Cibo, vino e sigari: l’estate di Castelli Romani Food and Wine

Avete mai pensato ad abbinare un sigaro al cibo? O, cosa ancora più ardita, ad utilizzarlo come ingrediente di un piatto? Per i meno fantasiosi l’immaginazione si ferma ai sigari al cioccolato, retaggio di una ristorazione che non c’è quasi più. Qualcuno invece ha azzardato: l’associazione Castelli Romani Food and Wine ha organizzato un evento, svoltosi il 15 luglio all’agriturismo Tenuta Santi Apostoli, nel quale 5 cuochi e un gelatiere del territorio hanno preparato 5 piatti e un gelato con la presenza del Sigaro Toscano Garibaldi Il Grande. In abbinamento 5 vini, ovviamente delle cantine castellane associate, e il sigaro stesso. L’obiettivo? l’armonia in una combinazione originale in grado di soddisfare ogni vizio: un posto all’inferno è garantito.

L’associazione Castelli Romani Food and Wine

L’associazione Castelli Romani Food and Wine nasce circa due anni fa con uno scopo semplice, ma allo stesso tempo complesso: valorizzare le eccellenze enogastronomiche del territorio. Facile, perché i Castelli Romani sono da sempre terreno fertile per prodotti di qualità e hanno una tradizione culinaria variegata e con radici profonde. Difficile, perché, purtroppo, per molto tempo si è puntato tutto sulla quantità a discapito di una qualità dimenticata. Complicato, perché nell’immaginario collettivo, Castelli Romani uguale fraschette (e ce ne sono di ottime), osterie, dove mangiare tanto e spendere poco. Ardito, perché qui la tradizione la fa da padrone e l’estro non è facilmente apprezzato.

Castelli Romani Food and Wine cerca di andare oltre questi stereotipi, mettendo insieme chef, ristoratori e ristoranti con cucine anche innovative, cantine, aziende agricole, allevatori, produttori e artigiani.

Il sigaro: Il Garibaldi Il Grande spiegato da Terry Nasti

“Il Garibaldi Il Grande è un sigaro con 202 anni di storia e si distingue dagli altri toscani per la pancia più grande” spiega Terry Nasti, responsabile eventi Manifatture Sigaro Toscano. “Pochi ingredienti: tabacco, acqua, zellura e tempo, circa sei mesi. Se fosse un vino sarebbe un monovitigno, perché prodotto con solo tabacco del Kentucky. Proprio come un uva si declina nei suoi differenti terroir e questo in particolare proviene dal Beneventano. Proprio come un vino – continua Terry – il sigaro si degusta e il suo sapore varia durante la fumata con l’avvicinarsi della fiamma. Il Garibaldi Il Grande ricorda sentori di cuoio, di erba e si percepisce un legno dolce non troppo marcato.”

Cuochi, cantine, piatti, vini e sigaro

Alberto Mereu+ Tenuta Santi apostoli (Frascati)

Petto d’anatra cotto prima a bassa temperatura, poi rosolato in burro ed erbe e infine affumicato; come accompagnamento fungo, aglio nero e kumquat canditi.

Il vino in abbinamento: Vermentino 2018.

Paolo Cacciani, Ristorante Cacciani (Frascati)+ Cantina Merumalia (Frascati)

Salmone norvegese affumicato col fumo del sigaro Garibaldi, accompagnato con misticanza e panna acida con foglie di tabacco.

Il vino in abbinamento: Frascati Superiore 2018, Primo, Malvasia, Greco e Bombino.

Renato Bernardi+ Villa Simone (Monte Porzio Catone)

Risotto con more ed erbe spontanee della campagna romana

Il vino in abbinamento: La Torraccia, 20218, Cesanese e Syrah.

Giuseppe Garozzo, ex Master Chef 4+ Gabriele Magno (Grottaferrata)

Filetto di manzo marinato 11 ore nelle foglie di tabacco, pane bruscato e cicoria di campo ripassata con aglio e alici.

Il vino in abbinamento: Cesanese, 2018.

Eleonora Masella, La credenza (Marino)+ Casale Mattia (Frascati)

Tartare di manzo affumicato al sigaro con ricotta al limone, crumble di olive taggiasche e acqua di pomodoro allo zafferano.

Il vino in abbinamento: Roma Rosso, 2019, Montepulciano e Cesanese.

Dario Rossi. Greed Avidi Di Gelato (Frascati)+ Casale Mattia (Frascati)

Gelato al sigaro Il Garibaldi e Frascati Spumante rosato.