Il tè kombucha è stato anche soprannominato elisir, tè dell’immortalità o nettare degli dei. È una bevanda di origine orientale, giunta in Europa e in America dalla Cina e dalla Russia, ma veniva consumato in Cina fin dal 250 A. C. Oggi c’è chi lo beve tutti i giorni e chi solo occasionalmente, mentre moltissimi non ne hanno mai sentito parlare. In America spopola da una decina d’anni e sta piano piano arrivando anche in Europa. Ma che cos’è esattamente?
Noto anche come Kombucha Tea o Tè Fermentato, il Kombucha si ottiene dalla fermentazione del tè zuccherato indistintamente dalla tipologia: può essere preparato infatti con tè verde, tè nero, tè bianco e persino con il mate o nella sua variante kombucha di caffè attraverso una coltura di lieviti e batteri chiamata SCOBY, acronimo di Symbiotic Culture of Bacteria and Yeast (Coltura simbiotica di batteri e lieviti). Esattamente come per birra e vino, i lieviti contenuti nello SCOBY consumano lo zucchero che viene aggiunto al tè producendo anidride carbonica e alcol, in una percentuale minima, solitamente inferiore allo 1%.

I cibi fermentati e le bevande fermentate sono generalmente note per le proprie proprietà benefiche, ma perché? Il processo di fermentazione esiste da quanto esiste la vita sulla terra, si tratta dello stesso processo che l’ecosistema in cui viviamo utilizza per “digerire” – trasformare – materia organica complessa in singole molecole. Per capire quanto i cibi e le bevande fermentate come il Kombucha siano utili al nostro organismo, basta pensare a milioni di microrganismi che svolgono al posto nostro il faticoso compito di digerire, rompendo legami chimi complessi tra le molecole, in legami semplici e liberando vitamine, minerali e altri nutrienti.
Kombucha, che sapore ha?
Uno degli aspetti che maggiormente incuriosisce le persone che si avvicinano a questo mondo è di certo il sapore del kombucha. Una premessa importante da fare è che nonostante si tratti di un tè fermentato, non ha il sapore del tè, o perlomeno non è il sapore predominante.
Il kombucha ha un sapore frizzantino, leggermente acidulo, ma mai sgradevole. Nelle varianti non troppo aromatizzate ricorda il sidro di mele, ad alcuni persino il prosecco e lo champagne. Il sapore del Kombucha cambia molto a seconda dei giorni di fermentazione, del tipo di tè utilizzato e dalle aromatizzazioni. Normalmente è una bevanda piacevole al gusto, rinfrescante che si presta anche come ingrediente di cocktail alcolici e analcolici
Kombucha, tra storia e aneddoti
Quando si sente parlare di Kombucha può sembrare alla maggior parte delle persone che si tratti di una nuova bevanda super genuina comparsa chissà come e chissà da dove. Non è così. Il Kombucha ha una storia millenaria e un po’ misteriosa composta da miti e storie che si intrecciano tra loro e che non chiariscono definitivamente dove e quando se ne sia bevuto il primo sorso.
La storia dell’imperatore Qin Chi Huangdi
Fu il primo imperatore della Cina unificata dal 247 al 221 A.C. forse potrebbe aiutarci; Durante la vecchiaia Qin Chi iniziò ad essere ossessionato dal pensiero dell’immortalità al punto di affidarsi a un alchimista che preparò per lui una bevanda, nominata “elisir di lunga vita”: il kombucha. Qin Chi morì dopo diversi anni di passione per il Kombucha, dopo aver ingerito delle pillole contenenti mercurio, nella speranza che lo rendessero immortale….
Il mito del Dr. Kombu e dell’imperatore giapponese
Si racconta che durante il quinto secolo avanti Cristo, un dottore Koreano di nome Kombu-ha-chimu-kami-ki-mu, meglio noto come Dr. Kombu, fu chiamato dall’imperatore giapponese, ormai prossimo alla morte per essere guarito. Il Dr. Kombu preparò un elisir per l’imperatore che improvvisamente guarì. Venne così celebrata e festeggiata l’incredibile potenza del tè – in cinese “cha”– del Dott. Kombu. Da qui Kombu-Cha.
La bevanda portentosa dei Samurai Giapponesi
Si narra che il Kombucha fu utilizzato per la prima volta durante il decimo secolo avanti Cristo dai Samurai Giapponesi e che lo bevessero prima di ogni battaglia o combattimento poiché in grado di renderli più forti e astuti.

Kombucha, da non confondere con lo Scoby
Una delle imprecisioni più diffuse è legata al fungo del kombucha. In molti confondono lo SCOBY symbiotic colture of bacteria and yeast con un fungo che vive nel kombucha e che lo rende la bevanda che è. Chiariamolo una volta per tutte, lo SCOBY non è un fungo, ma come dice l’acronimo stesso, una coltura di batteri e lieviti che vivono tra loro in maniera simbiotica.
Lo SCOBY quello che alcuni si ostinano a chiamare fungo miracoloso del kombucha, si presenta come un dischetto gelatinoso che galleggia sulla superficie del liquido e che viene alimentato dagli zuccheri aggiunti al tè e dai tannini che le foglie di tè contengono naturalmente.
Si tratta di un’insieme di micro-organismi vivi che sono i veri protagonisti della trasformazione del tè zuccherato in Kombucha. Lo SCOBY è quindi l’ingrediente – se così può essere definito – più importante nella preparazione del Kombucha. Va trattato con cura, coccolato e ben alimentato affinché cresca e si riproduca. Può anche essere conservato in frigo quando lo si vuole mettere a riposo.