La Città della Pizza 2023: 5 tappe per il dream team di pizzaioli del grande evento di Roma.

La Città della Pizza, nuovo format per questo grande evento o grande festa dedicata alla pizza. Da marzo a luglio 5 tappe da nord a sud del Paese e altrettante sfide alla ricerca dei grandi pizzaioli alla finalissima di Roma prevista dal 20 al 22 ottobre. Per capire come funziona e cosa ci dobbiamo aspettare abbiamo intervistato l’ideatore Emiliano De Venuti e i due “super giurati” Luciano Pignataro e Luciana Squadrilli.

La Città della Pizza dal suo esordio nel 2017 è diventata un evento di riferimento per gli appassionati di questo meraviglioso piatto, desiderosi di conoscere e provare pizzaioli da ogni parte d’Italia con le loro specialità. Anno dopo anno a Roma si sono alternati grandi nomi del settore, si è parlato di pizza con i maestri indiscussi, si è giocato, testato, imparato, abbinato, ma soprattutto mangiato. Grandi e piccoli, tutti soddisfatti, nessuno escluso.

La pizza è in fondo un piatto che mette d’accordo tutti e che genera gioia e convivialità, nonché condivisione, soprattutto qui alla Città della Pizza dove l’obiettivo dei pizza lovers è andare a provare più tonde possibili, riuscire ad assaggiare le novità, andare a trovare i loro pizzaioli preferiti.

Il nuovo Format de La Città della Pizza

Quest’anno, però, qualcosa cambia: il format Città della Pizza si rinnova lanciando il più grande concorso italiano dedicato alla pizza. Un tour di ben 5 tappe in giro per l’Italia che daranno la possibilità a tanti pizzaioli di poter far conoscere la propria arte e diventare i protagonisti del Grande Evento romano, che si terrà da venerdì 20 a domenica 22 ottobre.

Tutti i pizzaioli d’Italia sono chiamati all’appello: la prima tappa si è svolta a Milano lo scorso lunedì 20 marzo, poi sarà la volta di Firenze (lunedì 17 aprile), Napoli (lunedì 22 maggio), Palermo (26 Giugno) e infine Bari (lunedì 3 luglio). Da nord a sud dello Stivale i maestri lievitisti si confronteranno e si sfideranno davanti ai forni e ovviamente davanti ad una giuria di eccezione, composta primis da Luciano Pignataro, Luciana Squadrilli affiancati da grandi maestri pizzaioli, giornalisti e critici del settore, che valuterà i concorrenti in gara sulla base di precisi parametri: aspetto, profumo, impasto, cottura, equilibrio, gusto complessivo, utilizzo degli ingredienti per il topping.  Ad ogni pizzaiolo verrà richiesto di preparare due pizze: una tradizionale (margherita o marinara) e un cavallo di battaglia a scelta del concorrente. Da ognuno delle cinque gare usciranno tre vincitori che avranno diritto a una postazione nell’appuntamento di ottobre nella Capitale.

Una trasformazione importante per questa gustosa kermesse che Emiliano De Venuti, ideatore de La Città della Pizza ci spiega così: “Più che trasformazione, parlerei di espansione, dovuta al fatto che c’è la necessità di rinnovare e ampliare la conoscenza di chi fa pizza (e la fa anche bene). Basti pensare che in Italia sono oltre 127mila le aziende che vendono pizza sul territorio. Le tappe organizzate saranno l’occasione di incontrare pizzaioli che ancora sono “in ombra” e selezionare nuovi talenti italiani della pizza”.  E continua: “La prima edizione de La Città della Pizza è stata nel 2017 e posso affermare che in sette anni le cose sono cambiate e non poco. Il format dell’evento ha subito della variazioni naturali adattandosi alle esigenze del pubblico e dei maestri pizzaioli, fino ad arrivare a questa edizione in cui si fa un salto veramente importante inaugurando un tour di 5 tappe nelle principali città italiane che precederanno il classico grande evento di Roma, previsto dal 20 al 22 ottobre 2023”.

Bisogna anche aggiungere che in questi anniabbiamo assistito a una vera e propria evoluzione della pizza che, pur mantenedo la sua anima pop, sta dando dimostrazione delle sue potenzialità e declinazioni e questo sarà un aspetto da cavalcare in un evento come la Città della Pizza: “Penso fermamente che il settore della pizza sia ancora in piena espansione, il che significa che il “palcoscenicoè pronto ad accogliere nuovi talenti e con loro, nuovi punti di vista. E non sono da meno i consumatori, la loro percezione è molto cambiata. Lo vediamo in ogni edizione de La Città della Pizza, quando ci troviamo con un pubblico sempre più attento e pronto a provare e sperimentare, un pubblico che si interessa di impasti, di stili, di cotture, ma anche di ingredienti utilizzati”. Conclude De Venuti.

Com’è cambiata la pizza? Parola ai giudici de La Città della Pizza!

Finora abbiamo parlato del format e di come è strutturato quest’anno. Un cambiamento, come più volte sottolineato, dovuto ad un’evoluzione del settore che ha coinvolto sia chi fa la pizza che chi la mangia. Pizzaioli e consumatori sempre più preparati e sperimentatori, come ci conferma Luciana Squadrilli, da anni nel comitato scientfico de La Città della Pizza in qualità di esperta e critica: “Penso che i pizzaioli più in gamba stiano comprendendo che la sostanza conta più dell’apparenza e che la cura estrema dei dettagli – tanto nell’impasto quanto nei condimenti – dà grandi risultati, al di là di provocazioni ed exploit social. Per quanto riguarda il pubblico, mi sembra sempre più attento e preparato e capace di individuare (oltre alla qualità di base) la tipologia di offerta che vada più incontro alle sue esigenze e ai suoi gusti”.

Una visione storica di questa metamorfosi della pizza ce la regala Luciano Pignataro:Il processo di evoluzione della pizza è iniziato in realtà circa 30 anni fa quando fu redatto un primo disciplinare che indicava la via della qualità a un prodotto da sempre ritenuto di infima fattura e non degno di essere nominato neanche nei ricettari. Poi le figure di Enzo Coccia al Sud, Simon Padoan al Nord e Gabriele Bonci hanno cambiato radicalmente l’approccio a questo mondo da parte dei professionisti del settore che hanno iniziato a provare l’orgoglio di essere pizzaioli. Ancora ruolo fondamentale lo hanno avuto Ciro Salvo per l’impasto e Gino Sorbillo per l’approdo ai social che hanno fatto simpatia al settore. La pizza, segnatamente quella di stile napoletano, è diventata un fenomeno globale. Città della Pizza ha raccontato il fenomeno nel suo complessi e ne ha seguito l’evoluzione. I motivi di questa evoluzione sono molteplici, la crisi economica che ha allontanato la gente dai ristoranti, il cambio delle abitudini alimentari, il fatto che a pizza è interclassista, intergenerazionale, affascina i gastrofighetti senza perdere il suo carattere pop anche se alcuni hanno pensato di far fare lo stesso percorso degli stellati, tentativi per fortuna falliti visto quello che sta succedendo”.

Da Milano a Roma, pronti alla sfida?

La sfida è iniziata a tutti gli effetti e in ognuna delle cinque tappe si possono iscrivere pizzaioli di ogni regione, senza vincoli di residenza. E pare già che la data di Milano abbia generato una lista d’attesa. L’affluenza e la partecipazione motivata e numerosa ci fa capire quana voglia di emergere ci sia, quanta voglia di far conoscere il proprio prodotto. La curiosità è tanta e non è solo la nostra, Luciana Squadrilli per esempio si dice: “curiosa di vedere come risponderanno (presumibilmente incontrandosi a Napoli) il mondo napoletano e quello casertano, che sta cercando di affermare precise caratteristiche distinte; e poi spero di avere l’occasione di conoscere più da vicino, a Palermo, la realtà siciliana che mi sembra in grande fermento”.

Stessa curiosità su Palermo è di Pignataro: “Personalmente mi aspetto molto da Palermo. In Sicilia c’è un grandissimo fermento e un grande orgoglio che ci riporta alla Campania di 20 anni fa o l’attuale fermento che vive Roma dove i pizzaioli sono sempre più attenti alla materia prima e molti hanno riscoperto la pizza di stile romano”.

E alla fine di tutte le selezioni, che i nostri due giudici si preparano a fare, ci sarà la tappa finale, quella aperta al pubblico e tanto attesa da tutti, che ci darà quest’anno l’occasione di fare un grande  viaggio per tutta la penisola per tipologie e sapori. “Obiettivo chiaro fin dalla prima edizione che probabilmente lo sarà ancora di più con questo sistema di selezione”-  sottolinea la Squadrilli.

Inoltre ci sarà anche la possibilità di avere a Roma più tipologie e stili di pizza, un panorama trasversale ed eclettico tra tonde, napoletane, romane, padellini, teglie. Ma chi giudica ha la sua pizza preferita e quale la pizza che al di là delle mode è una “consolazione per il palato”?

Nessun dubbio per Luciana Squadrilli, che di pizze ne assaggia tante: “Personalmente  trovo che il padellino sia la tipologia meno interessante perché spesso finisce per essere più “omogenea”, mentre su altre il pizzaiolo ha più possibilità di espressione. Di recente sto iniziando ad apprezzare la tonda romana, grazie a proposte di alta qualità, e amo molto una teglia ben fatta; anche se la mia “pizza del cuore” resta la tonda napoletana, in versione contemporanea ma senza esasperazioni e virtuosismi (vedi “canotto”).

Abbastanza categorico, (ma come dargli torto?) Luciano Pignataro: “Il mio palato identifica il prototipo della pizza esclusivamente con la margherita e la marinara a ruota di carro tipica del centro storico di Napoli. Questo è il mio baricentro attorno al quale ruotano tutte le altre. Mi spaventa l’identificazione di questo prodotto con le tecniche di panificazione. La pizza è pizza e non pane proprio perché alla fine del ‘700 è diventato un mondo a parte con la nascita di pizzaioli e di forni a bocca di luna. Poi, per carità, tutto è buono. Ma non chiamiamolo pizza”.

Vuoi iscriverti a una delle cinque tappe?

Come  ci spiega l’organizzatore, l’apertura delle iscrizioni avviene 1 mese prima della data prevista per ogni tappa, dove sono previsti massimo 30 iscritti per città. Intanto in questi giorni, dopo l’overbooking di Milano, si è aperta la call per le candidature per la città Firenze (17 aprile). Seguiranno poi Napoli il 22 maggio, Palermo e Bari. Per chi volesse può iscriversi compilando il form presente su www.lacittadellapizza.it.

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