2 giugno, ricordando Garibaldi a tavola

Forse non tutti sanno che il 2 giugno, oltre ad essere la Festa della Repubblica Italiana, ricorre l’anniversario della scomparsa di Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Isola di Caprera, 2 giugno 1882), figura centrale del Risorgimento italiano. Generale, patriota e condottiero leggendario, è ricordato come l’Eroe dei Due Mondi per le sue imprese militari sia in Sud America che in Europa. Garibaldi è senza dubbio uno dei personaggi storici più popolari dell’immaginario italiano. Innumerevoli città, paesi e borghi gli hanno dedicato una via, una piazza o un monumento. Anche all’estero, la sua fama è rimasta viva nel tempo: simbolo universale di libertà, giustizia e indipendenza, è stato idolatrato dai democratici di tutto il mondo come un combattente instancabile e invincibile. Un uomo che aveva anche una grande passione culinaria tanto da avere diversi piatti dedicati alla sua memoria.

L’uomo e il condottiero

Di indole irrequieta e spirito avventuroso, Garibaldi iniziò la sua carriera come marinaio. Durante un viaggio conobbe alcuni esuli liguri e fu conquistato dagli ideali di Giuseppe Mazzini: libertà, indipendenza, unità. A 27 anni si rifugiò in America Latina, dove partecipò alle lotte per l’indipendenza di Brasile e Uruguay. A Montevideo sposò Anita, sua compagna di vita e di battaglie. Fu lì che nacque la celebre Legione Italiana, con la prima apparizione delle iconiche camicie rosse. La sua impresa più famosa rimane la Spedizione dei Mille del 1860, che portò all’annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d’Italia. Un’azione militare audace e cruciale, entrata nella storia d’Italia e nei libri di scuola.

Garibaldi a tavola: semplicità e gusto

La famiglia paterna era originaria di Chiavari (GE), mentre la madre proveniva da Loano (SV). Cresciuto a Nizza e abituato a viaggiare per mare, Garibaldi portò sulla propria tavola usanze alimentari semplici ma influenzate dalle sue tante esperienze in giro per il mondo. Amava mangiare in modo frugale: spesso si accontentava di pane e formaggio, raramente carne, talvolta pesce appena lessato. Il vino lo beveva di rado, ma non rinunciava mai a una tazza di caffè a fine pasto – i fondi servivano anche per scurirsi la barba. Apprezzava il mate, il tradizionale tè argentino sorbito con una cannuccia dalla zucchetta, e combatteva la sete con orzata alle mandorle, preparata da sua moglie con le mandorle coltivate a Caprera.

Le sue passioni culinarie

Garibaldi aveva un debole per le fave fresche, al punto che una delle prime cose che fece a Caprera fu piantarne un campo. La figlia Clelia Garibaldi racconta di un episodio curioso: un giorno ricevettero sei ospiti milanesi a sorpresa e Garibaldi li accolse con pecorino di produzione propria e fave fresche. Gli ospiti, poco entusiasti, finirono per nascondere le fave nelle tasche e sotto le falde dei cappotti. Tra i suoi piatti preferiti c’erano anche le Trenette al pesto, il Minestrone alla genovese, il Cundijun, un’insalata ligure di pomodori, acciughe, olive e cipolla e la Bouillabaisse e pissaladière, ricordi della cucina provenzale nizzarda. Nonostante mangiasse carne raramente, durante i suoi 14 anni in Sud America aveva adottato l’abitudine del “ciurasco” (churrasco): posava una grossa fetta di manzo sulla brace e ne tagliava via solo la parte cotta, lasciando il resto a cuocere poco a poco, fetta dopo fetta. Mentre il pesce fresco, cotto subito dopo la pesca o addirittura mangiato crudo, era una presenza costante nei suoi pasti. Clelia lo ricorda intento a gustare scampi crudi, ancora gocciolanti d’acqua salata, adagiati su un foglio di giornale. Amava anche lo stoccafisso, preparato alla ligure con patate, olive e pinoli, o secondo la tradizione di Caprera, ricetta riportata nel volume Garibaldi a tavola di Clelia Gonella.

2 giugno, giornata delle pennette alla garibaldina

Il calendario gastronomico oggi celebra le pennette alla garibaldina, che si ispirano a un episodio chiave del Risorgimento: lo sbarco dei Mille a Erice, nei pressi di Trapani, intorno al 1860. In quel periodo, le navi di Garibaldi, il Piemonte e il Lombardo, cercavano di eludere il blocco borbonico per sbarcare in Sicilia. Determinante fu la presenza di due navi inglesi – legate ai produttori del vino Marsala, tanto amato da Garibaldi – che, con la loro neutralità, costrinsero i Borboni a esitare per evitare un incidente diplomatico. Questo diede a Garibaldi il tempo necessario per mettere in sicurezza le sue truppe. Dopo la battaglia, lo stendardo bianco e rosso del Piemonte fu recuperato dai patrioti e oggi è conservato al Museo Pepoli di Trapani. Il tricolore sabaudo, invece, passò per le mani dei mercanti inglesi e fu poi donato alla Società Storica di Palermo.

Le penne alla garibaldina sono un gustoso primo piatto della tradizione italiana facile da preparare. e creato in onore di Giuseppe Garibaldi, un piatto ricco di gusto, con gamberetti, passata di pomodoro e peperoncino.

Pasta alla Garibaldi, la versione siciliana al forno

Tra i tanti piatti dedicati a Giuseppe Garibaldi, uno dei più gustosi arriva dalla Sicilia. Si tratta della pasta alla Garibaldina, un ricco piatto al forno che unisce ingredienti tipici dell’Ottocento con i sapori profondi della tradizione isolana. In Sicilia, la pasta al forno è da sempre il piatto delle grandi occasioni, e questa ricetta non fa eccezione: strati di ingredienti regionali si alternano per creare un primo sontuoso, perfetto per rendere omaggio alla memoria di Garibaldi. La base del piatto è un soffritto di aglio e cipolla, a cui si aggiunge la polpa d’agnello rosolata con cura. Una parte della pasta viene sistemata in una teglia, ricoperta con altro sugo, ricotta fresca e pecorino grattugiato. Si aggiunge il resto della pasta e si completa con il sugo rimanente e un’ulteriore spolverata di formaggio. Il passaggio finale in forno dona alla pasta alla Garibaldina la sua tipica croccantezza in superficie e una ricca intensità di sapori.

I biscotti Garibaldi

Si racconta che le gallette da marinaio con uva passa fossero il dolce preferito di Giuseppe Garibaldi. Da questa sua golosità sarebbe nata l’ispirazione per i celebri Biscotti Garibaldi: sottili gallette ripiene di uvetta, ancora oggi in vendita nei grandi magazzini e negozi inglesi. La loro origine risale al 1854, quando Garibaldi fece visita alla cittadina inglese di Tynemouth. In suo onore, uno storico produttore britannico di biscotti ideò questo dolce semplice ma gustoso, che conquistò rapidamente il palato degli inglesi. Così nacquero i Garibaldi biscuits, destinati a diventare un classico intramontabile della pasticceria britannica.

Cocktail Garibaldi

Il Garibaldi è anche un cocktail tra i più semplici, ma è altrettanto conosciuto quanto antico, a base di succo d’arancia e bitter. Da bere sia come aperitivo che come long drink. Il nome rende omaggio all’Eroe dei due mondi, in quanto il rosso del Bitter ne ricorda la celebre giubba rossa e le arance lo sbarco in Sicilia. Come si prepara? Con 3/10 di bitter Campari e 7/10 di succo d’arancia miscelati direttamente nel bicchiere tumbler alto o nell’old fashion con cubetti di ghiaccio. Guarnire con mezza fetta d’arancia.

Gli eventi in Italia dall’1 al 15 giugno

Autore

Articoli recenti

Categorie

Cucinamare
Scopri Cucinamare
Ricevi le ultime news

Iscriviti alla nostra News Letter

No spam, only food news