Dolce e salato, allora è Brunch!

“L’hanno chiamato “brunch” perché il nome “Siamo manager, ma la domenica ci manca il pranzo di nonna” era troppo lungo”. Non è un’invenzione recente ma risale al 1895 ed è l’unione di due pasti della giornata, colazione e pranzo. Quando si fa? Ovviamente la domenica, in relax, tra amici e parenti e senza etichette.

Ed è questa forse la frase che più di tutte racchiude la vera essenza del brunch; come già sappiamo il termine nasce dalla fusione di due parole, breakfast e lunch, colazione e pranzo in inglese, e il brunch (chiamato anche colanzo, in alcuni locali italiani seppur con minor frequenza) è proprio ciò che indica la parola, ovvero l’unione dei due pasti principali della prima fase di giornata.

Storia del Brunch

Le sue origini hanno radici nell’Inghilterra aristocratica del XIX secolo, quando i nobili si rifocillavano con generosi buffet al termine delle battute di caccia. Il nome odierno non nacque però subito: fu solo nel 1895 che lo scrittore Guy Beringer fuse le parole breakfast e lunch per creare la parola macedonia oggi nota come brunch. Nell’articolo “Brunch: A Plea” (Brunch: una dichiarazione), Beringer elogiò questo nuovo pasto, evento pieno di informalità e spensieratezza che, data l’esenzione domenicale dall’alzarsi presto, rende la vita più gioiosa.

La parola brunch, infatti, entrerà ufficialmente nel dizionario della vita a tavola nel 1895, grazie proprio allo scrittore Guy Beringer, che così volle appellare la sua idea di colazione domenicale, più sostanziosa e sana del solito, per potersi riprendere dagli eccessi del sabato sera.
Il brunch ha trovato il suo pieno successo nel continente americano verso gli anni Trenta ed è diventato tradizione domenicale della popolazione statunitense dopo il termine della Seconda guerra mondiale, quando cominciò a manifestarsi disaffezione verso chiese e luoghi di culto in favore dei piaceri casalinghi, come dormire fino a tardi, leggere il giornale, rilassarsi senza l’ansia degli obblighi quotidiani e, appunto, gustare un brunch a tavola con la propria famiglia.

Cosa si mangia in un Brunch

Tutt’oggi la diffusione del brunch è molto più capillare negli Stati Uniti e, in generale, nel mondo anglosassone, mentre in Italia è una realtà relativamente nuova. Per questo i prodotti e gli ingredienti con cui si è soliti allestire un brunch sono tipici della tradizione gastronomica di quella cultura, come uova in forma di scrumbled eggs, frittata, omelette, uova alla Benedict e altre versioni, di solito alle uova si associa il bacon, elemento onnipresente nelle colazioni americane, unito a una fetta di pane e burro. Prosciutto, salumi e carne, salmone e pesce, formaggi, in un brunch ricco non possono mancare i famosissimi bagel, panini rotondi a forma di ciambelle, spesso spolverati con semi di sesami o papavero farciti con prosciutto, formaggio cremoso, pomodori, insalata, salmone affumicato o avocado, i golosissimi French toast che per chi non lo sapesse sono fette di pan brioche inzuppate in una miscela di uova e latte e poi fritte nel burro. Una volta pronte, si possono servire guarnite con frutta fresca e zucchero a velo, crema di nocciole, panna montata, yogurt… Le varianti sono praticamente infinite.

Il lato dolce del Brunch

Se la parte salata ha imprescindibile importanza per la preparazione di un brunch, anche il dolce è una componente fondamentale e ci si può sbizzarrire con tante possibilità e tante idee. Si possono preparare i pancake, frittelle americane a base di latte, uova e zucchero, da guarnire con panna, frutta fresca o sciroppo d’acero. Si possono divorare deliziose ciambelle glassate dai colori invitanti e biscottini al burro, ma anche croissant, crostate, muffin con mirtilli, mela e cannella, cioccolato e arancia o come meglio preferiamo, cupcake, plumcake e ciambelloni fatti in casa.

Caffè, tè o bollicina?

Infine, passiamo alle bevande, che ci vogliono in abbondanza, in tutte le colazioni. Il numero uno del brunch è il caffè americano, un caffè leggero allungato con tanta acqua calda, da sorseggiare con calma come fosse un tè caldo. Per prepararlo in casa si può usare una classica moka e diluirlo appunto con acqua bollente. Metterlo poi in una caraffa o in un thermos e assicurarsi che sia sempre pieno per tutta la durata del brunch, per non lasciare nessuno senza la sua tazza di caffè caldo.

Anche i succhi vanno sempre serviti in tavola in momenti come questo. Solitamente si dispongono le caraffe lungo tutta la tavola in modo che ognuno possa rinfrescarsi con un bel bicchiere di succo ogni volta che vuole, scegliendo il suo gusto preferita. Arancia, ananas, pesca, albicocca, mirtillo, ACE… c’è davvero l’imbarazzo della scelta.

Il tè e le tisane ultimamente si sono ricavati un posto d’onore sul tavolo centrale, dopotutto una buona tazza di tè in tarda mattinata è sempre ben accolta e gli ammiratori di questa bevanda orientale sono in forte crescita; che sia earl grey, te nero di Ceylon o un ottimo tè verde utile a contrastare ansia e ad aumentare la concentrazione troveremo sempre qualche invitato contento della nostra scelta.

Ovviamente non può mancare una brocca d’acqua, sia liscia che frizzante, se vogliamo stupire i nostri ospiti, possiamo versare l’acqua in una brocca trasparente ed aromatizzarla con frutta e verdura come fragole, finocchi, sedano, cetrioli o menta donandole un gusto più fresco e deciso.

Qualche bottiglia di vino fresco sarà sempre molto gradita. Scegliamo sempre dei vini leggeri e qualche bollicina per accompagnare il brunch per un brindisi in compagnia.

Le regole del Brunch

Ed ora un’ultima considerazione, il profilo spontaneo e genuino del brunch non significa che non ci siano regole e buone maniere per realizzarlo nel modo migliore. La riuscita dell’appuntamento con il mix tra prima colazione e pranzo, dipende fortemente da una precisa organizzazione. Vediamo insieme alcuni consigli per un’ottima riuscita:

  • Il brunch si serve in genere tra le 11 e le 15. Questo non vi impedisce di scegliere un orario leggermente diverso, ma ricordatevi di specificarlo ai vostri ospiti (soprattutto quello di inizio).
  • Il brunch è informale per definizione: jeans e scarpe da ginnastica sono l’abbigliamento ideale. Gli ospiti perfetti sono, oltre alla famiglia, gli amici più intimi o quelli meno schiavi dell’etichetta.
  • Il brunch prevede un’ampia varietà di portate, per quanto semplici. Queste devono essere presentate in modo che ognuno possa servirsene con facilità e sicurezza, già tagliate a fettine, spicchi o quadrotti.
  • Valutate, secondo il numero degli ospiti e le dimensioni della casa (o di uno spazio esterno, nella bella stagione) se è meglio apparecchiare la tavola o proporre una soluzione in piedi.
  • Se scegliete di apparecchiare, limitatevi all’indispensabile: tovaglia o tovagliette all’americana semplici e chiare, un piatto con coltello e forchetta, un bicchiere per le bevande fredde e una tazza per quelle calde.
  • In ogni caso, sappiate che tutto ciò che riguarda la tavola e l’apparecchiare, visto che siamo entrati nell’era della sostenibilità, andrebbe declinato sulla base di un principio semplice e forte: niente plastica, da nessuna parte, se non quella lavabile e riutilizzabile.
  • Se scegliete la soluzione in piedi, è indispensabile che ci sia una sedia o una poltrona disponibile per ognuno dei presenti, con un piccolo ma comodo punto di appoggio vicino.
  • Infine, prima di stilare il menù, assicuratevi che i vostri ospiti non abbiano allergie, intolleranze o alimenti del tutto sgraditi, e regolatevi di conseguenza.

Per tutto il resto buon brunch a tutti!!!!

Ri-One sul rooftop del MyTale, un nuovo posto speciale a Roma.