Il Bob Fest è andato in scena e anche quest’anno si è rinnovata la sua magia. Sono stati tre giorni di gusto e solidarietà in cui è stato possibile vivere quell’atmosfera unica e speciale di cui conserviamo ancora il ricordo della scorsa edizione.
Un appuntamento tanto atteso già da quando si sono spente le luci su Parco Scolacium, un anno di lavori, di nuove idee e progetti, tanti nuovi nomi e soprattutto un’altra location, quella del Porto delle Grazie di Roccella Jonica, che ci dà la possibilità di scoprire un’altra parte di Calabria e di aggiungere un altro pezzo al puzzle dedicato a questo racconto della regione.

Cosa è successo al BoB Fest il 28, 29 e 30 giugno.
Lo abbiamo scritto più volte in questa nuova edizione la Band of Brothers contava400 professionisti del food & beverage da tutto il mondo, hanno popolato con il loro entusiasmo, la loro creatività e i loro sapori l’intero perimetro del porto di Roccella.
Si sono trovati insieme, uniti con un forte impegno etico – il ricavato a netto delle spese sostenute verrà devoluto alla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.Ancora una volta hanno dato vita ad una grande giostra del gusto per gli appassionati dell’enogastronomia, un vero cuore pulsante che unisce emozioni, cultura, scoperta, insieme al buono e al bello della Calabria.
Per i visitatori, in un flusso continuo dalle 19 in poi, la passeggiata lungo la banchina si è trasformata in un susseguirsi di stand, di sorrisi, di piatti da assaggiare, di ingredienti e sapori da scoprire. Fritti, tranci di pizza, focacce, bun e poi i vari piatti degli chef arrivati da ogni parte d’Italia, i maritozzi dolci e salati, la sfoglia, il cioccolato, la frutta, il gelato. È stato un susseguirsi di eccellenze, di bontà, di sperimentazioni anche, visto che ogni cuoco o pizzaiolo doveva usare almeno un prodotto calabrese per la sua ricetta. In questa sfilata di volti e di golosità non sono mancati i brindisi, i calici di vino, le birre spumose tutto made in Calabria o i cocktail firmati dai migliori bar tender di zona (e non solo).




Possiamo definire il BoB Fest un concentrato di eccellenza, di cultura, di bellezza e di sinergia, ma ancora di più un concentrato di amore che si manifesta nell’amicizia che lega la Band of Brothers. Un concentrato di amore che si esprime con il cibo, che non è deve essere solo promozione, ma racconto di un territorio, della storia e della cultura di una regione, di un popolo. Un concentrato d’amore che si finalizza nel sostegno della ricerca oncologica. Concetto che ci piace sottolineare per non far passare un grande evento così come la solita fiera o uno dei tanti eventi food a cui siamo abituati, ma che magari mancavano al sud Italia. E come dichiarano gli stessi organizzatori Roberto Davanzo e Anna Rotella: “Il nostro obiettivo è sempre quello di valorizzare la Calabria, riportare persone e attenzione qui dove il cibo è cultura, cura e comunità. BOB FEST è un atto d’amore.”
Di questo evento già lo scorso anno abbiamo conosciuto e vissuto il potere aggregante, la sinergia e la sintonia che ha legato le persone, in particolare i tanti professionisti che sono accorsi a celebrare la Calabria con i loro piatti e dare vita ad un momento gastronomico corale. Tutti insieme con un unico grande obiettivo, che per molti è anche quello di raccontare e rappresentare la propria terra, per tutti l’orgoglio contagioso di esserci. Ecco tutto questo si è ripetuto, ancora una volta e anche più in grande divenendo un festival internazionale. La magia si è rinnovata.




La cena di Gala
L’evento ufficiale si conclude con la cena di gala del giorno dopo, una cena di beneficenza dove si ha il piacere e la fortuna di trovare un menu a più mani firmato dagli stellati d’Italia. Tenuta Torre Vedera a Camini, a pochi chilometri da Roccella e sempre lungo la costa dei gelsomini, apre le sue porte agli ospiti, che si immergono in una elegante scenografia fatta di ulive, vigne, vetro e luci. Si inizia con gli aperitivi, sei piccoli bocconi di Calabria, ognuno a firma di uno chef calabresi che rendono omaggio a prodotti e territorio. C’è il Peperone e finocchio di mare di Antonio Biafora, maestria di tecnica e di resa di sapore; la Crostatina con crema pasticcera alla cipolla e cipolla bruciata di Caterina Ceraudo che gioca tra dolcezza e familiarità di gusto; la Meringa di salamoia di olive, crema di olive verdi, polveri di foglie d’ulivo di Nino Rossi che tira fuori l’essenza mediterranea strizzando l’occhio al simbolo dell’aperitivo; sempre con le olive gioca Luigi Lepore con la sua Cialda di miele, olive finocchietto e peperone secco per un morso alla tradizione; un viaggio nei sapori sofisticati ce lo regalano Luca Abbruzzino con la sua Bunuelos polpo e prugne e Riccardo Sculli con una Tartelletta salata, gambero rosso, fiori di sambuco, ostrica e ciliegia in osmosi. Spostandosi poco più in là ai forni troviamo Ivano Veccia, Roberto Davanzo e Massimiliano Prete, questi ultimi regalano agli ospiti il loro Bacio di Calabria, un pane sfogliato con battuto di manzo, porcini arrosto affumicati, spuma di nocciole di Cardinale e polvere di cacao; mentre il pizzaiolo ischitano ci ha deliziato con la sua Pizza Fina con stracciata di bufala pomodoro ramato grattato, limone e origano di Ischia e crudo di suino nero aspromontano.



Passiamo a tavola e qui inizia un’altra splendida sfilata di piatti e di nomi, comune denominatore il carattere forte, le intensità dei sapori, corposi, che rimangono memorabili. Apre le danze Marco Ambrosino con l’eleganza della sua Indivia brasata, limone, sesamo, alloro, insalata di menta e basilico. Segue la nota pungente e profonda della Maranciana, Limune Niuru, Agghiu Tostatu di Floriano Pellegrino e poi il Caglio di capretto, gambero gobbetto, filù e ferru di Francesco Stara che in un micro boccone sintetizza l’essenza della sua isola. Tocca poi a Gianfranco Pascucci con il suo Fusillo in Assoluto di Calamaro, che ti avvolge e ti immerge nella profondità marina e rimane impresso nella memoria, così come Errico Recanati con Scampo che rincorre la lepre di cui ricordi un’altalena di sapori con cui la bocca (ma anche il cervello) si diverte. Nino di Costanzo regala alla sala il momento comfort, con Agnello in parmigiana di melanzana, sapori di tradizione e rotondità, cremosità ricche e piene. Si conclude con il piatto a 4 mani di Mauro Pompili e Belu Melamed i due pastry chef che propongono Ananas, lemongrass, olio di oliva, lime basilico e peroncino un piatto complesso ed equilibrato insieme nei suoi diversi elementi che viene difficile chiamarlo banalmente dessert che si sposa perfettamente al cocktail di Umberto Oliva (Cordialdi Ananas arrostita con miele salato e chiodi garofano, Greco Bianco, sherry fino, rum jamaicano). Per le coccole finali ci pensano i due fratelli Antonio e Fiorella Staglianò con le caramelle di Morè.




A breve on line su Radio Food e Spotify il podcast dedicato all’edizione 2025 del Bob Fest.