Cene a lume di candela al De Russie a Roma

Una cena a lume di candela è l’occasione giusta per dirsi ogni cosa o anche solo per stare in silenzio, lasciando che invece sia la suggestiva atmosfera a parlarci. E quella dei lunedì sera nel ristorante Le Jardin de Russie, al primo piano dell’Hotel De Russie a Roma, è un’atmosfera del tutto unica nel suo genere. Noi ci siamo stati e vi raccontiamo questa esperienza molto originale e anche sostenibile.

Una cena a lume di candela è l’occasione giusta per dirsi ogni cosa o anche solo per stare in silenzio, lasciando che invece sia la suggestiva atmosfera a parlarci. E quella dei lunedì sera nel ristorante Le Jardin de Russie, al primo piano dell’Hotel De Russie a Roma, è un’atmosfera del tutto unica nel suo genere.

L’iniziativa partita in autunno anche come azione pubblica a sostegno del caldo tema riguardante la crisi energetica, ha un titolo che non lascia dubbio alcuno – “Cene a lume di candela”, per l’appunto -, e si ripete con regolarità nelle strutture targate Rocco Forte Hotels in Italia, tra Firenze, Roma e Palermo, dove continuerà fino al prossimo 18 dicembre.

Cosa succede “a lume di candela”

Un’occasione singolare e dalla forte eco romantica, per cenare alla luce fioca di centinaia di fiammelle, custodi silenti di parole dette e non dette, dove sussurrare un commento sulla portata in arrivo viene ancor più naturale che farlo ad alta voce. Complice il pianoforte di Romina Garbini, che non lascia molto spazio alle intenzioni discorsive e ti trasporta in un lampo e con poche note, all’interno di pellicole immortali della storia del cinema. Così, dal “Deborah’s Theme” a “Nuovo Cinema Paradiso” passando per il “Claire de Lune”, i Maestri Morricone e Debussy rivivono nelle poetiche serate dei ristoranti Rocco Forte Hotels, impreziosite dalla ricerca gastronomica pluriennale fatta da Chef Fulvio Pierangelini, Creative Food Director della compagnia alberghiera.

Al calar della sera si spengono le luci della sala interna de Le Jardin de Russie, totalmente affrescata dall’artista immersivo Gio Bressana, i cui dolci tratti che decorano le pareti prendono vita tra le ombre e i chiaroscuri delle candele, lasciando spazio agli spontanei sospiri degli avventori e ai conseguenti pensieri di pace. Una pace toccata con mano quando il palato incontra il primo assaggio, una morbida entrée dal menù à la carte: una mousse di ricotta con olio aromatizzato al basilico e una guarnizione di ravanello croccante. Un gioco di consistenze semplice ma funzionale, che prepara i sensi a note più strong come quelle dell’antipasto scelto: una tartare di fassona servita con misticanza e dell’ottima salsa con senape in grani. Sterzata di gusto che apre le porte del piacere all’incredibile sottigliezza della sfoglia fatta per i ravioli cacio e pepe, la cui farcia comprende formaggi morbidi esaltati da quattro differenti tipologie di pepe.

La cena a lume di candela di Pierangelini

Un “cavallo di battaglia” di Chef Pierangelini, che le papille non dimenticano facilmente per l’accurata delicatezza con cui sono eseguiti. La seconda principale portata funziona in tutta la sua semplicità: un filetto di pesce San Pietro, servito su della purea di patate con funghi alla griglia a completare di gusto il piatto. Il dessert è un piccolo grande gioiello della tradizione, con le pere protagoniste sulla pasta fillo resa croccante e pronta ad accogliere il freddo gelato alla vaniglia che si fonde sulla frutta calda.

Una coccola che rende il giardino d’inverno a via del Babuino ancor più gradevole, meglio se ad accompagnare il tutto poi, c’è la maestria del maître Davide Mengoni, la cui storia di esperienze passate all’estero si completa con quella presente, fatta di casa, Roma, una famiglia e sogni futuri. Insieme a lui nella notte della “Candlelit Dinner”, non mancano il collega di sala Alberto Sanchez, poi il leccese Daniele Bernardo della brigata di cucina e il sommelier Marco Castellano, che per le portate scelte dal menù ha composto i seguenti abbinamenti: Cola Brut Franciacorta, Champagne Rosé Jean Gimonnet, sui lieviti per 48 mesi per uno champagne rosato ben strutturato e ideale con il battuto di fassona; a seguire con i ravioli del Premier Cru Saint-Aubin che ha fatto poi spazio ad un rosso dall’etichetta astratta – a tratti kandinskyana -, il Terrano Radovič con origini carsiche e friulane, per poi finire sul dessert battezzato da del Filippon Ramandolo, fatto da muffa nobile e con uva di un vitigno autoctono sempre del Friuli, come il Verduzzo.

L’iniziativa di Rocco Forte Hotels è un caldo pretesto per ritrovarsi nel cuore di una città che non dorme mai, come i corridoi di uno storico hotel che vive migliaia di vite e molte altre è pronto ad accoglierne. Per questo il “Candlelit Dinner” è quel momento di stasi in cui la vita e il tempo si fermano, per far spazio a un piacere che brucia di passione al crepitio di una candela. Da provare.

Torino Film Festival torna Salone OFF Food Topic.