Cucina di Carnevale, non solo dolci.

I dolci tipici di Carnevale, dai mille appellativi differenti in base al luogo, sono ben noti a tutti per la loro bontà. Al contrario, poche sono le notizie riguardo tutte le sfaccettature regionali della cucina di Carnevale. Alziamo quindi il sipario su questo mondo nascosto, attraverso una rassegna dei piatti più golosi dal Nord al Sud Italia.

La celebrazione di una delle feste più amate da tutti, ovvero il Carnevale, viene accompagnata da grandi e piccini con una certa euforia. Sarà per il clima sereno e goliardico che aleggia in questo periodo, impreziosito dai colori sgargianti delle maschere tipiche, ma tra coriandoli e stelle filanti fa capolino anche una generosa cucina tipica.

Oltre al ben più noto reparto dolciario, consolidato da una cascata di prelibatezze fritte e rifritte, girovagando per la penisola possiamo incappare in qualche bizzarra ricetta salata, languidamente da assaporare per l’occasione. Restate quindi sintonizzati su questo articolo per scoprire tutti i segreti di alcune tra le pietanze più rappresentative, sorprendendo così i vostri commensali con una cucina carnevalesca “fuori dagli schemi”

Primi piatti in maschera

Durante il periodo più grasso dell’anno, un fiume tracimante di sfarzosi primi piatti è pronto ad inondare le nostre tavole. Tra gnocchi, tagliatelle e lasagne varie, l’unica regola da seguire è quella dell’abbondare, sempre e comunque, con preparati e sughi al limite dell’ipercolesterolemia, demolendo per alcuni attimi i principi di una dieta sana ed equilibrata.

Nell’affascinante Verona, culla di amori dannati in salsa shakesperiana, durante l’ultimo venerdì si servono i classici “Gnocchi Veronesi” per celebrare l’omonima festa in maschera del “Bacanal del Gnoco”. Per l’occasione, vengono serviti con la tipica “pastissada”, ovvero uno stracotto di carne di cavallo, vino rosso e cipolla. Tale pietanza è volta ad omaggiare il cuore d’oro del medico Tommaso da Vico, il quale durante le carestie del 500 serviva ai più poveri questi gnocchi ed altri viveri per contrastare i morsi della fame. La sua figura è stata ribattezzata con una delle maschere più antiche d’Europa, il “Papà del Gnoco”, eletto annualmente tra i cittadini e omaggiato (guarda un po’) con un piatto di questo succulento piatto.

Scendendo verso le Marche, precisamente ad Ascoli Piceno, ci imbattiamo nei ravioli incaciati, ovvero “pieni di formaggio”. C’è chi la consuma fritta o cotta normalmente in acqua bollente, ma il segreto che rende speciale questa pasta ripiena di carne di gallina è soprattutto lo speziato sapore del condimento, a base di formaggio, pecorino e cannella in polvere.

Infine, arriviamo a Napoli per scoprire i segreti della “lasagna di Carnevale”, sorella straripante di quella bolognese. Gli ingredienti in questo caso abbondano, miscelandosi in un vortice di sapore e delizia. Strati di pasta sfoglia ripieni di ragù napoletano, ricotta, polpettine, uova sode e caciocavallo si sovrappongono prepotentemente al centro tavola, pronti per essere addentati dal vorace appetito dei commensali. La golosità di tale pietanza continua a deliziare il popolo campano sin dai tempi di Ferdinando II di Borbone, nominato “Re Lasagna” data la sua smodata passione per questo piatto.

Cucina di Carnevale: i prodotti da forno

Oltre ad essere utilizzati per la cottura dei dolci tipici, limando l’introito calorico assunto con la frittura, i forni divampano in questo periodo, pronti a sfornare una serie infinita di sfiziose leccornie. Tenete un ombrello a disposizione: sono previste piogge di focacce, torte rustiche e pizze per tutta la Penisola!

Il Carnevale ad alta quota, nell’idilliaco paradiso altoatesino, si festeggia con una torta salata chiamata “smacafam”, ovvero “schiaccia fame”. Un destino nel nome, data la corposa sostanza degli ingredienti presenti, tale da poter sfamare per l’intera giornata. Era infatti la schiscetta designata dei boscaioli, accompagnata con un contorno di verdure tra cui rape o tarassaco. Per l’impasto si usano farina bianca o di grano saraceno, olio, latte e uova mentre per il ripieno lardo e salsiccia lucanica precedentemente rosolati in padella, da aggiungere con ingordigia.

“Torna a Surriento”, ma non dimenticarti della sua “Pizza di Carnevale”! Sontuoso antipasto, versatile anche come piatto unico, ogni famiglia la prepara seguendo una ricetta personale, tutte accumunate da una ricca e irresistibile farcitura unita alla delicatezza della pasta brisè. Uova, salsiccia e friarielli sono gli ingredienti designati, racchiusi in uno scrigno filante di mozzarella, ricotta, caciocavallo e grana.

Sempre passeggiando per il territorio campano possiamo incappare nel “Rustico di pasta frolla napoletano”, re della tavola ma anche dello street food. Ciò che stuzzica l’attenzione dei foodies è la linea sottile tra il dolce e il salato, riflesso della zuccherina pasta frolla in contrasto con il saporito ripieno di ricotta, parmigiano, provola e salame.

La carne nella cucina di Carnevale

Dopo questa carrellata di piatti ad alto tasso di carboidrati, è doveroso aprire una parentesi anche su quelli a base proteica. Caldi piatti a base di legumi e carne vengono serviti, da consumare seduti a tavola o anche all’aperto (freddo invernale permettendo).

Nati come rimedio per contrastare l’abolizione della carne Quaresimale, i “fagioli grassi” continuano sin dal Medioevo ad essere protagonisti della cucina del Carnevale Piemontese, specificamente quello di Ivrea. Il bollente tepore di questo stufato a base di borlotti, salamelle, cotiche di maiale, cipolla, rosmarino e alloro, riscalda i cuori e gli stomaci delle persone a cui viene consegnato.

purpette di carnevale

Spostandoci in Calabria, soffermiamoci un attimo ad ammirare il fascino della cultura familiare dietro le “purpette di Carnevale”. In questo caso non si parla di un semplice piatto, ma bensì di un ritratto delle abitudini antiche, di riti e usanze racchiuse intorno al focolaio domestico. Esse infatti simboleggiavano l’ultimo “sgarro” prima dei 40 giorni verso la Santa Pasqua, l’ultimo vizio da concedersi prima di incamminarsi verso un percorso di digiuno e di purificazione. Fritte o al sugo, queste polpette a base di carne di maiale vengono realizzate seguendo la ricetta classica, rimasta immutata nel corso degli anni.

A Carnevale ogni dolce vale!

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