Dalla spesa per casa alla ricerca, passando per i ristoranti, la scelta veg è in costante crescita: ecco alcune considerazioni e l’evento di ottobre “Stati Generali delle Proteine Alternative”, che si terrà a Milano, per esplorare un futuro diverso.
Abbiamo iniziato il 2025 parlando del Veganuary, un’iniziativa che da tanti anni incentiva l’inizio di un’alimentazione vegana in concomitanza con l’inizio del nuovo anno. Lo fa con consigli, approfondimenti, ricette, che a gennaio sono inviate tramite e-mail ogni giorno, per poi proseguire con cadenza regolare per tutto l’anno.
Sempre di più sono, inoltre, le attività ristorative che propongono al cliente opzioni vegetariane o vegane, o quelle che del plant-based fanno la propria identità.
Andando ad approfondire gli acquisti e le vendite di privati e aziende, inoltre, possiamo contraddire l’idea che la dieta vegana sia frutto di scelte modaiole e passeggere: la scelta di favorire opzioni vegetali nella propria alimentazione si rispecchia anche negli acquisti al supermercato, come confermano i dati di un’indagine condotta da YouGov Shopper.
Il carrello veg
Nel 2024, infatti, più di 15 milioni di famiglie hanno acquistato alimenti di origine vegetale, il 59,3% della popolazione di riferimento, con un’accelerazione del 2,2%. La frequenza di acquisto è un altro dato significativo, che arriva al 9,6%, in aumento dell’1,8%. Una tendenza negativa che si può evincere dai dati è quella relativa all’acquisto medio riferibile ad ogni spesa, che diminuisce del 7,1%. Questo calo non è limitato agli alimenti plant-based, ma è dovuto, in termini pratici, alla nuova abitudine di comprare cibo più spesso ma in quantità ridotte.
Le motivazioni
Questo incremento di costante di vegani e vegetariani nasce da sensibilità e consapevolezze che si sono instaurate negli ultimi anni: infatti, se nei secoli scorsi il veganesimo era molto spesso una scelta dettata da motivazioni religiose, ad oggi è cresciuta l’attenzione verso l’inquinamento dovuto agli allevamenti intensivi, il cambiamento climatico, un’alimentazione bilanciata e sana, verso il benessere animale e in generale verso cause sociali ed ambientali che fino a pochi decenni fa non venivano prese in considerazione.
Inoltre, questa tendenza è in aumento nonostante non esista un reale sostegno da parte del governo: il ministro Francesco Lollobrigida, infatti, minimizza l’importanza di queste istanze declassandole dall’agenda, per fomentare la caccia selvaggia oppure concentrarsi sull’importanza della cucina italiana o della dieta mediterranea semplicemente come uno specchietto per le allodole. A questo proposito c’è un aspetto molto importante da ricordare: nonostante per il Ministro l’elemento culturale giustifichi -o, meglio, cancelli- le problematicità legate all’allevamento e agli alimenti di origine animale, la piramide alimentare, che è alla base della dieta mediterranea da lui molto decantata, è stata recentemente modificata, ponendo in cima la carne come uno degli alimenti che deve esser mangiato con minor frequenza nell’arco di una settimana.
Il cambiamento continua
E dunque, nonostante una classe dirigente sostanzialmente sorda a queste istanze e nonostante una vasta fetta di popolazione non voglia sentir parlare di dieta veg, qualcosa bolle sempre in pentola: il 21 ottobre, ad esempio, si terranno presso la Fondazione Feltrinelli di Milano gli Stati Generali delle Proteine Alternative.
“Futuro Proteico: innovazione e gusto a tavola” è l’incontro che vedrà interfacciarsi ricercatori, imprenditori, associazioni e istituzioni sulle sfide future della filiera agroalimentare.
Una giornata che unirà la psicologia sociale alla tecnologia, l’etica con la tecnica, innovazione e sostenibilità, cultura alimentare e salute, ricerca ed impresa, sempre con un occhio al futuro sostenibile, una priorità per i tempi che corriamo.
L’evento prevede tre diverse sessioni: Ricerca e mercato, Innovazione e industria, Comunicazione ed etica. Qui si può trovare il programma completo e gli ospiti.
