Che cavolo è il pak choi?!

Tra gli aspetti che preferisco della mia passione gastronomica senza dubbio annovererei la libertà di viaggiare praticamente in tutto il mondo senza eccessive limitazioni (con il passaporto italiano, infatti, è possibile spostarsi senza visto in 190 nazioni. Solo i singaporiani con 193 destinazioni sulle 227 totali sono più ‘liberi’ di noi – si fa per dire – di viaggiare) e, ovviamente, la possibilità di scoprire e assaggiare alimenti, pietanze e bevande spesso sconosciute al di fuori dei nostri confini nazionali. Uno di questi è il pak choi, un ortaggio a foglia verde che rappresenta da oltre 5.000 anni un alimento base della cucina cinese e, più in generale, asiatica. Originario della Cina meridionale e più in generale del sud-est asiatico, da alcuni anni è coltivato anche in Europa considerata anche la resistenza ai climi freddi (fino a 5°C) e alla velocità di crescita e conseguente raccolta (6-8 settimane).

In Italia è conosciuto anche come cavolo cinese e da alcuni mesi si sta diffondendo soprattutto nei mercati rionali, ma non è difficile trovarlo anche presso i supermercati più forniti. Nei paesi anglofoni, soprattutto in Australia e Nord America è conosciuto come bok choy, termine cinese cantonese traducibile in italiano come verdura bianca. I maggiori produttori al mondo sono, nell’ordine: Cina, India, Corea del Sud e Russia.

Alla vista sembra un incrocio tra una bietola e una pianta di sedano (nei vecchi testi di orticoltura veniva indicato anche con il nome di cavolo sedano): ha gambi corti, carnosi e tondeggianti di colore tendente al bianco e foglie ovali di un bel verde intenso. Esistono anche due varietà di minori dimensioni: la baby bok choy e la Shanghai bok choi, quest’ultima vagamente somigliante al radicchio verde. Croccante e succoso –  è costituito dal 95% di acqua – il pak choi è un concentrato di elementi importanti per la salute: è infatti ricco di calcio, potassio, beta carotene, vitamine A, C e K. Per contro, è povero di zuccheri (2%), grassi (1%) e fornisce appena 13 calorie per 100 grammi di prodotto. A differenza degli altri ortaggi come cavolfiori, broccoli, cavoli e cavolini di Bruxelles, anch’essi appartenenti alla famiglia delle Brassicacee, il sapore del pak choi è fresco, amarognolo, con un retrogusto leggermente pungente simile alla senape.  

Ma come si mangia il pak choi?

In estremo Oriente rappresenta l’ingrediente fondamentale di noodles e zuppe, ma è ottimo cucinato nel wok assieme a quegli aromi tipici della cucina asiatica come zenzero, citronella, semi di sesamo e insaporito con della salsa di soia o di ostriche. Da noi viene trattato alla stregua del radicchio rosso di Treviso: tagliato a metà, messo alla piastra o sulla griglia, condito con un filo di olio d’oliva extravergine e un pizzico di sale, limitando sempre la cottura a 8-10 minuti per preservare le proprietà nutrizionali ed esaltare il gusto. Infine può essere tagliato a listarelle e gustato in insalata. 

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