Sta arrivando Babbo Natale …e ha molta fame!

Sta per arrivare Babbo Natale ed è doveroso preparargli uno spuntino. Roberto Mirandola ci racconta questa usanza e cosa si prepara da mangiare per Babbo Natale.

Chi ha o ha avuto figli piccoli lo sa bene, considerato che prima di essere genitori, siamo stati bambini:  anche quest’anno nella notte tra il 24 e 25 dicembre Babbo Natale lascerà sotto l’albero – in maniera furtiva, entrando dal camino – i regali tanto attesi.

Questa usanza, tuttavia, è fatta anche di una componente per certi aspetti irrazionale, probabilmente infantile, ma senza dubbio magica: lo spuntino da lasciare a Babbo Natale in segno di riconoscenza per i doni lasciati e un ristoro per la lunga notte passata a solcare i cieli stellati di tutto il modo a bordo della sua slitta trainata dalle altrettanto celebri renne – Ballerina, Cometa, Cupido, Freccia, Fulmine, Lampo, Saltarello e Tuono, a cui da circa settant’anni si è aggiunta Rodolfo, la renna dal naso rosso – per entrare nelle case dei bambini di tutto il mondo.

close up view of glass of milk with cookies on color back

Lo spuntino per Babbo Natale

Lasciare generi di conforto per Babbo Natale non è solo un’abitudine per fare felici i più piccoli: rappresentava prima ancora una credenza pagana secondo la quale i defunti passassero a trovare i propri cari il 24 dicembre e che venisse offerta loro l’opportunità di banchettare insieme. Poco importa, poi, se in realtà tocchi a mamma e papà fingere di consumare quanto lasciato qualche ora prima per l’uomo barbuto di rosso vestito. Ma lo spuntino è lo stesso in tutte le parti del mondo? Ovviamente no: cambia da paese a paese a seconda delle usanze, delle abitudini alimentari e del clima. Addirittura – per dirla tutta – Babbo Natale inizia il suo “giro di consegne” già alcune settimane prima della data canonica.

Oltre al cibo per Babbo Natale, c’è chi ama offrire qualcosa anche alle renne. Entrambi compiono un lungo viaggio ogni anno per assicurarsi che tutti ricevano regali e non è irragionevole presumere che gli aiutanti quadrupedi abbiano fame, così come Babbo Natale. Sebbene l’alimento tradizionale per Babbo Natale in molti paesi sia latte e biscotti, le persone che preferiscono preparare altri cibi possono essere certi che i loro omaggi alimentari saranno accettati con piacere. In effetti, può apprezzare cibi insoliti o creativi, dal momento che anche Babbo Natale probabilmente alla fine si stanca dei biscotti!

Cosa si lascia da mangiare a Babbo Natale?

Ecco allora una breve rassegna circostanziata alle usanze in atto nei Paesi che frequento di più o che conosco maggiormente.

Da noi, in Italia, lo spuntino per Babbo Natale è generalmente a base di frutta di  – noci e mandarini – oppure è composto da alcuni biscotti e un bicchiere di latte. Starà poi a mamma e papà, per non rompere l’illusione, lasciare bucce, gusci o briciole come “prova” della merenda consumata. Nessun ristoro – ahimè – per Rodolfo e le altre otto renne.

Nel Regno Unito i bambini lasciano a Santa (diminutivo di Santa Claus. È così che viene chiamato Babbo Natale da quelle parti) un bicchierino di sherry e uno o due mince pie, le tipiche tortine natalizie di pasta frolla (misurano 5-7 cm) ripiene di mincefruit, una mistura di frutta secca – uva passa, ciliegie e albicocche –  a cui si aggiungono noci e mandorle sminuzzate, sugna, cannella e una leggera spruzzata di brandy o rum. In alternativa c’è chi prepara un bicchiere di latte caldo e alcuni biscotti. Scelta condivisa, invece, per il cibo dedicato alle renne: qualche carota da spartirsi equamente assieme a una ciotola d’acqua.

Negli Stati Uniti lo spuntino di Santa Claus è solitamente composto dai classici cookie – grossi e teneri biscotti dalla forma tondeggiante, generalmente insaporiti con gocce di cioccolato – e da un bicchiere di latte. C’è anche chi lascia dei pancake – frittelle simili alle crêpe, spesse 3-5 mm – da condire con sciroppo d’acero, accompagnati dall’immancabile bicchiere di latte. Altri, dotati di estro eccessivamente creativo – pochi per fortuna – offrono a Father Christmas un bicchiere di birra o un bicchierino di whisky assieme a qualche pickled cucumber, i grossi cetrioli sottaceto americani o a una fetta di pizza. Alla renna rossa e ai suoi otto colleghi cervidi è riservata, invece, una (!) carota da condividere.

Molto simile alla tradizione natalizia è quanto accade nei Paesi Bassi, soprattutto nelle province meridionali (Zeeland, Noord-Brabant e Limburg) e in Belgio dove, più che Babbo Natale, il 6 dicembre si festeggia Sinterklaas – San Nicola, il santo patrono dei bambini – nel giorno del suo compleanno. È raffigurato come un anziano vescovo dall’aspetto austero, di animo generoso e indole gentile, con i capelli bianchi e la barba lunga e folta. Indossa una stola rossa sopra un lungo mantello rosso che copre un camice bianco, oltre a una mitra rossa vescovile in testa, un anello al dito con un grosso rubino incastonato e un pastorale dorato con un’elegante punta arricciata tenuto con la mano sinistra. La notte del 5 dicembre, prima di andare a letto, i bambini olandesi mettono le scarpe vicino al calorifero principale lasciando al loro interno del fieno o una carota e una ciotola d’acqua per Oh zo snel, il cavallo bianco di Sinterklaas, per essere sicuri di trovare il mattino seguente regali e dolciumi. Nel vicino Belgio, invece, è tradizione lasciare una tazza di caffè per Sinterklaas e una bottiglietta di birra a Zwarte Piet, il suo fedele aiutante.

Tra qualche giorno, quando il calendario segnerà il 24 dicembre significherà una sola cosa: Babbo Natale sta arrivando e per quella notte vorrà vedere le luci di casa spente per lasciare i regali sotto l’albero ai bambini di tutte le età. Con la speranza di trovare qualcosa da mettere sotto i denti anche per lui e le sue renne…

Santa Claus is comin’ to town! – Buon Natale a tutti!

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