Napoli, venerdì 3 ottobre. Dal Molo Beverello è salpata una barca diretta verso uno dei luoghi più simbolici della città: il mare antistante Castel dell’Ovo. Lì, a tredici metri di profondità, erano custodite da un anno 450 bottiglie di limoncello dell’Antica Distilleria Petrone, in attesa di tornare in superficie. L’emersione, accompagnata da una regia perfetta e un’atmosfera sospesa tra tradizione e innovazione, ha trasformato un gesto tecnico in un racconto di identità e ricerca. L’affinamento subacqueo non è solo una curiosità: è una forma di dialogo tra il prodotto e il territorio, tra il mare e la terra da cui nasce il limone. Immergere le bottiglie sotto le acque del Golfo di Napoli, cullate dalle correnti e protette dal silenzio marino, significa restituire al liquore la sua matrice più autentica. Il risultato non è soltanto una variazione sensoriale — un profumo più complesso o un gusto più morbido — ma un legame profondo con l’ambiente che lo ha generato.
L’operazione, realizzata in collaborazione con la STS Servizi Tecnici Subacquei, ha visto la partecipazione dei ragazzi dell’Area Penale di Napoli coinvolti nel progetto MareNostrum, sostenuto dalla stessa azienda. Un gesto che aggiunge una dimensione sociale a quella scientifica, sottolineando la volontà di Petrone di costruire valore condiviso, non solo economico.


La visione di una famiglia e l’innovazione nel segno della tradizione
L’Antica Distilleria Petrone di Mondragone, guidata da Andrea Petrone, rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama campano. Con radici profonde nel territorio casertano e una storia familiare che affonda nella fine dell’Ottocento, l’azienda ha saputo unire la sapienza artigianale con la curiosità per la sperimentazione. Nel 2021 fu la prima al mondo a sperimentare l’affinamento subacqueo di distillati, trasformando un’intuizione in un progetto di ricerca riconosciuto anche dal mondo accademico. Andrea Petrone, erede di una tradizione imprenditoriale che ha sempre guardato oltre i confini della produzione, ha voluto che il mare diventasse parte integrante del processo di maturazione dei liquori. Una scelta che racconta non solo un metodo, ma un’identità: il mare come culla di memoria e innovazione, come custode del tempo e del gusto.
Dall’emersione al Circolo Savoia
Dopo la spettacolare fase di recupero, le bottiglie sono state trasportate al Reale Yacht Club Canottieri Savoia, nel cuore del Borgo Marinari. In un luogo che racchiude la storia marinara di Napoli, si è tenuto l’incontro di approfondimento con la stampa e gli esperti. A moderare, il giornalista Angelo Cerulo, mentre Andrea Petrone ha presentato i risultati delle ricerche scientifiche condotte in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e l’Università San Raffaele di Roma. Lo studio, curato dai professori Pasquale Ferranti, Alessandro Genovesi e Salvatore Velotto, aveva già analizzato l’Elixir Falernum, altro prodotto Petrone sottoposto ad affinamento underwater nei fondali di Mondragone.
I dati hanno mostrato come l’ambiente subacqueo — caratterizzato da luce blu-verde, pressione costante e micro-vibrazioni marine — favorisca la formazione di composti aromatici come furani e furanoni, responsabili di note più complesse di caramello, fragola, tostato e mandorla. Nei liquori invecchiati in mare, il tempo scorre diversamente: più lento, più armonico, come se la quiete sottomarina permettesse agli aromi di fondersi con maggiore equilibrio. Una dimensione quasi “meditativa” della maturazione, in contrasto con l’invecchiamento più rapido che avviene in cantina. Le bottiglie di limoncello appena emerse saranno ora sottoposte allo stesso percorso di analisi, con l’obiettivo di comprendere in modo scientifico gli effetti reali del mare sull’evoluzione chimica e sensoriale dei distillati.
Il mare come matrice culturale e simbolica

Ciò che rende questo progetto straordinario non è soltanto la qualità del risultato o la precisione scientifica, ma la narrazione che lega il prodotto al suo territorio. Castel dell’Ovo, il mare di Santa Lucia, il Borgo Marinari: luoghi che non sono scenografie, ma parte integrante della storia. Il limoncello, simbolo della Campania e del suo sole, ritrova così nel mare di Napoli un alleato inedito. L’acqua diventa custode, la profondità sostituisce la botte, la città intera partecipa al processo di trasformazione. È un racconto di appartenenza, dove la materia prima si fonde con il paesaggio e la ricerca scientifica restituisce valore culturale all’enogastronomia.
Un evento di alto livello per una nuova frontiera del gusto
L’intera giornata si è distinta per il livello organizzativo e la qualità delle collaborazioni. Dal supporto della Marina Militare e della Guardia Costiera, fino alla presenza di realtà come ArcheoClub d’Italia, SIRIP e YDigital Firm, oltre ai partner enogastronomici Consorzio Mozzarella di Bufala Campana DOP, Casatiè e Vitica. L’emersione del limoncello Petrone non è stata solo un evento, ma una dichiarazione di intenti. La dimostrazione che innovazione e territorio possono fondersi in un racconto coerente, dove il gusto è veicolo di identità e ricerca. Affinare un liquore sotto il mare di Napoli significa restituire al prodotto la sua memoria ancestrale. È il mare che parla al limone ed il tempo che dialoga con la scienza. Un gesto poetico e concreto insieme, che proietta l’Antica Distilleria Petrone verso una nuova dimensione del “bere culturale”.





