Il tiramisù: tornare a casa

Tutti i dolci buoni si somigliano tra loro, ma solo il tiramisù è buono a modo suo.

Così l’avrebbe scritta Lev Tolstoj se solo fosse nato nell’epoca giusta (sarebbe bastato un cinquantennio o poco più), e non avesse concluso la sua vita nella stazioncina di Astapovo, quando ottantaduenne decise di abbandonare moglie e figli per mettersi in viaggio su un vagone di seconda classe (1910).

Solo il tiramisù è buono a modo suo, già. Perché il dolce italiano più famoso al mondo è, secondo l’ultima ricerca di mercato a firma JustEat, anche il più ordinato in Italia. Nell’epoca dell’eccesso che ha come suo risvolto “osceno” la società immunologica del bio e del caffè senza caffeina, il the senza teina e così via discorrendo, proprio in un momento storico in cui anche i dolci hanno tentano la grande virata sul glutenfree, senza uova, senza latticini, meno grassi, meno zuccheri, meno meno, il tiramisù niente: inscalfibile.

Come mai? Non è tanto questione di “originalità”. La parola è da orticaria lo so (ogni volta che qualcuno tira in ballo l’originalità voi rispondete così: l’originale è infedele alla traduzione). Ma c’è e dobbiamo tenercela. Visto, tra l’altro, che un “originale” questa volta pare ci sia. Aveva chiuso i battenti, poi ha riaperto: ristorante Le Beccherie di Treviso.

Come sempre accade però con la storia della “radice originale” (Urgrund), finisce sempre che questa si sdoppia o si moltiplica. E allora saltano prove e documenti anche di una paternità attestata a Al Vetturino di Mario Cosolo o alla cuoca Norma Pielli del ristorante Albergo Roma.

Tolta di mezzo la questione dell’originalità, rimarrebbe quella della “fedeltà”. Anche qui, terreno scivoloso. Lidia Bastianich, per dire, lo fa col limoncello, Niko Romito lo mette al forno e dal Convivio Troiani lo servono dislocandolo in tre tempi: ieri, oggi, domani.

No, non è tanto questione di sorpresa e di effetto wow. Bisogna proprio rovesciarla, la cosa. È questione di familiarità, del già conosciuto, del sempre ricordato.

Perché con i dolci è così, si torna sempre a casa.

Perché possiamo amare le bavette allo scoglio o un’entrée di ostriche con spuma di mozzarella di bufala, ma ritorneremo sempre al sapore insistito, profondo, confortante, e medio di un biscotto con caffè, alla crema di mascarpone.