A Buckingham Palace la semplicità regnava sovrana.. almeno a tavola con la Regina Elisabetta.

Abbiamo visto la Regina Elisabetta in mille situazioni differenti, ma poche volte a tavola. Cosa le piaceva? Quali erano i suoi gusti? Ci siamo fatti raccontare le abitudini a tavola della sovrana da Roberto Mirandola.

Sebbene non abbia mai avuto alcun interesse per richiedere la cittadinanza britannica – avrei i requisiti sia per motivi professionali che per ragioni maritali – la regina d’Inghilterra mi è sempre stata simpatica, grazie, come ha detto qualcuno – alla sua regale umanità – e, aggiungo io – per la sua modestia (almeno apparente) e l’autoironia manifestate sempre in giusta dose. Di conseguenza, quando giovedì scorso è passata a miglior vita, mi è dispiaciuto.

Al di là delle mille celebrazioni, degli approfondimenti sulla sua vita da parte di stampa, radio e TV, pochi hanno parlato dei suoi orientamenti alimentari. Come per la maggioranza dei britannici, anche Sua Maestà la regina Elisabetta II non faceva eccezione. Per dirla senza giri di parole, non era affatto una buongustaia: seguiva la filosofia del mangiare per vivere piuttosto che vivere per mangiare, a differenza del principe consorte Filippo risaputa buona forchetta e abile cuoco. Ovviamente con le differenze del caso, ossia la possibilità di scegliere, per quanto semplici e sotto la supervisione di nutrizionisti e dei 25 cuochi reali – prodotti e pietanze di eccellenza.

Occorre subito dire che per diventare un cuoco di corte è richiesto un tirocinio abbastanza luogo. “Stelle”, “gamberi”, “omini Michelin”, “cappelli” o “tempietti” eventualmente portati in dote rappresentano, paradossalmente, uno svantaggio. Nuove ricette, interpretazioni personali di famose preparazioni o eccessivi guizzi creativi non sono mai stati visti di buon occhio a palazzo. Per lavorare nelle cucine di Buckingham Palace, di Sandringham House o dei castelli di Windsor e Balmoral occorre apprendere il modo di cucinare “regale” e cucinare alla perfezione i piatti preferiti dalla sovrana e dai suoi familiari.

Qui alzare un calice di champagne sembra il modo più appropriato per celebrare il trapasso a miglior vita di Elisabetta II e rendere omaggio ai suoi 70 anni al servizio della grande famiglia imperiale come lei stessa amava definire il Regno Unito e il Commonwealth delle nazioni. Al pari dei suoi sudditi, anche lei prediligeva il celebre spumante francese, soprattutto Bollinger, la prima azienda produttrice di champagne ad ottenere nel 1884 la Royal Warrant of Appointment (l’onorificenza conferita dalla famiglia reale britannica a un ente o un’attività commerciale. Equivale al titolo di Fornitore della Real Casa di Savoia ai tempi del Regno d’Italia).

Si dice ne bevesse mezzo bicchiere alla sera prima di andare a letto. Tuttavia la bevanda preferita di Sua Maestà era gin e Dubonnet (un vino liquoroso francese con erbe e spezie) nella proporzione di 1:2, una sorta di cocktail vagamente somigliante a un Negroni con un retrogusto dolce, servito con una fetta di limone e cubetti di ghiaccio rotondi, meno rumorosi dei tradizionali all’interno del bicchiere e più lenti a sciogliersi.

Leggenda narra che Elisabetta II consumasse quattro pasti al giorno: colazione, pranzo, tè pomeridiano e cena – affermazione solo in parte corretta, in quanto la sovrana prediligeva refezioni in piccole quantità, soprattutto alla sera.

Una pizza per la Regina Elisabetta

Colazione

Elisabetta II iniziava la sua giornata con una tazza di tè Earl Grey (Fortnum & Mason, e Twinings erano le due marche preferite) e biscotto seguito da una ciotola di  cereali – riso, orzo e frumento integrale – Kellogg’s Special K. In caso di appetito accentuato, la colazione era completata da una fetta di pane bianco tostato e marmellata di arance (Tiptree Old Times Orange Marmalade o Tiptree Orange Marmalade entrambe di Wilkin & Sons) oppure salmone affumicato e uova strapazzate o ‘uova imburrate’ come vengono chiamate a corte.

Pranzo

Il normale pranzo reale era composto da pollo o sogliola di Dover alla griglia. Il primo accompagnato da un’insalata verde, la seconda con un contorno di spinaci o zucchine al vapore. Pasta, riso o pietanze a base di patate erano riservate per le occasioni speciali, mentre il pranzo del venerdì era spesso dedicato al fish & chips, nel quale il pesce – filetti di merluzzo – è preventivamente passato nel panko (un particolare pangrattato di origine giapponese ottenuto dal pane bianco sbriciolato e messo in teglia per la tostatura) invece della tradizionale pastella per renderlo più digeribile una volta fritto.

Tè pomeridiano

Nonostante la regina avesse preferenze alimentari tutto sommato semplici, aveva un debole per i dolci. Il tè pomeridiano era un rituale quotidiano che comprendeva scones – focaccine preparate con farine, burro, latte e uova, dal gusto neutro e consistenza friabile e morbida – farcite con confettura di fragoline di bosco (Tiptree Little Scarlet di Wilkin & Sons) e clotted cream – panna rappresa. Non potevano mancare anche i finger sandwich al burro salato (somiglianti in tutto e per tutto ai nostri tramezzini) farciti con cetriolo fresco a fette, salmone affumicato o gamberetti di Morecambe Bay. Il dolce preferito in assoluto da Elisabetta II era la Chocolate Biscuit Cake, vagamente evocante negli ingredienti il nostro salame al cioccolato ma, preparato a mo’ di torta nella sua forma più classica e ricoperto da uno strato finale di cioccolato fondente. In alternativa, una fetta di Ginger Cake, sorta di plum-cake a base di zenzero, era l’abbinamento perfetto a una tazza di tè, anche qui, Earl Grey.  

Cena

La cena delle 20.00 di Elisabetta II consisteva in alcune fettine di roast beef o filetti di manzo o di selvaggina (cervo o fagiano) preparati secondo la ricetta della Gaelic Steak, ben cotta e servita con una salsa ai funghi e whisky. Il tutto accompagnato, ma non sempre, da un Martini dry. Per dessert, frutta fresca di stagione proveniente dalle tenute reali come fragole o pesche, anche se il mango rimaneva uno dei suoi frutti preferiti.

Negli ultimi anni, la regina ha finalmente soddisfatto la curiosità di molte persone che si interrogavano sul contenuto della borsetta in cuoio nero sfoggiata in occasione delle sue apparizioni pubbliche, elemento distintivo che faceva il paio con gli abiti dai colori sgargianti (e i cappelli abbinati) che era solita indossare. Ebbene, lo scorso 4 giugno il mistero è stato svelato in divertente video con protagonisti Elisabetta II e l’Orso Paddington in occasione del grande concerto per il Giubileo di Platino. Nel videoclip di un minuto Paddington, ospite di Elisabetta II a Backingham Palace, offre alla regina un sandwich alla marmellata di arance in segno di ringraziamento per il suo lungo servizio al Paese raccontando di averne sempre uno con sé per le emergenze, segno distintivo assieme montgomery blu e al grande cappello rosso. La regina non si scompone e dalla sua celebre borsetta tira fuori anche lei il suo sandwich: «Anch’io tengo il mio qui dentro, per dopo». La scena è interrotta dal cameriere che annuncia che la festa per il giubileo sta per iniziare. L’orsetto a questo punto si congeda con un: «Felice Giubileo, signora. E grazie di tutto».

Thank you Ma’am, for everything. And God save the King!