In America lo adorano, lo spalmano sul pane, lo mangiano insieme alla verdura, alla marmellata ed al cioccolato. C’è chi lo mangia anche da solo come premio per il palato. Dalle statistiche si evince che l’americano medio ne consumo addirittura 1.5 Kg all’anno. Avete capito di che cosa si tratta? Stiamo parlando del burro d’arachidi, che ha addirittura la sua ricorrenza nazionale il 24 gennaio, ma solo negli USA. E se vi dicessimo che esiste in natura un albero del burro di arachidi?
Certo, sappiamo tutti che le arachidi sono un legume, e che la pianta di arachidi, infatti, benché considerata insolita in quanto fiorisce fuori terra, ma l’arachide cresce sotto terra, rendendola una pianta unica, rimane pur sempre una pianta e non un albero.
Bunchosia argentea, l’albero sudamericano con i frutti al sapore di burro di arachidi
E se vi dicessimo Bunchosia argentea? Ebbene si, esiste un vero e proprio albero del burro di arachidi, si chiama Bunchosia glandulifera o argentea, è apprezzato per i suoi piccoli frutti rossi che hanno un sapore molto simile al burro di arachidi. Trovare questo albero è difficile in Europa, ma coltivare un albero da frutto del burro di arachidi può essere un’esperienza gratificante, in quanto rara pianta subtropicale. L’albero della frutta al burro di arachidi (Bunchosia glandulifera) è tipico del Sud America e dell’America centrale, coltivato inizialmente anch’esso dagli Inca prima ancora che venisse scoperta la pianta leguminosa che tutti noi oggi conosciamo. Ancora oggi presente in alcune zone settentrionali dell’America continua a produrre questi piccoli frutti rossi dal sapore straordinariamente simile al burro di arachidi che in Brasile vengono consumati freschi o utilizzati in marmellate e dessert. Nei Caraibi si gustano crudi o in macedonia, un po’ come noi Europei utilizziamo il melograno; I Paesi dell’America centrale, invece, nel tempo, si sono specializzati nella produzione di bevande e frullati. A base di questi magnifici frutti; che venga utilizzato in budini, frullati, bevande o risotti, questo raro frutto aggiunge sapori unici in tutte applicazioni culinarie.

Tentativi di coltivazione della Bunchosia argentea
Qualche piccolo agricoltore in Calabria e Sicilia ha tentato la produzione ammettendo che coltivare un albero da frutto di questo tipo è un’esperienza particolare, considerata la rarità di questa pianta e trovare in vendita un albero di Bunchosia argentea è impresa molto ardua, ma non impossibile (i pochissimi vivai biologici che trattano questo tipo di arbusti propagano da seme e coltivano in una serra interna con luci a LED, prosperando poi in vaso).
La Bunchosia necessita di regolari concimazioni per garantire una crescita e una salute ottimali, bisogna però mantenere l’umidità ad un minimo del 50% e la temperatura tra 10-35°C, questa cura meticolosa si traduce in un albero dal forte sentore di burro di arachidi, pronto a valorizzare qualsiasi collezione di piante e alberi, pensare poi che non è necessaria l’impollinazione manuale del fiore poiché l’albero è autofertile. Con la cura adeguata, può prosperare e produrre i suoi frutti unici.
Se vi siete un po’ incuriositi, sappiate che la Bunchosia è riconosciuta con nomi diversi in varie lingue: in portoghese, soprattutto in Brasile, è conosciuto come Ameixa-do-peru e Caferana, in mandarino si chiama “花生酱果” (Huāshēngjiàng guǒ), in inglese, viene spesso chiamato semplicemente “peanut butter fruit”, ma i nomignoli dati a questo albero sono illimitati: albicocca andina, americana, armena, bunkoshiana, foglia di Pinattsu pelosa, caferana o falso guaranà, proprio quest’ultimo appellativo viene dal fatto che le proprietà principali della Bunchosia sono anch’esse energizzanti, toniche, stimolanti e dimagranti al pari del guaranà, ma la diferenza sta nel fatto che tali proprietà non sono imputabili principalmente al contenuto di caffeina concentrata nei suoi semi, nella “pianta del burro di arachidi” non è assolutamente presente caffeina eppure veniva ugualmente ritenuta sacra da molte tribù di indios, e utilizzata come elisir di lunga vita per il suo effetto tonico-stimolante.