Il benessere del pianeta dipende anche dall’alimentazione (Parte prima)

Alimentazione

Il cibo è il minimo comune denominatore che unisce i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, ma i modi di produrlo, distribuirlo, trasformarlo e consumarlo devono essere rivisti per raggiungere entro il 2030 i traguardi dell’Agenda Onu

Sentiamo spesso parlare di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) o di Sustainable Development Goals (SDGs) come di obbiettivi da raggiungere entro il 2030 (Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile), da parte dei Governi Nazionali, dell’Unione Europea, di Organismi Internazionali quali le Nazioni Unite e la FAO.

Ne sentiamo spesso parlare in riferimento al cibo e al settore agro-alimentare sia in merito al processo produttivo e alla fase della consumazione, sia per ciò che attiene allo smaltimento e riutilizzo dello scarto e rifiuto alimentare. Ma cosa sono questi obiettivi e quale è la loro relazione con il settore agro-alimentare?

Un passo indietro

Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Essa è un programma d’azione, per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU e ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere fino al 2030, data in cui i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli.

Essi danno seguito ai risultati degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals) che li hanno preceduti, e rappresentano obiettivi comuni su un insieme di questioni importanti per lo sviluppo economico, sociale e ambientale. “Obiettivi comuni” significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui; nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

Quanto sono conosciuti

Secondo una ricerca Ipsos, condotta per conto della Fondazione Barilla, sul rapporto tra giovani e SDGs e il ruolo del cibo nel loro raggiungimento, solo il 17% degli under 27 sa cosa siano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Il dato più allarmante è che sei su dieci ritengano che raggiungerli sia responsabilità delle generazioni future.

Secondo la ricerca, che ha coinvolto 800 giovani tra i 14 e i 27 anni in tutta Italia, il concetto di sostenibilità è invece familiare al 40% degli intervistati, anche se pochi conoscono il nesso che la collega alla produzione di cibo.

Quali sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile

Ci sembra dunque opportuno ed essenziale, prima di vedere come il cibo abbia un peso rilevante nel conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, iniziare a conoscerli meglio. Di seguito i primi nove obiettivi.

Il primo obiettivo è quello di porre fine alla povertà in tutte le sue forme, ovunque. Gli indici di povertà estrema si sono ridotti di più della metà dal 1990. Nonostante si tratti di un risultato notevole, nelle zone in via di sviluppo una persona su cinque vive ancora con meno di 1,25 dollari al giorno e ci sono molti milioni di persone che ogni giorno guadagnano poco più di tale somma. A ciò si aggiunge che molte persone sono a rischio di ricadere nella povertà.

Il secondo obiettivo è quello di porre fine alla fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile. Se gestite bene, l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca possono offrire cibo nutriente per tutti e generare redditi adeguati, sostenendo uno sviluppo rurale centrato sulle persone e proteggendo l’ambiente allo stesso tempo. Entro il 2030 dovremmo essere in grado di porre fine alla fame ed a tutte le forme di malnutrizione. Ciò si otterrebbe duplicando la produttività agricola e le entrate dei piccoli produttori (in particolare donne e popolazioni indigene), garantendo sistemi di produzione alimentare sostenibili e migliorando progressivamente la qualità dei terreni e del suolo. L’agricoltura rappresenta il più grande datore di lavoro nel mondo, fornendo i mezzi di sussistenza al 40% della popolazione globale. È la più grande fonte di reddito per le povere famiglie rurali.

Il terzo, quarto e quinto obiettivo riguardano rispettivamente: la garanzia di una vita sana e la promozione del benessere di tutti a tutte le età; la promozione di un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e la garanzia di un’opportunità di apprendimento permanente per tutti; il raggiungimento della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze.

Con il sesto obiettivo si vuole garantire a tutti l’accessibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari. Acqua accessibile e pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere. Il nostro pianeta possiede sufficiente acqua potabile per raggiungere questo obiettivo. Ma a causa di infrastrutture scadenti o cattiva gestione economica, ogni anno milioni di persone, di cui la gran parte bambini, muoiono per malattie dovute ad approvvigionamento d’acqua, servizi sanitari e livelli d’igiene inadeguati.

Con il settimo obiettivo si vuole garantire a tutti l’accesso a servizi energetici economici, affidabili, sostenibili e moderni. L’energia è un elemento centrale per quasi tutte le sfide e le opportunità più importanti che il mondo si trova oggi ad affrontare. Che sia per lavoro, sicurezza, cambiamento climatico, produzione alimentare o aumento dei redditi, l’accesso all’energia è essenziale.

L’ottavo obiettivo prevede la promozione di una crescita economica inclusiva, sostenuta e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti. Più o meno la metà della popolazione mondiale vive ancora con l’equivalente di circa due dollari al giorno. In molti luoghi, avere un lavoro non garantisce la possibilità di sottrarsi alla povertà. Questo progresso lento e disuguale richiede di riconsiderare e riorganizzare le nostre politiche economiche e sociali tese all’eliminazione della povertà. Una crescita economica e sostenibile richiederà alle società di creare condizioni che permettano alle persone di avere posti di lavoro di qualità, che stimolino le economie e al tempo stesso non danneggino l’ambiente.

Il nono obiettivo è quello di costruire infrastrutture resilienti, promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione. Lo sviluppo industriale inclusivo e sostenibile  è la prima fonte di generazione di reddito; esso permette un aumento rapido e sostenuto del tenore di vita delle persone e fornisce soluzioni tecnologiche per un’industrializzazione che rispetti l’ambiente. Il progresso tecnologico è alla base degli sforzi per raggiungere obiettivi legati all’ambiente, come l’aumento delle risorse e l’efficienza energetica. Senza tecnologia e innovazione, non vi sarà industrializzazione, e senza industrializzazione non vi sarà sviluppo.

(Continua)