Girando tra gli scaffali al supermercato per la consueta spesa quotidiana o settimanale, vi siete mai chiesti l’origine del nome di alcuni tra i più comuni o storici prodotti che mettiamo nel carrello? Ecco allora questa guida a puntate, che spiega la provenienza, il significato e qualche aneddoto legato ad alcuni marchi o agli stessi prodotti. In questo nuovo appuntamento scopriamo le curiosità legate ad alcuni prodotti che compongono la nostra prima colazione.
BONNE MAMAN: marchio di confetture e composte di frutta nato nel 1971 a Biars-sur-Cère nella parte meridionale della Francia, di proprietà della multinazionale transalpina Andros. Fu Jean Gervoson, il suo fondatore, a scegliere la denominazione Bonne Maman, nome affettuoso con il quale era solito chiamare la nonna. Il nome, unito all’etichetta scritta a mano e al coperchio a quadretti bianco e rossi, il cosiddetto ‘motivo Vichy’ risultano azzeccati in quanto danno l’idea di un prodotto realizzato in modo semplice e genuino, proprio come farebbe una nonna per i suoi nipoti. La caratteristica principale di queste confetture sono gli ingredienti, appena cinque e facilmente reperibili in qualsiasi cucina domestica: frutta, zucchero semolato, zucchero di canna, succo di limone e pectina (ottenibile dalla bollitura delle mele con acqua e zucchero). Curiosamente Bonne Maman è una delle poche aziende conserviere a commercializzare la confettura di rabarbaro, attualmente reperibile solo nella GDO francese e, sottoforma di composta, nel Regno Unito.
BUONDÌ: è un prodotto da forno monoporzione – nello specifico una brioche industriale – inventata nel 1953 dal pasticcere e imprenditore milanese Angelo Motta, ispirandosi alla veneziana, un piccolo dolce a lievitazione naturale della tradizione milanese. Nonostante sulle confezioni appaia ancora la denominazione Buondì Motta, è prodotto dall’azienda alimentare Bauli che ne detiene anche la proprietà del marchio. Il Buondì cosiddetto ‘classico’ è ricoperto dalla tipica glassa di mandorle e granella di zucchero. Nel 1970 è stata introdotta la versione al cioccolato, ma nel corso degli anni, sono state commercializzate diverse varianti tra cui: all’albicocca, alla ciliegia, al cacao, alla crema pasticcera con vaniglia del Madagascar, con farina 100% integrale, alla crema cappuccino, quest’ultima in serie limitata non più prodotta. Curiosamente Angelo Motta è stato colui che inventò nel 1919 il panettone contemporaneo così come lo conosciamo oggi: alto, soffice, guarnito di canditi e uva sultanina.
FETTE BISCOTTATE OLANDESI: dalla classica forma circolare e diametro approssimativo di 9-10 centimetri, sono preparate con farina di frumento integrale, mentre quelle italiane sono fatte con farina di frumento bianca. Inoltre, le fette biscottate olandesi sono più spesse e croccanti rispetto a quelle italiane. Questo le rende perfette per essere gustate con burro e marmellata. Un’altra differenza è il metodo di produzione: le fette biscottate cosiddette italiane vengono ricavate da un lungo cilindro ottenuto con un impasto di farina di grano duro, olio, zucchero, sale e lievito dal quale si ricavano dei dischi spessi da 1,5 centimetri, successivamente cotti in forno per due volte. Le fette olandesi vengono invece ricavate da singoli cilindri spessi circa 4 centimetri cotti una sola volta, quindi tagliati a metà in senso orizzontale e infine tostate. Ne risulterà una fetta con un lato superiore spalmabile e un lato inferiore più friabile e dorato.
KELLOGG’S: nome commerciale appartenente a Kellanova, multinazionale americana produttrice principalmente di alimenti per la prima colazione, soprattutto cereali e biscotti, con sede a Battle Creek in Michigan dove fu fondata nel 1906 da William Keith Kellogg. Il prodotto di maggiore successo dell’azienda è rappresentato dai fiocchi di mais – conosciuti come corn flakes – un prodotto costituito, appunto da mais cotto, zucchero e vitamine inventato nel 1894 dal fondatore dell’azienda e da suo fratello John per riciclare il grano raffermo da servire ai pazienti della clinica di proprietà di entrambi assieme a del latte. Il logo dell’azienda non è mai sostanzialmente cambiato nel corso del tempo: la parola ‘Kellogg’s’ di colore rosso dalle linee arrotondate e leggermente inclinate verso destra, imita la firma personale del suo fondatore. Nel tempo questo particolare carattere tipografico è stato classificato come Kellogg’s Sans.
LURPAK: marchio danese di burro tra i più famosi al mondo fondato nel 1901 come Lurmark. Dal 1911 ha assunto l’attuale denominazione. Commercializzato in poco meno di cento paesi, è di proprietà della multinazionale danese-svedese Arla Foods. L’origine del nome, così come il simbolo, derivano da due lur intrecciati, un antico strumento a fiato simile a un corno postale molto utilizzato in Scandinavia in tempi passati e diventato uno dei simboli della Danimarca. Per produrre un chilogrammo di questo particolare burro sono necessari circa 20 chilogrammi di latte di origine rigorosamente danese. Caratteristica di questo prodotto caseario sono la cremosità e le note fresche leggermente aromatiche conferite dalle colture di batteri del latte aggiunti. In Italia il burro Lurpak – disponibile nel GDO solo nel formato da 200 grammi nella tipica confezione argentata – è conosciuto principalmente per essere uno dei pochi burri industriali leggermente salati.
NUTELLA: crema gianduia spalmabile inventata da Michele Ferrero fondatore dell’omonima industria dolciaria con sede ad Alba (CN). Fu commercializzata per la prima volta nel 1964 come evoluzione di una precedente crema denominata Pasta Giandujot e successivamente SUPERCREMA entrambe ideate alcuni anni prima dal padre Pietro. Il nome deriva dal sostantivo nut, che significa nocciola in inglese, mentre il suffisso italiano –ella fu aggiunto per ottenere un nome orecchiabile. Risale all’anno successivo, nel 1965, la forma dell’attuale e iconico barattolo in vetro. Nonostante Nutella sia identificata come un prodotto del più tipico Made in Italy, in realtà di italiano ha ben poco. Per approvvigionare i sette ingredienti che costituiscono la Nutella, è infatti necessaria una complessa operazione di logistica intercontinentale che coinvolge fornitori dislocati in cinque diversi continenti. Solo i vasetti in vetro, infatti, sono di produzione nazionale, quantomeno per la produzione destinata al mercato interno. Nei nostri negozi di alimentari e nella GDO troviamo infatti, oltre alla Nutella prodotta nello stabilimento di Alba, anche Nutella francese, tedesca e polacca.
SAIWA: azienda alimentare fondata a Genova nel 1900 da Pietro Marchese con sede principale a Capriata d’Orba (AL) di proprietà del colosso americano Mondēlez International Inc. Il prodotto di punta è rappresentato dai biscotti ORO Saiwa prodotti in svariate versioni. SAIWA è l’acronimo di Società Accomandita Industria Wafer e Affini coniato nel 1922 da un copywriter d’eccezione Gabriele D’Annunzio, uno tra i più assidui consumatori di biscotti. Oltre al Vate, testimonial di prestigio, sono i membri di Casa Savoia che all’epoca concedettero al suo fondatore i Brevetti di Fornitore Ufficiale e la concessione per apporre il gentilizio reale sull’insegna della fabbrica e sulle confezioni di latta assieme allo stemma di Gabriele d’Annunzio, nominato qualche anno prima Principe di Montenevoso dal re Vittorio Emanuele III di Savoia.