Ortoressia: un disturbo alimentare da non sottovalutare.

Premessa

Il termine “Ortoressia” è stato coniato nel 1997 dal medico nutrizionista britannico Steven Bratman. Egli diagnosticò questo particolare disturbo alimentare su se stesso rendendosi conto che, alcuni suoi comportamenti alimentari, erano eccessivamente rigidi e severi.

L’ortoressico ha l’ossessione del mangiare sano, tanto forte da avere sensi di colpa quando non riesce a mangiare nel modo da egli ritenuto più “giusto”.

L’ortoressia vive di un’attenzione maniacale alla gestione, al trattamento ed alla conservazione di ogni forma di cibo o di materia prima. Vi è una preferenza alla consumazione di alimenti biologici e/o privi di agenti contaminanti.

L’ossessione determina comportamenti eccessivi anche riguardo le componenti caloriche, tanto grave da portare l’ortoressico a digiunare saltando i pasti.

La qualità e la quantità dei cibi diventano più importanti di tutto. Si rischia di compromettere le relazioni sociali, lavorative ed affettive nonché il benessere generale della persona.

Per avere un quadro completo è fondamentale approcciare l’argomento sia dal punto di vista nutrizionale che psicologico. Per questo motivo, chiariremo alcuni punti fondamentali con il Dott. Salvatore Avolio, nutrizionista specializzato in obesità, diabete mellito ed anoressia e la Dott.ssa Marianna Michela Milia, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta, specializzata in Psicoterapia Gestalt Analitica Individuale e di Gruppo.

Ad oggi, questo disturbo non è ancora riconosciuto come patologia psichiatrica alimentare, a differenza dell’ anoressia e della bulimia. Per questo motivo non è annoverato nel DSM (manuale diagnostico e statico dei disturbi mentali). “ Uno studio condotto presso la Sezione di Psichiatria dell’Università di Pisa, la definisce come un nuovo possibile prodromo di una sindrome psicologica.” – afferma la Dott.ssa Marianna M. Milia.

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Ortoressia: quali sono i sintomi dal punto di vista psicologico?

Dal punto di vista psicologico, la Dott.ssa Marianna M. Milia fornisce un quadro sui sintomi di tale disturbo alimentare:

“L’ortoressia è fondamentalmente un atteggiamento ipocondriaco verso tutto ciò che non è considerato naturale. I sintomi ed i comportamenti tipici che contraddistinguono tale disturbo alimentare riguardano la fissazione per il mangiare sano e, di conseguenza, la frustrazione ed i forti sensi di colpa quando non si riesce a mangiare nel modo ritenuto corretto. Questa fissazione si traduce in una pianificazione al millimetro dei propri pasti. Chi è affetto da questo disturbo, infatti, solitamente è tormentato da pensieri continui nei confronti del cibo e programma i pasti con molti giorni di anticipo, per evitare ogni alimento considerato dannoso.”

Inoltre, aggiunge la Dott.ssa Marianna M. Milia: “L’eccessiva quantità di tempo dedicato a studiare le caratteristiche di ogni cibo, crea una forte penalizzazione di altre attività importanti. La preparazione dei cibi prevede soltanto procedure studiate e ritenute le migliori per eliminare rischi per la salute. Ad esempio cotture particolari o utilizzo di un certo tipo di pentole o piatti.”

Ortoressia: quali sono i sintomi dal punto di vista nutrizionale?

Dal punto di vista nutrizionale, il Dott. Salvatore Avolio spiega come si presenta visibilmente un paziente che soffre di ortoressia:

“Il paziente si presenta con carenze nutrizionali, spesso vitaminiche, ma soprattutto presenta atrofia di carattere muscolare. Solitamente si hanno quadri di sarcopenia, cioè carenza di massa magra, che portano il paziente in un continuo stato apatico e di stanchezza cronica.”

Il nutrizionista sottolinea l’importanza di non fissarsi con il peso della bilancia. Abbassare il proprio peso corporeo indicato dalla bilancia e l’essere magri ed in salute sono due cose estremamente diverse. L’ossessione dell’ortoressico, infatti, riguarda il fatidico numero della bilancia, che è un parametro inutile ed aspecifico.

“Si può pesare poco ma avere il colesterolo o la glicemia alta, perché c’è uno squilibrio fra la percentuale di grasso e quella di magro. Quando si esegue una dieta estremamente ipocalorica, il fisico tende a trattenere quei macronutrienti fondamentali (grassi e zuccheri) bruciando la massa magra.”

Dobbiamo ricordare che, durante una dieta, è fondamentale preservare la massa magra. Inoltre, è sbagliato avere un continuo controllo del peso sulla bilancia.

Ortoressia: test per riconoscere tale disturbo

La Dott.ssa Marianna M. Milia spiega ai lettori di Radio Food l’utilità del Test di Bratman e del Test Orto 15, un ampliamento del primo test.

“Tramite questi test è possibile fare una diagnosi differenziale e riconoscere se siamo di fronte ad una semplice e sana attenzione alla dieta oppure di fronte a un vero e proprio disturbo psicologico.”

Quali conseguenze vive chi soffre di ortoressia?

Purtroppo, la paura di contaminare il proprio corpo, l’ansia di non mangiare come si dovrebbe e una severità verso se stessi, trasforma il piacere del mangiare in una situazione che genera stati d’animo negativi.

Estremizzare le informazioni recepite

La psicoterapeuta Marianna M. Milia afferma che: “Rientrando tra i disturbi ossessivi compulsivi, l’ortoressia caratterizza quelle persone che tendono ad estremizzare le informazioni che ricevono, svincolandole dal contesto.” Per questo motivo, anche una notizia sul collegamento tra consumo eccessivo di carne rossa e tumori, può spingere l’ortoressico ad eliminare completamente ogni fonte di carne dalla propria alimentazione.

Difficoltà nelle relazioni interpersonali

“Chi soffre di questo disturbo si sente nel giusto a mangiare un certo tipo di cibo e finisce con il considerarsi superiore rispetto chi fa scelte diverse, al punto di provare persino disgusto per le persone che mangiano in modo normale. Ovviamente questo causa un allontanamento e una difficoltà di relazione con chi non condivide le proprie idee.” – afferma la dott.ssa Marianna M. Milia, sottolineando che, la conseguenza più estrema di tale disturbo è l’isolamento sociale, poiché la continua preoccupazione per ciò che si mangerà, porterà ad evitare cene fuori casa.

Come agire dal punto di vista nutrizionale e psicologico?

Il trattamento completo dovrebbe prevedere un lavoro congiunto tra psicoterapeuta e medico nutrizionista.

Dal punto di vista nutrizionale il dott. Salvatore Avolio si serve di strumentazioni mediche utili a diagnosticare carenze nutrizionali nelle persone che soffrono di questo disturbo. È fondamentale spiegare al paziente la differenza fra l’essere magro ed in salute ed il perdere peso senza cognizione, rischiando di andare incontro a carenze gravi. Di conseguenza, si inizierà un percorso adatto alle esigenze del paziente per migliorarne la condizione fisica.

Dal punto di vista psicologico, la dott.ssa Marianna Milia, afferma che, se l’ortoressia non viene opportunamente trattata, essa può evolvere in un disturbo alimentare ancora più serio, sfociando in anoressia nervosa, portando a restrizioni della dieta sempre più drastiche, fino al rifiuto del cibo.

La dott.ssa Marianna M. Milia afferma che, il primo passo è quello di capire ed ammettere di avere un problema. Successivamente si lavora sulle emozioni che alimentano l’ossessione, in particolare sulla paura di contaminazione e delle malattie. In questo modo, si può poi rendere più consapevole la persona di ciò che veramente la muove, per arrivare a fare un lavoro più profondo che vada a toccare le cause scatenanti.