccah ideatrice dei biscotti del Mondo di Laura e ci siamo fatti raccontare il suo lavoro e i suoi gustosi biscotti.

Entrando nel “Mondo di Laura” si è investiti da un profumo dolce, caldo, che ti accoglie quasi come fosse un abbraccio. Oggi sa di zucchero e cannella, domani di miele o di vaniglia e un altro giorno di cacao. Questa accoglienza speciale lascia un segno tangibile, non solo perché fisicamente ti senti circondata da tanta dolcezza, ma anche perché torna alla memoria ad ogni morso di biscotto. Ed è proprio durante quel crunch sotto i denti che vieni immediatamente immerso nel dolce “mondo di Laura”, quando mordere un biscotto non è semplicemente mangiare un biscotto, ma fare un’esperienza sensoriale che combina sapori, consistenze e profumi.

Ma partiamo dal principio. Siamo su via Tiburtina 263 a Roma, quartiere San Lorenzo, davanti ad un edificio basso riconoscibilissimo anche da lontano con il suo colore giallo sole e i suoi fiori dipinti, un incrocio tra il murales e una vivace carta da parati. Varcato l’ingresso c’è il profumo di cannella che ci prende in pieno e poi spunta lei, Laura Raccah, con il suo sorriso e un vaso pieno di biscotti in mano.

È lei l’ideatrice del marchio di biscotti “Il Mondo di Laura”, quei biscotti originali, buoni e diversi, come li ama definire, che si trovano in molti bar e caffetterie di Roma, nella grande distribuzione e in tutti gli Eataly di Italia e del mondo. Ed è la stessa Laura, creatrice di biscotti, che ha ottenuto il riconoscimento “TOP ITALIAN FOOD&WINE” nella Guida 2023 del Gambero Rosso dedicata alle eccellenze italiane per il suo Pepy-ta, un sensuale biscotto con pezzi di cioccolato, cacao e sale rosa dell’Himalaya.

La genesi del Mondo..di Laura

Sono felice di aver ricevuto questo premio e che il nostro lavoro sia stato finalmente riconosciuto. Pepy-ta sa sorprenderti, ti aspetti un biscotto al cioccolato invece trovi qualcosa di davvero unico” dichiara Laura Raccah, proprietaria dell’azienda. Un riconoscimento che si somma alle conferme di mercato degli ultimi anni, che incoronano i suoi biscotti come tra i migliori biscotti artigianali presenti nel mercato della grande distribuzione, senza essere però un controsenso, come si potrebbe ipotizzare.

Forse sono un po’ megalomane, ma mi piace pensare in grande, o meglio provare sempre a vedere lontano – ci racconta Laura. Quando ho cominciato a produrre e proporre i miei biscotti nei bar romani, che per colazione offrivano sempre le solite cose, ho avuto subito un riscontro positivo nel gusto del pubblico. Quel tipo di biscotto, consistente e raffinato, diverso dai soliti biscotti era quello che mancava e allora ho capito che si poteva puntare più in alto, ma senza strafare. E questo per me significa produrre sempre con qualità, non rinunciare a materie prime garantite ed eccellenti, lavorarle soprattutto con sapienza e secondo le regole del pasticcere artigiano, ma con una tecnologia migliore e un sistema imprenditoriale più allargato”.

La mia è un’azienda – specifica Raccah – che sin dall’inizio ha parlato con la grande distribuzione perché ho sempre pensato che un biscotto buono deve essere per tutti” e così pian piano, senza rinunciare alla qualità dei suoi biscotti, Laura è riuscita ad entrare nel mondo della gdo.

I pack

Il Mondo di Laura era già forse predestinato a diventare un marchio celebre e riconoscibile, ma come tanti marchi è nato casualmente. Un passato di scuola alberghiera e di cucina, per poi capire che la pasticceria con le sue misure, la sua chimica, la sua replicabilità perfetta erano parte della personalità della nostra Laura, che studia e lavora anche all’estero per poi tornare in Italia e cominciare a fare i propri biscotti da Said, antica fabbrica del cioccolato a Roma. Da qui in poi la strada prende la sua direzione in modo naturale, step by step.

Ho sempre pensato al biscotto come mia personale forma espressiva, perché volevo qualcosa che durasse nel tempo, senza creme deteriorabili e con una conservazione più lunga. E poi nella mia testa volevo portare la colazione di casa, quella del latte e biscotti, al bar ma con un carattere diverso, quello del sapore. Sono andata personalmente in tutti i bar di Roma, dalla periferia al centro, a portare i miei prodotti, a modo mio ho tentato e proposto una piccola rivoluzione che nel tempo ha funzionato” – continua Laura nel suo racconto.

I biscotti del Mondo di Laura: sapore, consistenza e profumo

Il segreto di questo successo si chiama banalmente sapore. Avete mai assaggiato uno degli otto biscotti prodotti de Il mondo di Laura? Tutto si concentra su tre elementi importanti: la consistenza, il sapore e il profumo. Potremmo definirli tre ingredienti base o tre caratteristiche che definiscono la personalità del prodotto stesso. E la stessa Raccah conferma: “Volevo un biscotto carico, pieno e rotondo dal punto di vista del sapore. Un mix tra le ricette internazionali a cui mi sono sempre ispirata, con quei sapori intensi, sicuramente differenti dai frollini italiani o dalla classica biscotteria da credenza. Volevo andare fuori dagli schemi della nostra tradizione, ma allo stesso tempo mantenere un sapore pulito, dove ad ogni morso si possano distinguere i singoli ingredienti. Volevo in poche parole, un biscotto croccante, consistente e gustoso”.

E assaggiando le varie tipologie di biscotto che ci troviamo davanti mentre facciamo quest’intervista, possiamo dire che l’intento è stato pienamente raggiunto.

Nessun biscotto è uguale all’altro. Qui non si gioca con gli aromi, ma con ricette uniche. Ogni biscotto è una combinazione studiata di ingredienti differenti, con predilezione alle farine speciali, all’avena, alle spezie come vaniglia, cannella, zenzero, alla frutta secca, i semi o alle scorze di agrumi, senza tralasciare il miele e gli zuccheri di diverso tipo che arrivano da tutto il mondo. Ogni biscotto diventa così un caleidoscopio di sapori.

Prendiamo Pepy-ta per esempio, che è tra quelli più amati dai consumatori e anche dalla stessa Laura, è un biscotto ricco, complesso nella sua decodifica di sapore. È un biscotto da meditazione, che al palato sprigiona sapori nuovi e sensazioni tattili. Poi c’è Raggio di sole un biscotto apparentemente più semplice, di ispirazione completamente diversa con l’avena, l’uvetta, il miele e il sesamo, che funziona molto nelle caffetterie. Un biscotto leggero, pulito, più healthy rispetto al primo o ad un Giuly Cookie (tra i primi prodotti dalla nostra pasticcera) friabile, fragrante, profumato e dal gusto rassicurante con vaniglia e pezzi di cioccolato (rigorosamente tagliati a mano) protagonisti di questo pezzo da collezione.

Altro biscotto spettacolare è Coccolami, già il nome dissipa ogni dubbio. Si tratta di un misto tra il biscotto e la barretta, tagliati a mano uno a uno e fatti con scaglie di cocco e avena, assemblati con melassa per un risultato di dolcezza e un insieme di aromi unici. E per gli amanti delle spezie c’è Candy Spice croccante e profumato di cannella e zenzero, ideale con una buona tazza di tè ma anche con una cioccolata calda; senza tralasciare Green Lady a base di pistacchio e farina integrale.

La verità è che sono dei biscotti per chi vuole sentire un sapore” questo risponde Laura quando le chiediamo se i suoi biscotti le somigliano. In effetti mettere sotto i denti un biscotto a caso è creare un’esperienza gustativa, si attivano le papille e ti chiedi subito cosa stai mangiando, cercando di individuare i vari ingredienti. La vera magia di questi prodotti è proprio quella di riuscire ad avere un equilibrio totale, un sapore complessivo e unico, senza tradire il sapore dei singoli ingredienti, che non si coprono a vicenda, ma anzi si esaltano.  Biscotti diversi per personalità diverse si potrebbe anche pensare, ma forse meglio dire che sono biscotti diversi pensati per tenerci compagnia in momenti diversi della giornata.

I decorati

Come sono fatti i biscotti del Mondo di Laura

Non è facilissimo dire tra i tanti quale sia il più buono o fare una classifica (per fortuna sono pochi) sicuramente le otto categorie di biscotto mettono d’accordo un po’ tutti, sia per gusto che per ingredienti, pochi, semplici e genuini. Sono infatti certificati Kosher, sono senza latte e perciò adatti agli intolleranti al lattosio e alcuni sono anche vegan. Sono tutti fatti secondo un processo che coniuga manualità e tecnologie produttive, tutte applicate nel rispetto delle materie prime.

“La nostra prima accortezza sono proprio le materie prime che devono essere di qualità, non sono la tipa che scende a compromessi, anzi quando trovo un prodotto che mi soddisfa non lo lascio più. Altra accortezza importante è la lavorazione, dobbiamo lavorare bene senza rovinare gli ingredienti se vogliamo avere il massimo del sapore da ognuno di essi. Solo così possiamo parlare di artigianalità, del come fatto in casa, che vive però in una dimensione produttiva più allargata, non solo fatta di macchinari e tecnologie, ma anche di 15 persone, ognuno con il suo ruolo dal pasticcere esperto di laboratorio all’amministrazione, dall’addetto al magazzino alla comunicazione”, conclude l’imprenditrice.

A conclusione della nostra visita e del nostro vassoio di biscotti facciamo un giro nel laboratorio, sbirciando nelle varie stanze e conoscendo i vari dipendenti. Così come per i suoi biscotti, Laura ha saputo mettere insieme donne e uomini differenti, di varia età, di varie etnie che lavorano tutti con la stessa passione, creando un “mondo di Laura” variegato, diverso e buono da tutti i punti di vista.

Dove trovare i biscotti di Laura

I biscotti del Mondo di Laura sono distribuiti in tutti gli Eataly del mondo, in molti supermercati referenziati e botteghe di qualità di tutta Italia. È possibile acquistare i prodotti anche direttamente nel punto vendita dell’azienda di via Tiburtina e nello shop online www.mondodilaura.com

Il panettone di San Biagio: perché il 3 febbraio è l’ultimo giorno per mangiare un pezzo di panettone?